Un tuffo nell'adattamento costa intorno ai cento dollari. Se c'è un luogo al mondo in grado di farci vivere un'esperienza unica e allo stesso tempo mostrarci un assaggio sia dello spettacolo della natura che dell'adattamento ai cambiamenti, anche quelli climatici, questo è il Jellyfish Lake, dall'altra parte del globo, in Micronesia, nel cuore del Pacifico.
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A Palau, sull'isola di Eil Malk, c'è infatti uno dei laghi marini del Pianeta con caratteristiche uniche: ospita milioni di meduse, le "dorate" (specie Mastigias) e della "luna" (Aurelia Aurita), organismi che dopo essere rimasti "intrappolati" oltre 12mila anni fa in questo luogo si sono riprodotte e adattate e, senza predatori, hanno perso le particolari caratteristiche urticanti tanto da essere praticamente innocue per l'uomo.
Così accade, anche in questi giorni in cui la ripresa del turismo a causa della pandemia è ancora lenta, che ai tempi dei social lo spettacolo delle meduse torni ad attrarre centinaia di persone.
"Sono tornate, è pieno" scrive un utente su Facebook mostrando un video di migliaia di meduse dorate.
Con un centinaio di dollari si prende parte all'escursione: ci si immerge, rigorosamente senza bombole, per uno straordinario tuffo circondati dalla magnificenza della natura, con le meduse tutte attorno.
Milioni di meduse che anche in questi giorni migrano orizzontalmente fra le sponde del Jellyfish Lake, dove nel tempo si è creato un ecosistema specifico, dove le meduse si sono evolute e adattate a vivere in un luogo con pochissimo ossigeno, alte concentrazioni di ammoniaca e fosfato, temperature calde ma anche impatti e sbalzi della crisi climatica che fino a qualche anno fa avevano fatto registrare la diminuzione di esemplari che oggi sembrano in parte tornati.
Il lago salato, lungo quasi 500 metri, offre condizioni favorevoli alla vita soprattutto nei primi quindici metri di profondità, mentre più giù manca l'ossigeno e ci sono alte concentrazioni di idrogeno solforato. In queste complesse condizioni le meduse, grazie a una sorta di isolamento ecologico, si sono evolute in migliaia di anni, perdendo parte delle capacità urticanti: il lago è così diventato una attrazione, un luogo unico dove fare il bagno circondato da animali che solitamente evitiamo.
Qui le meduse migrano a seconda delle ore del giorno e della notte, crescono in simbiosi con le alghe, si riproducono e vivono in media meno di un anno. Poco più di vent'anni fa, El Niño impattò profondamente sulla vita di questi organismi, facendoli quasi scomparire dal lago, prima di una successiva ripresa legata alle temperature. Lo spettacolo delle migrazioni di queste meduse, che si spostano anche per permettere la fotosintesi e la crescita di alghe con cui vivono in simbiosi, è osservabile anche da passeggiate su percorsi intorno al lago, dove si possono vedere migliaia di meduse saturare alcuni punti dell'acqua, mentre invece si tengono ben lontane da zone dove si trova quello che per loro è un pericoloso predatore, l’anemone Entacmaea.
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Cinque anni fa, alcuni biologi marini, come David Gruber del Baruch College di New York, avevano segnalato a National Geographic e altri media la possibilità che i cambiamenti climatici influenzassero la vita delle meduse portando a un numero minore di esemplari e un futuro incerto sulla loro presenza. Fra le rilevazioni degli ultimi anni, la Coral Reef Research Foundation aveva stimato la popolazione del lago in 600mila meduse, rispetto a otto milioni in passato, parlando di crollo dei numeri, anche se ora le cifre sembrano decisamente in ripresa.
Anni fa i turisti non riuscirono per esempio a trovare più meduse adulte nel lago, mentre ora nuovi video e foto testimoniano la costante e numerosa presenza delle meduse: probabilmente fra le poche al mondo fra cui noi uomini desideriamo nuotare e scattarci foto ricordo, prima che la crisi climatica possa mutare forse per sempre anche le dinamiche di questo spettacolo.