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In Sicilia scoperti i resti di una tartaruga gigante: "Estinta 12.500 anni fa a causa dell'uomo"

Una testuggine di Aldabra: uno degli ultimi rappresentanti viventi di questi rettili giganti
Una testuggine di Aldabra: uno degli ultimi rappresentanti viventi di questi rettili giganti 
Grande come le specie delle Galápagos, la Solitudo sicula è la testuggine di grande taglia più recente d’Europa e del Bacino Mediterraneo. Dall'analisi e comparazione del femore importanti informazioni sul patrimonio naturale dell'isola
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Circa 13mila anni fa in Sicilia viveva una tartaruga terrestre gigante, grande come quelle delle Galápagos, i cui resti, appena ritrovati, aprono importanti prospettive per la conoscenza del patrimonio naturale dell'isola. A individuare un grosso femore e attribuirlo a una specie finora ignota è stato un gruppo di ricercatori coordinato dal paleoerpetologo Massimo Delfino del Dipartimento di scienze della terra dell’università di Torino, in collaborazione con un team internazionale che include, oltre all’università di Palermo, anche istituti di ricerca e musei in Argentina, Germania, Polonia e Spagna. La nuova specie è stata chiamata Solitudo sicula e la datazione al radiocarbonio ha rivelato che i suoi resti risalgono a circa 12.500 anni fa.

Come accade oggi, a portare all'estinzione questo grande rettile è stato probabilmente l'uomo. La testuggine di grande taglia più recente d’Europa e del Bacino Mediterraneo potrebbe infatti essere scomparsa perché preda dei primi abitanti della Sicilia. Il suo ritrovamente fornisce un tassello sulla presenza di testuggini in Sicilia: si sa che rettili simili hanno abitato l’Europa continentale e insulare per milioni di anni e che l'isola ha ospitato testuggini giganti con una lunghezza del guscio di circa un metro durante il Pleistocene medio, fino a circa 200 mila anni fa. Sono conosciuti resti sia nel Ragusano sia nella zona di Alcamo, esposti rispettivamente al Museo Civico di Storia Naturale di Comiso e al Museo Geologico Gemmellaro di Palermo. Allora era già presente la testuggine di Hermann, Testudo hermanni, che è attualmente l’unica testuggine terrestre autoctona presente in Sicilia e di cui sono presenti numerosi resti fossili in giacimenti paleontologici e archeologici. Il guscio di quest’ultima è molto più piccolo di quello delle testuggini giganti, e in Sicilia supera di poco i 20 centimetri.

Il femore rinvenuto vicino a Bagheria
Il femore rinvenuto vicino a Bagheria 

I resti della solitudo sicula sono stati rinvenuti grazie agli scavi in un’area funeraria attribuibile all’età del Rame nella grotta Zubbio di Cozzo San Pietro (nel comune di Bagheria), eseguiti dall'università di Palermo.  A una profondità di circa 15 metri sono stati trovati resti di un carapace che poteva arrivare a oltre mezzo metro di larghezza e, soprattutto, un femore ben conservato. È stata questa parte dello scheletro della testuggine che ha consentito di datare l'animale a circa 12.500 anni fa, molto prima che la grotta fosse interessata dalle attività funerarie.

Il femore ha consentito anche di confrontare le caratteristiche morfologiche della testuggine di Bagheria con quella di tutte le testuggini viventi e fossili del Bacino Mediterraneo e di stabilire che si tratta di una nuova specie, che ha richiesto anche l’istituzione di un nuovo genere. Il nome Solitudo sicula, spiegano dall'universita di Torino è stato scelto perché mantiene una certa assonanza con il genere dell’unica testuggine terrestre attualmente vivente in Sicilia, Testudo, e sottolinea la rarità e in qualche modo “solitudine” delle ultime testuggini di grandi dimensioni del Mediterraneo.

Uwe Fritz, del Museo di zoologia Senckenberg Dresden, coautore del lavoro pubblicato su Zoological Journal of the Lineean Society, osserva: “è stato un colpo di fortuna che un femore quasi intatto fosse presente fra i pochi resti di testuggine ritrovati sino ad ora. Le testuggini di grande taglia hanno generalmente gusci fragili e quindi poco presenti nel registro paleontologico, al contrario dei femori che sono robusti e piuttosto frequenti”.

L'ipotesi che la Solitudo si sia estinta a causa degli esseri umani è spiegata da Fritz e dal professor Luca Sineo, che ha condotto gli scavi e afferma: “Prove di interazioni fra Solitudo e gli esseri umani potrebbero essere ancora racchiuse nei depositi fossiliferi dello Zubbio di Cozzo San Pietro o in altri giacimenti archeologici dell’isola”. Secondo Fritz “sembra ragionevole supporre che gli esseri umani abbiano avuto un ruolo anche nell’estinzione di Solitudo, visto che la scomparsa delle testuggini di grandi dimensioni in numerose isole del pianeta Terra è stata regolarmente determinata dall’uomo”. “Solitudo sicula è per noi ancora un enigma in gran parte da sciogliere, perché sino ad ora abbiamo avuto accesso ad un numero molto limitato di informazioni - conclude Delfino - Sebbene si tratti di materiale relativamente recente, l’estrazione del DNA antico non ha dato risultati utili a comprendere le sue relazioni di parentela con le specie attualmente viventi. Inoltre, i resti fossili sono estremamente scarsi e non includono elementi del cranio e del guscio che potrebbero consentire di fare confronti più dettagliati e ottenere delle informazioni relative all’ecologia di questa specie. Speriamo che possano essere ritrovati altri resti in ulteriori campagne di scavo”.