Leggenda vuole che siano stati i francesi a chiamarli supplì per primi. Per via della surprise (sorpresa) ovvero quell'interno filante di mozzarella che si allunga come il filo del telefono quando si apre la crocchetta in due parti. Nelle strade di Roma, nelle pizzerie soprattutto, i supplì (che inizialmente si coniugavano al femminile) si friggevano già a fine Ottocento. E secondo ricetta antica si preparano con le ragaje de pollo, ovvero le interiora del pollo. All'Invention Test, i concorrenti di Masterchef si sono cimentati però non con la ricetta originale, ma con diverse interpretazioni del ripieno, confrontandosi prima con lo chef di riferimento dei supplì (e dei fritti in generale) Jacopo Mercuro, del 180gr Pizzeria Romana noto per i suoi Sampietrini: cubetti di 70 grammi circa che si ispirano ai piatti tradizionali della cucina romana e non.
Così i supplì che lo chef ha portato all'assaggio (ma solo dei giudici di Masterchef) contenevano mezze maniche con coda alla vaccinara, tonnarelli con guanciale e Parmigiano (non pecorino) ma anche noodles. Gli aspiranti masterchef hanno provato a dire la loro, così nei ripieni hanno messo melanzane alla parmigiana (ottimo Bubu, il migliore della prova) e coniglio alla cacciatora (brava Laura che è stata per due volte tra i migliori). Non hanno osato fare modifiche sull'impanatura, solo Hue è andata a segno sostituendo al pangrattato i cornflakes (forse più simili al panko orientale). In molti evidentemente hanno sottovalutato la prova pensando che tanto quando si frigge è tutto buono, così hanno scelto formati di pasta sbagliata (Sara ha provato col cous cous ma ha fallito, come Beppe con le orecchiette) e i ripieni spesso erano troppo asciutti.

"Questa era una prova tecnicamente molto difficile" ha detto dopo l'Invention Test lo chef Bruno Barbieri. Perché alla fine è sempre difficile migliorare una ricetta che è già perfetta. Secondo le indicazioni della prova i concorrenti avrebbero dovuto reinventare il supplì, mantenendo però l'effetto sorpresa, al pari di quel filo di mozzarella fusa che unisce le estremità del supplì. Tornando alla ricetta classica, bastano pochi ingredienti per prepararli a casa. Si può partire da quanto ha scritto Ada Boni, nel suo libro Il Talismano della Felicità e prevede la preparazione del risotto cotto nel ragù di salsiccia di maiale e fegatini di pollo. Cotto il riso, va versato su un vassoio o una teglia allargandolo bene, per poi farlo raffreddare in frigorifero per un'ora. Nel frattempo ci si dedica all'impanatura, sia in farina che nel pangrattato. Si formano le polpette dalla forma allungata e al centro si colloca un pezzetto di mozzarella. Si richiude tutto e si impana: farina, uovo e pangrattato. Poi la cottura in olio bollente, pochi per volta. Negli ultimi anni nelle pizzerie romane sono comparse molte variazioni sul tema, in alcuni casi si sostituisce il riso con la pasta, al posto del ragù di carne si può trovare solo la salsa di pomodoro. L'importante però è non confonderli con gli arancini siciliani (o le arancine): si differenziano per la forma (gli arancini sono tondi o di forma conica, mentre il supplì ha una forma allungata) e per il ripieno che secondo tradizione siciliana è di ragù, piselli e caciocavallo oppure di dadini di prosciutto cotto e mozzarella.