Dal primo maggio Germania e Ungheria, seguendo l'esempio di altri Paesi europei, hanno introdotto il "biglietto climatico". Si tratta di un titolo di viaggio a basso costo per il trasporto pubblico cittadino, gli autobus e i treni regionali su tutto il territorio nazionale. La mobilità è la seconda spesa delle famiglie europee dopo quella destinata all'abitazione. I trasporti sono responsabili del 25% delle emissioni di gas serra dell'Unione Europea e del consumo di quasi il 70% di tutto il petrolio utilizzato. Di qui l'idea di favorire quello pubblico che anche in Italia non è nuovo, basti pensare alla sperimentazione di Genova e Olbia in fatto di accesso gratuito ai mezzi del comune.
Troppo smog, poche bici, mezzi pubblici scarsi: le città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030

Di qui il rapporto di Greenpeace Europa centro-orientale (Cee) che ha stilato una classifica di trenta Paesi europei e delle rispettive capitali sulla base di quattro criteri: disponibilità del biglietto climatico o multimodale e semplicità del sistema di biglietteria; costo del biglietto; presenza di riduzioni per alcune categorie di persone; ammontare dell'Iva sul trasporto pubblico. Non tiene però conto delle alternative a impatto zero, dai servizi di sharing alle piste ciclabili.

La situazione cambia se si guarda alle singole capitali dato che tutte offrono abbonamenti mensili o annuali validi per quasi tutti i mezzi e anche riduzioni per determinate categorie di persone. Roma ad esempio si colloca al settimo posto: il costo del biglietto annuale è al momento fra i più bassi in Europa, ma ci sono alcune limitazioni rispetto all'accessibilità alle riduzioni. Soprattutto, la qualità del trasporto pubblico nella nostra capitale non è all'altezza e "presenta molte problematicità" come scrive Greenpeace.
Nelle prime dieci posizioni troviamo Tallinn, Lussemburgo, La Valletta, Praga, Bratislava, Madrid, appunto Roma, Vienna, Atene, Sofia. All'estremo opposto Parigi, Amsterdam, Londra e Dublino. Il limite della classifica, come dicevamo pocanzi, sta nel fatto che non si tiene conto delle alternative a impatto zero sia al trasporto pubblico sia a quello delle auto private. Vale per Parigi ad esempio e vale soprattutto per Amsterdam dove la bicicletta è uno dei mezzi più usati. Manca poi Copenaghen che è la città più avanti nell'abbattimento delle emissioni.
