La Giornata mondiale dell’Ambiente nell’anno 2021, dopo un lungo periodo di pandemia, una crisi climatica in atto e uno stallo dei negoziati sulla riduzione delle emissioni di gas serra, farebbe pensare che ormai tutto è perduto e che il destino dell’umanità sia compromesso. Ma a guardar bene ci sono punti di forza su cui è ancora possibile riappropriarci del nostro futuro.
La pandemia ci ha per esempio portati a scoprire il concetto di “One Health”, ovvero che l’uomo e la Natura sono intrinsecamente legati e la sopravvivenza della specie umana dipende dal nostro rapporto con la Natura. Non dobbiamo dimenticare che il coronavirus responsabile della pandemia nasce dal trasferimento di geni dal pipistrello all’essere umano. Stiamo pagando il costo di avere intaccato la Natura, di aver distrutto con la deforestazione tropicale habitat naturali e reso sempre più prossimo il contatto di animali selvatici e patogeni con le attività umane. Una lezione che speriamo sia servita a cambiare il nostro approccio con la Natura. Bene ha fatto l’Organizzazione mondiale della sanità a lanciare la campagna contro il commercio degli animali selvatici vivi nei mercati.
Le energie rinnovabili sono ormai una realtà affermata. Globalmente dal 2010 la nostra capacità installata di energia rinnovabile è cresciuta dell’80% (anche se rappresenta ancora il 25% del totale. I numeri parlano chiaro: 1 kWhr solare costa in media nel mondo 3,7 dollari e 4 dollari se prodottoda pale eoliche. Lo stesso kWhr con il gas costa 5,9 dollari, con il carbone 11,2 e con il nucleare 16,3. Un bel risultato se ci ricordiamo le tesi sostenuto dai negazionisti delle rinnovabili, ovvero che sarebbero costate troppo!
La parola carbon neutral oggi si può usare nelle cancellerie dei governi del Pianeta, non è più una parola bandita dai negoziati sul clima. La Cina ha dichiarato di voler diventare carbon neutral nel 2060.
L’Unione Europea nel 2050
Ci aspettiamo un cambio di passo con gli Usa e l’amministrazione di Joe Biden. BlackRock, uno dei fondi globali più importanti, per il tramite del suo amministratore delegato Larry Fink, ha espresso la chiara convinzione che il cambiamento climatico stia guidando un fondamentale rimodellamento della finanza e quindi un cambio di strategie negli investimenti del Fondo. Non è solo una operazione filantropica: quanto si rischia oggi a investire su infrastrutture legate al fossile? Basti pensare alle class actions e ai disastri ambientali dell’estrazione petrolifera nel Golfo del Messico, oppure alla perdita di consumatori da parte di imprese energivore e insostenibili.
Abbiamo una maggiore conoscenza del nostro Pianeta attraverso un aumento impressionante delle capacità osservative e predittive. Immagini satellitari gratuite ad altissima risoluzione che ci permettono di osservare in tempo reale le modificazioni della terre e degli oceani, high performance computers per la modellistica numerica del clima, algoritmi di intelligenza artificiale ed edge computing per lo studio degli ecosistemi e della Natura.
Oggi non abbiamo più scuse, vediamo gli effetti delle attività umane in ogni angolo del Pianeta, possiamo prevederle e controllarle ma anche trovare soluzioni intelligenti per il futuro. Non tutto è perduto.
(L'autore è membro dell’Ipcc Intergovernmental Panel on Climate, Nobel per la pace nel 2007)