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Se il dolcificante aumenta l'ansia

Se il dolcificante aumenta l'ansia
Una ricerca scientifica individua un nesso tra lo stato d'animo e l'utilizzo di aspartame. La possibile causa va ricercata nei composti chimici che si formano dopo l’assunzione
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Ansia e uso di dolcificanti ci potrebbe essere un nesso? Parrebbe di sì. Dopo anni di guerra allo zucchero accusato di provocare danni alla salute. A torto o a ragione è sembrato risolutivo sostituire lo zucchero con i dolcificanti, ma ultimamente sono emerse delle problematiche che non depongono a favore del loro uso. In particolare un dolcificante di sintesi: l’aspartame, pare sia il più dannoso.

 

Fu scoperto accidentalmente nel 1965 da James M. Schlatter, che si leccò le dita mentre lavorava a un farmaco per l’ulcera e scoprì l’eccezionale dolcezza del suo composto con il pregio di risultare anche a basso tenore calorico. Si presenta come una polvere bianca e inodore ed è circa 200 volte più dolce dello zucchero. L’aspartame è un dolcificante artificiale dall’alto rendimento, basti pensare che è circa 180-200 volte più dolce del saccarosio, cioè lo zucchero da cucina.

Questa sostanza è attualmente usata come ingrediente in più di 6000 alimenti tra cui gomme da masticare, dessert, yogurt, vitamine, medicinali e bevande dietetiche. L’Autorità Europea di Sicurezza Alimentare (EFSA) ha fissato la dose giornaliera accettabile (DGA) di aspartame in 40 mg al giorno per ogni kg di peso corporeo. Mentre per l’autorità statunitense Food and Drug Administration (FDA) la dose giornaliera è di 50 mg. per ogni kg di peso corporeo. Se per esempio, se si considera un peso di 60Kg la dose massima giornaliera risulterebbe di 2.400-3.000 mg. Per l’Unione Europea l’etichetta sui prodotti alimentari contenenti aspartame deve dichiarane la presenza, indicandone oltre al nome o il suo numero corrispondente con la E davanti dunque  E951. Alcuni ricercatori del Florida State University College of Medicine hanno in una ricerca su cavia hanno collegato il consumo di  aspartame, al comportamento ansioso dei topi. Questo formulato è ampiamente impiegato come dolcificante artificiale in almeno 5.000 cibi e bevande dietetici. Si è accertato che oltre a produrre ansia in queste cavie che hanno consumato l'aspartame, gli effetti negativi si sono estesi fino a due generazioni dai maschi esposti al dolcificante. Lo studio è pubblicato negli Atti della National Academy of Science. 

 

“Ciò che questo studio sta dimostrando è che bisogna guardare indietro ai fattori ambientali, perché ciò che si vede oggi non è solo ciò che sta accadendo oggi, ma ciò che è accaduto due generazioni fa e forse anche di più”, ha detto il coautore Pradeep Bhide, il Jim e Betty Ann Rodgers Eminent Scholar Chair of Developmental Neuroscience presso il Dipartimento di Scienze Biomediche. Lo studio è nato, in parte, a causa di precedenti ricerche del Bhide Lab sugli effetti transgenerazionali della nicotina sui topi. La ricerca ha mostrato cambiamenti temporanei o epigenetici, negli spermatozoi dei topi. A differenza dei cambiamenti genetici, dette mutazioni, i cambiamenti epigenetici sono reversibili e non modificano la sequenza del DNA; tuttavia, possono cambiare il modo in cui il corpo legge una sequenza di DNA.

La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato l'aspartame come dolcificante nel 1981. Oggi ne vengono prodotte quasi 5.000 tonnellate all'anno. Quando viene consumato, l'aspartame si trasforma in acido aspartico, fenilalanina e metanolo, che possono avere tutti potenti effetti sul sistema nervoso centrale. Condotto dalla dottoranda Sara Jones, lo studio prevedeva di fornire ai topi acqua potabile contenente aspartame a circa il 15% dell'assunzione umana giornaliera massima approvata dalla FDA. Il dosaggio, equivalente a sei-otto lattine da 230 grammi di soda dietetica al giorno per gli esseri umani, è continuato per 12 settimane in uno studio durato quattro anni. Nei topi è stato osservato un pronunciato comportamento ansioso attraverso una varietà di test del labirinto su più generazioni discendenti dai maschi esposti all'aspartame. "Era un tratto così robusto simile all'ansia che non credo che nessuno di noi si aspettasse di vedere", ha detto Jones. "È stato completamente inaspettato. Di solito si vedono piccoli cambiamenti."

Quando è stato somministrato il diazepam, un farmaco usato per trattare il disturbo d'ansia negli esseri umani, i topi di tutte le generazioni hanno smesso di mostrare comportamenti simili all'ansia. I ricercatori stanno pianificando un'ulteriore pubblicazione di questo studio incentrata su come l'aspartame ha influenzato la memoria. Alcuni degli effetti rilevati e collegati al consumo di questa sostanza sono: disturbi cognitivi, mal di testa, emicrania, umore irritabile, ansia, depressione, disturbi del sonno, dell’apprendimento e della memoria. La possibile causa di questi risultati sono i composti chimici che si formano dopo l’assunzione di questo dolcificante. Queste sostanze possono infatti inibire la sintesi e il rilascio di neurotrasmettitori: dopamina, noradrenalina e serotonina, sostanze che regolano l’attività neurofisiologica. L’aspartame, inoltre, agisce come un fattore di stress chimico elevando i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e provocando la produzione di radicali liberi in eccesso. Livelli elevati di cortisolo e radicali liberi possono aumentare la vulnerabilità del cervello allo stress ossidativo (danno causato dai radicali liberi) che può avere effetti negativi sulla salute neurocomportamentale. La ricerca futura identificherà i meccanismi molecolari che influenzano la trasmissione dell'effetto dell'aspartame attraverso le generazioni. In conclusione: meglio usare poco zucchero che usare dolcificanti.