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L'Italia in un carrello: acquisti (con parsimonia) personalizzati e a chilometro zero

L'Italia in un carrello: acquisti (con parsimonia) personalizzati e a chilometro zero
Come si fa e si farà la spesa secondo l'indagine "Nuovo Codice Consumi” di GS1 Italy con Ipsos e McKinsey &Company: "Nell'alimentare va tutelato il valore dei prodotti e occorre differenziare"
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Sarà sempre più diversificata, personalizzata, territoriale e parsimoniosa la spesa degli italiani. È quanto emerge dalla ricerca qualitativa e quantitativa “Nuovo Codice Consumi” realizzata da GS1 Italy in collaborazione con Ipsos e McKinsey & Company per indagare i comportamenti d’acquisto tricolore nel 2022 immaginando quelli che ci saranno nel 2030. Comportamenti inevitabilmente influenzati dall'impatto della pandemia da Covid-19, poi dalla guerra in Ucraina, seguita dall’aumento dei prezzi dei beni energetici e delle materie prime e dall'inflazione.

Quello che emerge è un quadro dalle mille tonalità che ritraggono una clientela che spesso diventa una "comunità di consumo". Sono state prese in esame 36 famiglie, in tutta Italia, si è vissuto con loro per qualche giorno, guardando nei frigoriferi e nelle dispense, e facendo insieme la spesa. In più sono stati realizzati dei focus in cui sono stati esaminato diversi gruppi divisi per fasce sociali e territorio. Sei i temi chiave che accomunano persone anche lontane geograficamente, per cultura o per reddito. Si tratta di "emozionalità di prodotti e marchi, innovazione dell'esperienza di consumo, omnicanalità ed esperienza d'acquisto, cura per l'ambiente e la persona, territorialità, convenienza e parsimonia". In pratica si fa attenzione al "rito" della spesa puntando al chilometro zero, alla sostenibilità, all'aspetto della salute e naturalmente al risparmio.

Ma come si fa ad accontentare un pubblico così vario e in continua evoluzione nel settore alimentare? Come saranno gli acquisti per la tavola? Il Gusto lo ha chiesto a Francesco Pugliese, presidente di GS1 Italy e amministratore delegato Conad: "Ci sarà sempre più attenzione alla lotta agli sprechi, alla territorialità e quindi ai prodotti vicini al luogo in cui si vive. È fondamentale il ruolo della differenziazione come rivela la nostra ricerca, che offre un paio di occhiali nuovi per leggere le abitudini dei consumatori. Ciò a cui si deve puntare è dare a ogni prodotto il suo valore. Faccio l'esempio di un piatto di pasta che a casa viene a costare, facendo le debite proporzioni per una famiglia di sei persone, neanche 10 centesimi a testa. In termini di costi se mi chiede cosa penso di quelli per la pizza, questione sollevata in questi giorni, potrei dirle che sono d'accordo con Briatore ma anche con i pizzaioli napoletani: l'importante è che ci sia sempre qualità e tutela degli ingredienti".

Tornando al carrello da riempire il mercato fa sempre più leva sulla relazione con il cliente e la "distintività", come la definisce Pugliese, che durante la presentazione dell'indagine a Roma spiega: "Comprendere i nuovi bisogni dei consumatori italiani in termini di offerta, modalità e canali di acquisto è fondamentale per consentire alle aziende del largo consumo di tracciare le linee strategiche e di investimento, di delineare una nuova modalità di relazione tra gli attori della filiera. Da questa esigenza è nato il progetto Nuovo Codice Consumi, che, grazie a una metodologia innovativa, ha saputo rappresentare la complessità, la mutevolezza e la “liquidità” della società italiana di oggi e, ancora più, di quella di domani". In pratica le motivazioni di acquisto si differenziano da zona a zona, ma ovunque da nord a sud, permane e si rafforza un'esigenza comune, quella di non svuotare il portafogli cercando di non rinunciare alla qualità.

"I nuovi paradigmi che si stanno delineando sono caratterizzati dall’orientamento alla parsimonia (che non è solo risparmio ma diviene obiettivo di senso in sé) - conferma Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Italia - dal bisogno di nuove “experience” nel processo di acquisto, dalla possibilità, grazie all’omnicanalità, di avere il negozio in tasca 24 ore su 24. La spinta alla sostenibilità diviene sempre più legata al genius loci locale e assurge al profilo di un neo-romanticismo della terra, mentre i nuovi stili, un tempo prettamente metropolitani, conquistano territori della provincia e divengono un modo per sentirsi al passo con i tempi. Nostalgia e rito esprimono le due polarità di una ricerca di sé nel fare la spesa".

E per Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, "la complessità segno dei tempi e la fluidità con cui il cittadino consumatore si muove tra le decisioni di acquisto e le scelte ci hanno guidati nell’individuazione dell’approccio di ricerca. Per la prima volta, l’Italia delle persone e l’Italia dei territori si intersecano e propongono una visione multiforme". Una visione che con la pressione dell'inflazione diventa sfida come ricorda Alessandro d'Este presidente Ibc (Associazione delle industrie dei beni di consumo): "Per rispondere alla crisi dei consumi da cui inevitabilmente passeremo è necessario capire meglio i bacini d'utenza e andare dall'analisi alla sintesi e trasformare i dati in informazioni e le informazioni in fatti, in azioni".  E dopo gli interventi di Aldo Sutter Ceo dell'omomima società e Maniele Tasca general manager del gruppo Selex, e Gemma D'Auria di McKinsey & Company è ancora Pugliese a rilanciare: "Con gli aumenti di listini e il cali di materia prime la guerra fra poveri diventa realtà. Da uomo del sud, della Puglia di nome e di fatto, dico che mentre si divide ricchezza, non si può spartire povertà. Il problema sarà dopo: se si farà come il passato con l'impiego anche dell'80% dei prodotti in promozione ci sarà un cimitero di aziende produttive e distributive. Per vincere la scommessa non si può snaturare il valore di un prodotto. Lo si deve sempre tutelare. Per il bene sia del consumatore finale che dell'intera filiera".