In cammino con San Francesco Caracciolo, patrono dei cuochi, per assaggiare quattro regioni
di Elisabetta Pagani
Lungo il cammino di San Francesco Caracciolo, nei pressi di Gessopalena (@Enrico Caracciolo)
Oggi viene lanciato il primo tratto, che tocca Abruzzo e Molise e sarà fruibile da luglio. Il percorso, una volta completato, porterà in 550 km dalle Marche alla Campania. Nicola Caracciolo, discendente del santo: "Si attraversano borghi e paesaggi deliziosi. A tavola? Pasta, formaggi e pane biologico"
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A Villa Santa Maria, piccolo borgo abruzzese della Val di Sangro, c'è da secoli un gran viavai di cuochi. L'attuale sindaco, Pino Finamore, è stato per decenni chef a Montecitorio. E dall'istituto alberghiero del paese sono usciti i cuochi del Cipriani di Venezia, della squadra di Briatore, di Luchino Visconti, di Galeazzo Ciano, dei reali in fuga da Roma. Documenti del XVIII secolo testimoniano la presenza massiccia di "cochi, cucinieri, maccaronari e mastri di casa". E le tracce del legame tra questo territorio e la cucina sono ancora più antiche.
L'ordine dei Chierici regolari minori di San Francesco Caracciolo nel quadro di Pedro Rodríguez de Miranda conservato al Prado
Il borgo era infatti un possedimento dei Caracciolo, che qui organizzavano grandi battute di caccia. «A differenza delle altre famiglie nobili avevano una particolarità - racconta il professor Antonio Di Lello, responsabile del Museo del cuoco -. Tutti i dipendenti dovevano saper fare tutto, anche cucinare. E i migliori venivano poi mandati dai monzù di Napoli per imparare la cucina di classe». Proprio a Villa Santa Maria nacque, nel 1563, Ascanio Caracciolo, che - dopo essere guarito da una malattia contagiosa, probabilmente la lebbra - decise di consacrarsi a Dio prendendo il nome di Francesco e rinunciando a beni e titoli nobiliari. Iniziò così un percorso che lo portò a fondare a Napoli l'ordine dei Chierici regolari minori (caracciolini), ad essere proclamato santo nel 1807 e patrono dei cuochi nel 1996 da Giovanni Paolo II.
Il torrente Turcano di Rosello, in provincia di Chieti
I suoi discendenti, insieme ai religiosi che portano il suo nome, da qualche anno lavorano per mappare e rendere fruibile un percorso sulle sue tracce che attraversa quattro regioni italiane: Marche, Abruzzo, Molise e Campania. «Il tracciato e la segnaletica saranno completati nel 2022 - spiega Nicola Caracciolo - ma oggi, che ricorre la festa del santo, presentiamo la prima tratta, quella che va da Fara San Martino ad Agnone, dove è morto nel 1608. Un gruppo di giovani, per celebrare la Giornata dell'ambiente che ricorre sempre oggi, ripulirà il percorso dai rifiuti». «Questo primo tratto non è ancora fruibile perché manca la segnaletica - sottolinea Enrico Caracciolo, che l'ha appena percorsa proprio per segnare il tracciato -. I volontari dovrebbero completarla a giugno. Da metà luglio, in occasione delle camminate di 5 giorni organizzate da Netural Walk, sarà percorribile in sicurezza».
La Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone, la fabbrica di campane più antica del mondo
Ma com'è la prima tratta disponibile, Fara-Agnone? «È un viaggio nell'Italia più vera - osserva Enrico Caracciolo -. Sono zone in cui il turismo praticamente non esiste. Nulla di patinato, cose semplici, ma postii autentici, come Torricella Peligna, il paese di John Fante, Gessopalena o Agnone, dove ancora oggi resiste la prima fabbrica di campane al mondo. Inoltre, si trovano una gastronomia strepitosa, un'accoglienza sincera e paesaggi mozzafiato, dalla Majella ale Gole di San Martino. È un percorso interessante anche dal punto di vista storico e archeologico - sottolinea - basta pensare al borgo abbandonato di Buonanotte, una sorta di Craco abruzzese, e al teatro italico di Pietrabbondante in Molise».
Il borgo di Gessopalena in provincia di Chieti (@Enrico Caracciolo)
Nel primo tratto che sarà fruibile, i 58,5 km da Fara S. Martino (sede del pastificio De Cecco) ad Agnone, «si incontrano strutture con prezzi contenuti, in cui mangiare con 10-15 euro e dormire con 20 - spiega Nicola Caracciolo, il primo a impegnarsi per il Cammino dedicato al suo antenato - ma non manca l'accoglienza per chi vuole concedersi qualche lusso in più. Per quanto riguarda l'offerta enoggastronomica, invece, si cade sempre bene, basta pensare alla stracciata e al caciocavallo prodotti con la pasta filata al Caseificio Di Nucci ad Agnone» o al "biopan", pane biologico certificato prodotto dai panificatori di Abruzzo e Molise (che partecipano alla raccolta fondi per creare il percorso). Ma non solo.
La preparazione della stracciata [[ge:rep-locali:content-hub:304043271]]Il Cammino offre l'occasione di conoscere la gustosa cucina dell'entroterra. I piatti non mancano, come racconta Pietro Roberto Montone, presidente vicario della Federazione italiana cuochi: «Regione che vai, ricette che trovi - sorride -. L'idea è che i nostri soci (16.000 in tutta Italia, ndr) propongano lungo il Cammino piatti della tradizione e ispirati dal nostro patrono, che ha fatto dell'eucaristia la sua missione. In Abruzzo abbiamo le "pallotte cacio e ova" e la "crepes caracciolina", con crema chantilly, pesche, mandorle e noci. In Molise i maccheroni crioli e in Campania le pettolelle, a base di fagioli e pasta fresca, o la zuppa di cozze. Infine nelle Marche il brodetto e il "frustingo", piatto povero fatto con frutta secca e pane raffermo, l'ingrediente simbolo di San Francesco Caracciolo». «Per lui il senso del pane risiedeva nella condivisione con i più poveri - aggiunge Nicola Caracciolo -. Ancora oggi il pane è un elemento fondamentale, che scalda il cuore. Basta pensare alla rinascita che ha avuto durante il lockdown nelle nostre case».