È successo tutto tra il 2020 e il 2021: una trasformazione epocale che ci ha “gettati” nel futuro e che promette di rivoluzionare per i prossimi anni gran parte degli aspetti della nostra vita. Quella che abbiamo vissuto è stata una “doppia accelerazione”: da un lato segnata da un contesto tecnologico inedito fatto di 5G, robotica, cloud, Intelligenza Artificiale; dall’altro la pandemia, che ha impresso un’accelerazione culturale, ha tolto inerzia ad un cambiamento in senso digitale della nostra vita che stava procedendo a rilento e che ora corre a fortissima velocità. Ma cosa resterà nei prossimi anni di tutto questo, quali aspetti sono destinati a diventare strutturali? È questa la domanda che si sono posti Alberto Mattiello, futurist e Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria di Confindustria, autori del volume che porta proprio il titolo «Doppia Accelerazione» (Guerini Next). Relatori allo Smart Government Forum di City Vision, seconda tappa dell’evento ideato da Fiera di Padova e Blum e dedicato alle città intelligenti di domani, i due autori hanno dialogato proprio sul rapporto tra questi cambiamenti e il futuro della Pubblica Amministrazione.
«Tutto quello che succederà da adesso in poi rinascerà proprio all’insegna di questo paradigma della doppia accelerazione, soprattutto a livello culturale» ha spiegato Mattiello nel suo intervento. «Pensiamo ad esempi concreti nel campo dell’educazione come la flipped education. Tutto quello che prima si faceva in aula davanti ad un professore ora si può fare da casa. Ma ora quello che impari lo vieni poi a mettere in pratica all’interno del campus. Le aule non saranno più quegli anfiteatri che erano fino a poco tempo fa, diventano spazi di cooperazione in cui si lavora insieme, ci si confronta. Oppure pensiamo a progetti educativi e formativi come Masterclass, dove si possono scegliere corsi tenuti dai migliori e più riconosciuti talenti per ciascun ambito, in un format che ricorda più quello delle serie tv di Netflix che i tradizionali corsi di formazione. Alla base di queste esperienze c’è l’idea della coopetition, cooperazione e competizione insieme – ha aggiunto Mattiello – ma anche quella dell’engagement, il coinvolgimento delle persone, che diventerà sempre più il metro attraverso cui sarà misurato il successo di progetti e iniziative».
Che ruolo gioca la pubblica amministrazione in questa partita? Il tema di una PA più efficiente e moderna è stato al centro del focus di Carlo Robiglio: «L’efficienza della PA sarà una leva competitiva straordinaria per il Paese nei prossimi anni, il modo per tornare a primeggiare a livello internazionale» ha spiegato nel suo intervento. «Pensiamo che le procedure ambientali in Italia durano una media di 18 mesi, che le grandi opere pubbliche hanno una gestazione di 15 anni. Tutto questo non sarà più accettabile». Anche il mondo della formazione sarà rivoluzionato da questa accelerazione. «Siamo passati dal tempo del titolo di studio a quello della competenza. Non parliamo più di una fotografia, ma di un film in continua evoluzione, con le persone che dovranno continuare a formarsi e a mettersi in discussione. La formazione dovrà accompagnarci in termini di crescita personale, ma anche di benessere, al di là della sola vita lavorativa. In questo senso la PA è rimasta indietro – ha concluso Robiglio – e oggi deve attrarre talenti, valorizzare il proprio capitale umano in termini meritocratici, mettendo le proprie risorse in grado di lavorare al meglio».