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Roma, nella cucina di Acquasanta l'essenza del mare (a prezzi ragionevoli)

Spaghettone con burro, alici e pane profumato
 
Nel quartiere Testaccio, un ristorante dove il pesce è il protagonista. Tre i soci, tutti di Anzio, che dal litorale portano i migliori prodotti ittici per una cena di livello
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Fuori le auto parcheggiate. Intorno, il traffico cittadino. Vicino, una delle piazze più frequentate di un quartiere simbolo della movida romana. Eppure, varcando la soglia si ha la sensazione di un déjà vu vacanziero, con quell’impressione di essere in riva al mare, tra scoglie, tramonto, onde e brezza, che accompagna la cena fino all’ultimo assaggio.
Merito dei tre soci a capo del ristorante Acquasanta di Roma (in via Aldo Manuzio, nel quartiere Testaccio), tutti di Anzio e con la voglia, dopo anni di esperienza tra reti e cucina di mare, di portare nella Capitale pesce del litorale di ottima qualità e servito a regola d’arte.

Ceviche di ricciola e gazpacho di cocomero
Ceviche di ricciola e gazpacho di cocomero 
Un obiettivo preciso e ambizioso, ma che i tre amici-imprenditori sembrano aver raggiunto in pieno aprendo un locale dove sin dal primo minuto il cliente si sente accolto con una premura e una gentilezza che non sono solo forma, ma un chiaro segnale dell’attenzione che viene rivolta, in sala e in cucina.
Una cura di ogni particolare quasi maniacale che inizia ogni giorno all’asta del mercato ittico di Anzio acquista il miglior pescato del giorno da affidare all’esperienza dello chef Enrico Camponeschi. A consigliarei clienti, invece, ci sono Paolo Fiorenza (direttore di sala) e l'ultimo socio, Alessandro Bernabei.
Tortello di spigola alla puttanesca
Tortello di spigola alla puttanesca 
Una quarantina i coperti divisi in due sale moderne ma non fredde, scaldate da tavoli in legno che ben compensano il nero dell’arredamento che da solo sarebbe risultato anonimo e con una sensazione di “già visto”. Qua e là qualche tavolo alto con sgabelli (più conviviali) smuovano l'atmosfera. La cucina è a vista e permette di osservare il lavoro, frenetico e incessante, di uno chef che, nonostante il ritmo veloce delle ordinazioni, sembra accogliere ogni nuovo piatto con una calma e che appartiene solo a chi in cucina si diverte.
Pacchero con coccio, pecorino e trombolotto
Pacchero con coccio, pecorino e trombolotto 
Le cotture sono veloci, essenziali, perché nel piatto ciò che deve emergere è il pesce, il mare nella sua essenza più profonda. Conta il sapore, non gli orpelli e, nonostante l’eleganza delle preparazioni, l’obiettivo è perfettamente centrato perché ogni boccone è purezza, morbidezza, gusto. Si spiega allora il nome del ristorante, Acquasanta, dove il mare è un bacino benedetto che getta nelle reti dei pescatori prodotti ittici di gran qualità.
Calamaro, yogurt, piselli e 'nduja
Calamaro, yogurt, piselli e 'nduja 
Ma per mangiare bene non serve andare alla ricerca di prodotti pregiati, dalle ostriche agli astici. La filosofia è di servire pesce buono ma che può essere proposto a prezzi ragionevoli. Il menu degustazione, ad esempio, costa 40 euro, mentre gli antipasti vanno dai 12 i 18 euro (crudo a parte, che costa 30 euro), i primi trai 13 e 14 euro e i secondi non superano i 22.
Gli antipasti sono un vortice di gusto e leggereza, come i calamari con yogurt, piselli e un po’ di polvere di ‘nduja che scuote il palato senza disturbare. Chi non ama le cotture e vuole sentire il pesce in purezza può affidarsi alla ceviche di dentice servita con gazpacho di cocomero versato al momento, mentre la catalana di crostacei cotta al vapore è veramente un ringraziamento al mare.
Catalana di crostacei
Catalana di crostacei 
Il prezzo non elevato del menu degustazione invita la maggior parte dei clienti ad ordinarlo e il servizio, per gli altri tavoli, può risultare leggermente rallentato. Ma quando arrivano i primi il trionfo degli ingredienti mediterranei fa dimenticare l’attesa. Perfetta la cottura dei paccheri con coccio, pecorino e trombolotto, mentre lo chef consiglia (e se ne comprende il motivo) il saporito spaghettone con burro, alici e pane raffermo. Niente di più semplice, niente di più buono.
La sala del ristorante
La sala del ristorante 

Peccato per il rumore delle sale, che al massimo regime risultano chiassose e poco consigliabili per chi a cena ama chiacchierare. Impossibile, comunque, non proseguire con la scelta dei secondi, che vanno dal polpo in insalata al pescato del giorno con una delicata salsa alla cacciatora che non ne disturba il gusto. Spigole, rane pescatrici e branzini vengono preparate prevalentemente in olio cottura, per un sapore del pesce ancestrale.
Spigola alla cacciatora
Spigola alla cacciatora 
Sui dessert c’è ancora da lavorare, con un gelato di bufala con terra di cioccolato, pomodoro e pachino che deve migliorare in consistenza. Golosi, invece, i tre cioccolati, per una conclusione dolce e in linea con una cena leggera che porta alla mente il profumo del mare.
Gelato di bufala con terra di cioccolato, pomodoro e basilico
Gelato di bufala con terra di cioccolato, pomodoro e basilico