Difendere il vino e il turismo del vino dalle politiche anti-alcol: “L'Organizzazione mondiale del Turismo (Unwto) intervenga per mandare un messaggio forte nel ribadire che il vino non è alcol, non è pericolo: è cultura, alimento, territorio”. Il governatore del Piemonte Alberto Cirio dal palco di Alba, dove mercoledì 21 settembre s’è conclusa la Sesta conferenza mondiale dell’enoturismo organizzata dalle Nazioni Unite, lancia un doppio affondo all’Europa e all’Organizzazione mondiale della sanità (Osm). E nel farlo coinvolge l’Unwto che risponde prontamente, attraverso il suo segretario Zurab Pololikashvili: “Sono d’accordo con il governatore Cirio quando dice che il vino non è alcol, ma cibo e cultura. Il ministro del Turismo della Bulgaria ha detto che sta lavorando per incentivare il turismo nella sua terra e che non sarebbe possibile farlo senza vino. E lo vediamo anche nei nostri viaggi: il vino occupa un posto centrale, si diceva anche con la ministra del Turismo della Serbia: vogliamo dare supporto a tutti i Paesi che vogliono creare delle “strade dei vini” come accade in Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, Paesi che hanno splendide infrastrutture”.

Al Teatro Giorgio Busca di Alba sfilano otto governatori di altrettanti Paesi Europei, protagonisti di un vivace panel moderato da Alessandra Priante, direttrice Europa dell’agenzia del turismo delle Nazioni Unite: si tratta di Ilin Dimitrov, ministro del Turismo della Bulgaria, Mariam Kvrivishvili, vice ministra dell’Economia e della Sostenibilità della Georgia, Sofia Zaharaki, vice ministra del Turismo della Grecia, Sergiu Prodan, ministro della Cultura della Moldavia, Rita Marques, segretaria di Stato per il Turismo in Portogallo, Federico Pedini Amati, ministro del Turismo di San Marino, Tatjana Matic, ministra del Commercio, Turismo e Telecomunicazioni della Serbia. È a loro che si rivolge Cirio, rincarando la dose della polemica: “Chiedo ai ministri qui presenti di difendere il vino nella sua corretta identità. Negli anni in cui ero al Parlamento Ue mi occupavo di sicurezza alimentare, e mi stupivo quando si parlava di "alcohol strategy". Anche l’Osm ha di nuovo equiparato l’alcol al vino, addirittura il fumo al vino, auspicando una diminuzione dei consumi pari al 10% e invitando gli Stati a fare delle tassazioni finalizzate a ridurre il consumo di vino. Be’ questo è un errore profondo che dimostra che chi fa queste proposte non sa di che cosa sta parlando. In un vino invecchiato in una cantina sotterranea c’è la stessa cultura che troviamo in monumento antico della Grecia, se si sposa questo movimento anti-acol si è ignoranti, cioè si ignora la natura della forza non solo economica, ma della ricchezza delle nostre terre: difendiamo il vino non solo e non tanto perché ci guadagniamo, ma perché è la nostra storia, la nostra identità. La cosa importante è educare i ragazzi, ma non proibendo il vino, così non funziona, bensì diffondendo la cultura del vino, il rispetto della terra e la sostenibilità reale”.

Un messaggio, quello della difesa del vino, condiviso e ripreso dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, presente ad Alba per i lavori della conferenza globale: “Nel 2019 in Italia c’è stato un boom di presenze, quest’anno ci stiamo avviando verso un nuovo record. Ma l’industria del turismo è fragile, e in più siamo afflitti dal problema dell’energia. Credo che in questo senso l’impegno di tutti e in particolare di un’organizzazione come l’Unwto sia di lavorare per rendere il settore meno preda degli shock esterni e più forte dall’interno”. Garavaglia sottolinea come negli ultimi anni la pandemia abbia segnato l’enoturismo imponendo delle trasformazioni. Oggi le criticità non sono finite, anzi, si pensi a conflitto in Ucraina che, tra le conseguenze, sta portando al caro energia, problema sentito ancora di più dai Paesi dell’Est Europa, come testimoniato dal ministro moldavo presente al forum ad Alba. “E’ un momento difficile – aggiunge Garavaglia - Non complichiamoci ulteriormente la vita associando il vino al problema dell’alcol o addirittura prevedendo delle tassazioni del 10 % sul settore. Dietro una bottiglia di vino c’è un territorio che ha lavorato e lo ha reso quello che è. È l’apertura che crea e fa crescere il concetto di turismo. E in questo senso, il messaggio dell’Unwto è proprio questo: aprirsi agli scambi, all’amicizia tra Stati rafforzando il filo conduttore che tiene insieme un settore che ha bisogno di sostegno nell’unità”.

Tra analisi, obiettivi e riflessioni, tirare le somme dei tre giorni di conferenza spetta a Sandra Carvao, responsabile del settore Turismo, Market, Intelligence e Competitività per l’Unwto. La manager sottolinea come la mission degli Stati della conferenza mondiale dell’enoturismo sia portare il turismo enologico fuori dalla cantina e valorizzarlo come elemento che va integrare altre esperienze, il paesaggio e la comunità, in una prospettiva più inclusiva.
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“Le donne sono la maggioranza dei visitatori e stanno crescendo anche nella gestione delle stesse aziende – dice Carvao – E un’altra cosa fondamentale è coinvolgere i giovani, portando avanti i messaggi di benessere e sostenibilità anche tramite la tecnologia e i social media”.
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Tecnologia e innovazione sono gli obiettivi futuri primari sui cui insiste anche Pololikashvili per migliorare l’accessibilità dei territori del vino per gli enoappassionati. Obiettivi che Alba ha fatto suoi e che anche per questo viene vista come modello mondiale (e per questo riceverà un riconoscimento dall’Unwto). “Alba con la sua eccellenza nel settore dell’enoturismo e della gastronomia è un esempio per tutti – ribadisce Pololikashvili - Noi con l’Unwto possiamo fare poco per le metropoli, ma tanto per i piccoli territori, possiamo investire per sostenere le destinazioni più rurali, e dopo la pandemia lo scopo è muoversi nella direzione della valorizzazione del “local”, di posti splendidi mai visti prima nella vita, in Paesi diversi del mondo. Grazie a ciascuno di voi. Si può sempre far meglio anno dopo anno, stiamo creando un club per far sì che l’enoturismo sia sempre più attraente, stiamo lavorando di più per coinvolgere Africa e Asia, per avere una maggiore rappresentanza della Fao, e abbiamo messo su un corso (una sorta di master) sull'enoturismo nel quale ciascuno può dare il suo contributo, definendo nel dettaglio le destinazioni di domani”.
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La conferenza globale si chiude dunque con tanti buoni propositi, alcuni un po’ teorici, molti concreti e lungimiranti per le nuove generazioni. L’appuntamento è l’anno prossimo in Spagna, nella Rioja.