In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

MasterChef 12, la prima serata delle selezioni: piatti, amore e lacrime per gli aspiranti cuochi

Tornano i punzecchiamenti tra i giudici, amici nella vita oltre che colleghi nel programma, qualche pianto qua e là, tanta cucina internazionale e i concorrenti che mescolano le loro storie ai loro piatti
9 minuti di lettura

“L’anno scorso avevi il vestito al limone quest’anno il vestito alla macedonia”, dice in tono canzonatorio Antonino Cannavacciuolo a Bruno Barbieri che indossa uno dei suoi celebri originali completi.
Lo spirito goliardico che lega i giudici – amici nella vita oltre che colleghi - è subito evidente dai punzecchiamenti tra loro all’inizio.

MasterChef 12, dove è nato il crumble? La risposta di Cannavacciuolo: "A Gragnano"

 

La regia mostra il nervosismo tra gli aspiranti concorrenti nella sala in cui attendono di essere chiamati all’esame dei fornelli. Si fanno forza tra loro: “Fai come san Francesco che aveva la cazzimma” (Davvero?) consiglia una. “Scarica tutto il tuo chakra verso il basso” suggerisce un’altra.

Sognano di entrare nella cucina di Sky Uno, quindi aspirano a ottenere il grembiule bianco con ricamato il loro nome che si guadagna con tre sì, mentre due voti a favore e uno contrario danno diritto al grembiule grigio che porta a un’ulteriore prova di selezione.

 

Intanto viene chiamata la prima esaminanda. “Quando sono nervosa mi disegno sulle mani. Ecco uno Snoopy che dice buon appetito in cinese”. Francesca viene da Rancio Valcuvia, in provincia di Varese, ha 39 anni e un fratello. Ma della famiglia – dice - è lei “La figlia matta che vende il vino ai cinesi”. Ed ecco svelato perché parla cinese.

 

All’inizio sembra immodesta: “Voglio diventare la nuova Artusi”. E poi dà dell’antico a Bocuse. “Beh proprio antico Bocuse no”, dice Locatelli. “Ma l’ha vista come la fa la bisque?” ribatte lei, che invece la bisque l’ha ritoccata in senso contemporaneo, aggiungendo del limone (prodotto risaputamente amato da Cannavacciuolo che ricorda: “il limone salva la vita”). Francesca parla tanto, racconta mille cose, è agitata ma più parla più risulta simpatica e tenera. Racconta, non senza una lacrimuccia, della sua gioventù da sola in un paesino in Cina, dove è stata per lavoro vivendo in una fabbrica che l’ha assunta neolaureata a 22 anni. Proprio dalla Cina ha preso qualche sapore che ora presenta nel piatto: Taijou Me Sou, una ricetta salata che sembra un dolce, con gambero e mousse con anacardi e la bisque, appunto, per la quale Locatelli le fa i complimenti.

E così il programma prodotto da Endemol Shine Italy parte col sorriso perché Francesca ottiene tre sì e i complimenti di Barbieri: “piatto spettacolare” sentenzia per la prima concorrente, originale quanto evidentemente brava.

 

Arriva il turno di Giuseppe, 43 anni, di Bari dove fa il direttore organizzativo del laboratorio di analisi della compagna Anna, che ha conquistato durante una serata di ballo e quindi fa subito uno stacchetto danzante. Non senza un pizzico di orgoglio dice che secondo gli amici assomiglia a Bradley Cooper.


Presenta un piatto di seppie con la “sua” salsa olandese. Che però non convince affatto Barbieri: “Ho sempre pensato che i pugliesi avessero una gran mano – gli dice – ma mi sa che mi devo un po’ ricredere”. E infatti gli da un no. Ma gli altri due giudici gli danno un sì e col grembiule grigio il Bradley Cooper de noaltri si avvia alle sfide successive.

Masterchef 12 al via, cosa fanno i vincitori delle passate edizioni

Ecco Diego di Firenze, 43 anni, accompagnato dalla compagna e dalla mamma. Ma parlano molto di più la compagna, che lo comanda a bacchetta fin dalla scelta degli ingredienti, e la madre che parla al posto del figlio anche davanti ai giudici e riesce a far innervosire il solitamente zen Locatelli. Il suo lampredotto con salsa verde becca tre no. “Amore va bene uguale” – dice alla compagna – È perché non sono fiorentini, so’ stranieri, per questo non capiscono il lampredotto”.

 

Il ritmo è serrato, e Diego lascia il posto a Laura Manidi, 33 anni di Roma. “Faccio l’architetto ma spero ancora per poco” esordisce. Le sue cappesante con aromi e germogli, centrifugato di mela e sedano ricorda moltissimo un grande classico di Cannavacciuolo, ma lo ha scoperto troppo tardi. Comunque lei ha anche aggiunto una salsa di ribes (per l’acidità). Un Laura ha voglia di cambiare vita, di seguire la passione e abbandonare un lavoro che faceva solo per non far preoccupare la madre. “Silenziosamente guerriera” la definisce l’amico che l’accompagna. Comunque, tornando al piatto: per cottura, salatura, condimenti convince tutti e tre.

Non altrettanto si può dire per Andrea, 29 anni che pure si è allenato tanto: “Voglio si veda che è un piatto pensato – spiega – perché tanto sono tutti bravi e bisogna tentare qualcosa di più. Per essere felice devo avere i tre sì”. Però il suo GuiGui, cioè salmone con besciamella acida e cicorie ripassate, non piace molto a Locatelli che ne decreta il passaggio alle sfide successive.


 Lo stesso per Gennaro, 30 anni, campano di nascita e romano di adozione, ex calciatore di serie C, che però ha smesso di giocare 8 anni fa, dopo la morte del padre. Prepara un carpaccio di branzino crudo a far da letto agli spaghetti aglio, olio, peperoncino e limone.
“Uno spaghetto neanche tanto gustoso appoggiato sul pesce crudo” lo definisce Locatelli.

Poi ecco la 27enne vietnamita Hue - che per Antonino diventa “Uè” alla napoletana, che è arrivata anni fa a Salerno per studiare all’università. I suoi ravioli di farina di riso ripieno di maiale, scalogno e lemon grass rsono simbolo del suo sogno di far conoscere la cucina vietnamita in Italia. I valori della cucina per lei consistono nel raccontare la storia di un territorio e lei si riferisce particolarmente allo street food.
“Tu sei consapevole del buono che hai tra le tue mani?” le domanda con dolcezza Barbieri. “No, penso che sono sempre una schiappa” risponde lei e fa breccia negli animi di tutto il pubblico, che riempie di cuoricini i social network: “Ci farà sognare. La amo. Deve vincere” sono solo alcuni dei messaggi per lei su Instagram. “Se vinci che fai?” le domandano. “Compro tutti i libri dei grandi chef che ora costano troppo e li traduco in vietnamita”. Tutti commossi. Tre sì dati col cuore.

Festival Gusto 2022 - Tutta colpa di Masterchef: il lavoro in cucina è un'altra storia

È la volta di Antonio, Bubu in famiglia, nato a Vico Equense ma cresciuto in Sardegna, arriva accompagnato dalla sua ragazza Eleonora. Studia a Roma scienze archeologiche all’università e i suoi genitori non vogliono che lui faccia il cuoco quindi è arrivato alle selezioni di nascosto. Il suo amore per la cucina e la sua regione è dichiarato nei Culurgiones in acqua di pecorino, parmigiano e zafferano con gocce di olio alla menta, che chiama “Assaggio della mia isola”. Dopo i tre sì apre gli argini delle lacrime e pure la sua ragazza.

E non sono i soli. Francesco 38 anni da Marcianese (Caserta), insegnante di sostegno, parte subito emozionato. Un po’ trema un po’ non riesce a rispondere per l’emozione. per fortuna a parlare per lui c’è il Baccalà e patate con crumble del piatto che chiama “eccomi a casa”. Becca due sì (col no di Barbieri) e il grembiule grigio e ancora si commuove. E qui Barbieri dà voce al pensiero che presumibilmente tutti un po’ da casa hanno: “Però che stress con tutti sti pianti… due maroni”. Appunto.

Arrivano in sequenza tre risotti: Francis: Risotto al Barbabietola con cappesante, Rapunzola (rapa e zola) e Milano Roma solo andata. Tre fallimenti. D’altro canto, la maledizione di Masterchef è chiara. Col risotto si passa rarissimamente.

 

È un tris di sì invece la storia di riscatto di Rachele, milanese, 34 anni, impegnata nel mondo della moda. Racconta di una vita difficile a causa del suo peso (oltre 100 chili prima dell’intervento per dimagrire) per il quale ha subito body shaming nell’ambiente di lavoro. Simpatica, risponde a tono alle provocazioni di Barbieri (ma lo sfiletti un pesce con quelle mani così curate?) e convince con i ravioli ripieni di branzino, fumetto di branzino e chips della loro pelle. La rivincita per lei parte dalla cucina.

Via a Francesco, 29 anni da Roma. Ama la cucina perché cucinava con la nonna con cui è cresciuto dopo il divorzio dei suoi. Indossa un grembiule bizzarro che ha cucito lui stesso e serve i “paccheri gourmet”, ripieni di burrata, con tartare di spada e pomodorini al forno su salsa di zucchine. È molto alto (la sua cucina ha i piani di lavoro rialzati) e questo crea un siparietto con Antonino.

 

Parla parla parla in continuazione e i giudici hanno intuito: in classe farà confusione dice Locatelli. Sei un matto dice Barbieri. Un po’ di pazzia però ci vuole, conclude Cannavacciuolo. Francesco porta a casa tre sì e il primo tormentone: SUPER!

Un altro che cucinava con la nonna è d Leonardo, di Bologna, 20 anni, studente di economia a Trento. “Quando cucino provo grandi emozioni – dice – e vorrei entrare in questo mondo. Questo piatto è dedicato a mia nonna Paola, anche se non era tanto convinta che venissi qui. Voleva vedermi laureato”. Il piatto è di Cappelletti saltati con burro, punte di asparagi e bottarga. Non ha osato i tortellini perché non lo sa chiudere, notizia che provoca uno choc in Barbieri che emette un particolare sibilo: Hiiiiiiii!!!

 

Colpito dalla giovinezza, Barbieri mette alla prova le sue conoscenze: “Cos’è la cotoletta alla petroniana?” chiede senza ottenere la risposta giusta. Arrivati al giudizio, Barbieri si dice dalla parte di nonna Paola” (della serie, ‘meglio se studi economia’). “La tua motivazione mi sembra sincera, ci voglio credere” dice invece Locatelli. Decisivo per il grembiule grigio il sì di Antonino.

Ed ecco poi Lorenzo Barzotti, siciliano che vive nelle Marche, ma non è in grado di citare le specialità siciliane come le sarde a beccafico. Lavora in un supermercato ma non pare conoscere i vegetali: frulla le patate col frullatore a immersione nonostante gli chef facciano capire che è un errore gravissimo. “Viene morbido” assicura. L’unica cosa che piace del suo polpo e patate è il nome: Polp fiction, oppure – nella versione italiana – polpo di fulmine. Promosso in simpatia. Ma solo in quella.

 

Edoardo Franco, in tuta di velluto a coste viola leopardata, 26 anni da Varese, ha vissuto a lungo in Germania ad Amburgo, ama la musica elettronica e ama rappare. Anche lui osa un risotto, ma con risultati migliori. “Risotto, zucchine marinate e fonduta di pecorino al profumo di limone e menta”. In Germania faceva il barman, il cameriere poi il biker per le consegne. Per capire quanto è originale, basti pensare che molti anni fa aveva un amico turco e  si è tatuato la bandiera della Turchia sul petto, cosa che “oggi non è proprio bello”. In ogni caso, al netto della tuta, del caschetto e del tatuaggio, ottiene il grembiule bianco. Esce facendo la ruota.

Aurora, 24 anni da Buonconvento in Toscana. Accompagnata dal fratello che sembra arrabbiato tanto è concentrato e nervoso. Con lui Aurora vorrebbe aprire un locale. Tutto dipende dal suo “nell’orto di Babbo”, cioè maltagliati ma non ragù di cinta, bensì versione vegetariana con crema di verdure, salsa pecorino, pomodorini confit. Cannavacciuolo premia l’impegno con un sì.
Barbieri la frena col suo no. Ma la pasta fresca invece convince Locatelli che manda Aurora, ovviamente con lacrimuccia d’ordinanza, alle sfide.

 

Vincenzo 36 anni, da 10 anni in Indonesia, è titolare di una fabbrica di mobili con duecento dipendenti. La sua aspirazione è aprire un ristorante e portare la prima stella Michelin in Indonesia. Ci prova con una caprese scomposta di mare. Ma la serve in una pentola perché ha scordato il piatto. Locatelli sintetizza bene: “la bisque è molto buona ma da un capitano di industria mi aspettavo più organizzazione”. Se riesca a ottenere il grembiule grigio è grazie a Cannavacciuolo, comprensivo della stanchezza che può provare chi ha fatto 18 ore di viaggio per raggiungere le prove.

 

E arriviamo a Matteo, 32 anni di Parma. Era un idraulico poi è andato in Australia per cambiare vita. Ha fatto il raccoglitore di ortaggi, il venditore di giocattoli al luna park, le consegne in bici. Ora vive alle Canarie con la formula Work away. Si candida alla masterclass con un piatto che si chiama Nome del piatto: Contatto con tatto, cioè fettuccine alla crema di asparagi e pancetta croccante. Raccoglie tre no, con rammarico. Era simpatico a tutti.

Sara da Bergamo, 27 anni, figlia di genitori marocchini, impiegata. Da quando ha 14 anni è senza il padre che è andato via. Il suo sogno è tornare ad aprire il ristorante di cucina marocchina del papà. Ci prova con l’Hummus di mamma, aromatizzato basilico e menta, con chutney pomodoro peperoncino friggitelli e prugna secca, tonno in crosta di panko e mandorle tostate al burro. Tre sì, che premiano oltre al gusto, anche “il sapore di una terra lontana, di un’emozione, della famiglia, della vita”. Va da sé che l’uscita è annaffiata con lacrime di gioia.

 

A questo punto un bel tocco della regia mette insieme una via l’altra cinque storie d’amore. Una è quella di Alessandro di Bergamo, 32 anni, con la compagna Monica di 27 più grande. Stanno insieme da 4 anni, ostacolati dai genitori di lui per la differenza di età. La saggezza di Locatelli dice tutto: “mica devono venire a letto con voi, no?”.
Alessandro prepara un Gazpacho con tartare di tonno e riduzione di fragola dedicato al suo amore. Ma è troppo dolce. I giudici premiano l’innamorato ma bocciano il cuoco.

 

Poi la storia bizzarra di Milva, 60 anni, col compagno Claudio. Convivono nel weekend e hanno il garage in comune. Dal lunedì al giovedì vivono separatamente, Claudio cucina per sé e lei non mangia. “Dal lunedì al giovedì non mangio. Da sola non è che viene voglia di mangiare”. Antonino ha una fitta di dolore a sentire queste parole. In ogni caso i suoi passatelli ai frutti di mare non passano.

 

Una storia unidirezionale è quella di Ercole, 61 anni, separato da 20, che cerca di riconquistare la moglie perché “il primo amore non si scorda mai” (anche se ha al momento un'altra compagna). Presenta il “piatto di Elisa”, nome della sua ex, cioè spaghetti al sugo di salsiccia e funghi. Locatelli lo definisce “un piatto che sembra un incidente sulla M 25” che “non ispira tanto una donna a tornare indietro. Tua moglie portala fuori a mangiare”.

 

Marco è accompagnato dalla sua “coniglia”, così chiama la sua signora che lo incita passo passo mentre prepara “Gnocco was the way”. Ma gli gnocchi sono troppo duri e vengono bocciati. Lui si consola baciando la coniglia: “quanto sei bella”.

La storia più particolare è senza dubbio quella di Ivana da Roma, assistente parlamentare in stand by. Era sposata ma era infelice. Da casalinga abruzzese non aveva un suo spazio. L’unica cosa che poteva fare era andare in chiesa. Dove però si è innamorata del prete. Ha lasciato il marito per lui ed è stato l’amore della sua vita. Lui però è morto da sette mesi e da quel momento Ivana non ha più cucinato. I figli adesso l’hanno spinta a partecipare per ritrovare la gioia di cucinare. Forse è stata una buona idea perché i suoi Bottoni di pesce spada e burrata in acqua di broccoli e vongole le hanno portato il grembiule grigio.

 

C’è lo zampino dei figli anche nell’iscrizione di Silvia, 56 anni. È figlia di un pilota e di una hostess che viaggiavano molto in Asia e quindi ama i sapori orientaleggianti, tra cui lo zenzero che aggiunge agli Gnocchi di patate e baccalà in sugo di vongole, per il piatto che chiama “scopri l’intruso”. A sorpresa sono tre si. Cannavacciuolo, addirittura, giudica la sua ricetta il piatto della giornata.

Ollivier è l'ultimo della serata. Metà francese e metà croato (ha una galleria di arte in Croazia) ma vive in Italia a Parma col compagno pugliese. Ha vissuto da adolescente la guerra dei Balcani e il momento in cui si parla della guerra attuale è toccante: “dopo 30 anni non abbia o imparato niente”. Poi si torna a parlare di cibo. Il suo Gyoza gli vale il grembiule grigio, a causa di Giorgio Locatelli che considera il piatto troppo semplice.
E così tra tanta pasta fresca, molto pesce, un carico d’amore e un fiume di lacrime, bisogna attendere una settimana per il completamento della masterclass.