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Il vino può essere sostenibile: la verità oltre la moda

Un momento del Wine Talk dedicato a vini e sostenibilità (le foto dell'articolo sono di Stefano Ceretti)
Un momento del Wine Talk dedicato a vini e sostenibilità (le foto dell'articolo sono di Stefano Ceretti) 
Wine in Venice: un panel di esperti ha sviscerato il concetto di sostenibilità vitivinicola e provato a tracciare la strada per un futuro concreto
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Sostenibile: che si può sostenere. Fin quì la definizione è semplice. Ma sostenibile è anche "uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza ledere quelli della generazione futura". Le attività agricole sono tutte il segno dell'impatto dell'uomo sull'ambiente, viticoltura compresa, nonostante la bellezza di alcuni panorami. Ma allora cosa si può fare, cosa può fare il vino per essere sostenibile nella gestione pratica? Ne ha parlato durante Wine in Venice - manifestazione vitivinicola incentrata sui temi di Etica, Sostenibilità e Innovazione tenutasi a Venezia dal 28 al 30 gennaio - un panel di esperti e appassionati coordinato da Lara Loreti - de ilGusto - e composto da Paolo Criscione e Maria Dei Svaldi di Vini Sostenibili, Brunella Saccone (direttrice ufficio agroalimentare e vini di ICE),  l'enologo Gianpiero Gerbi e il Professor Ettore Capri



A loro il compito di capire e analizzare in un mondo in cui si deve fare e senza indugi, perché le emergenze climatiche sono sempre più impattanti e  soprattutto sempre più reali e realistiche per i consumatori, come dimostrano i dati presentati da Paolo Criscione (Presidente della rete Vini Sostenibili, una rete di aziende che fa consulenza nel settore vitivinicolo per tutto ciò che riguarda la sostenibilità e l'evoluzione etica della produzione). "Sempre di più, complici le difficoltà di questi ultimi anni e lo sdoganamento di un certo tipo di linguaggio, le tematiche riguardanti l'ambiente anche riguardo al vino sono sulla bocca di tutti, ma il lavoro è ancora solo all'inizio" spiega il Presidente Criscione. "Tra Doc/Docg, Bio e Sostenibile, per esempio, stando all'ultimo rapporto di Wine Monitor, solo il Bio ha veramente attecchito nei consumatori medi, complice anche l'attenzione al clima della categoria dei Millenial. Mentre il concetto di sostenibilità in senso lato rimane ancora troppo fumoso. Gli viene, sì, riconosciuta una maggiore attenzione al terreno, il rispetto della biodiversità e una maggiore produzione di CO2, ma non c'è invece consapevolezza di quanto le certificazioni siano rigorose (e a volte nemmeno che esistono, ndr)". Allo stesso modo, stando ai dati di Wine Monitor, un ampio campione di intervistati ha dichiarato di non saper riconoscere, su uno scaffale GDO, la differenza tra vini Bio, Sostenibili o da Lotta Integrata, ignorando spesso (soprattutto i consumatori base) il significato stesso dei simboli che li identificano.

 

Wine in Venice, Centinaio all'Europa: "Il consumo moderato di vino non fa male alla salute"

Dati apparentemente in contrasto tra di loro che, come emerso dal dibattito tenutosi a Venezia, segnalano però che c'è un  ampio margine di miglioramento e che la vera urgenza è lavorare sulla coscienza dei consumatori, "che sono i veri e principali attori del mercato. Non siamo indietro come si potrebbe pensare - ha sottolineato Brunella Saccone, "molto spesso il consumatore è disposto a pagare qualcosa in più o farsi del male (nel caso del vino il riferimento era alle polemiche recenti per la legge irlandese, di cui ha parlato anche il Vice Presidente del Senato Gianmarco Centinaio), se sa che quello che sta acquistando o ingerendo ha un buon impatto sull'ecosistema che lo circonda. Ed è su questo che bisogna ragionare, ma in maniera trasversale se vogliamo che l'export 2023 possa reggere i livelli dell'anno precedente (in cui la nostra esportazione del comparto vino ha raggiunto gli 8 miliardi, ndr)". Consapevoli che il concetto di sostenibilità è molto ampio e spesso cambia da popolo a popolo. "Ed è su questo tipo di promozione pubblica che l'ICE sta lavorando. Abbiamo accelerato, grazie alla pandemia, i tempi di molti progetti tra cui un sistema interno di Blockchain con cui viene offerto, gratuitamente, alle aziende che hanno interesse a candidarti la costruzione della certificazione per quanto riguarda i rami di azienda che gli interessano di più". 

Brunella Saccone, dirigente ICE
Brunella Saccone, dirigente ICE 

Rami e ambiti di lavoro in cui emerge, o dovrà fortemente emergere come sottolineato da tutti coloro che sono intervenuti al Wine Talk, la gestione dell'acqua. "Se negli anni '70 per fare un grande vino ci voleva tanta acqua, come diceva spesso il professor Tommasetti, ma per arginare un problema di igiene, oggi ci vuole sempre più acqua per irrigare i campi, data la siccità incipiente. La soluzione non può essere però lo sfruttamento incondizionato delle risorse potabili - sottolinea appassionatamente Gianpiero Gerbi -, il concetto va totalmente ribaltato. E per poterlo fare l'unica via è istituire una buona rete di formazione, non solo del consumatore (a capire) ma anche l’azienda (a fare).  

Gianpiero Gerbi, enologo
Gianpiero Gerbi, enologo 

Una formazione che, come ha sottolineato nel suo intervento di chiusura e sintesi il professor Capri (direttore del Centro di Ricerca OPERA - Osservatorio Europeo dell'Agricoltura Sostenibile dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), non può prescindere da un nuovo approccio al fare e quindi all'economia aziendale: "Prima di tutto i produttori hanno come unica possibilità di sopravvivenza un profitto giusto, perché in mancanza di questo non può esserci sostenibilità. Quest’ultima si realizza non con le favole, ma con un investimento, principalmente in risorse economiche, la vera chiave di volta non può prescindere da un cambio di strategia imprenditoriale per la maggior parte delle aziende italiane. Una strategia che guardi verso un efficientamento di tutto ciò che riguarda la vigna e la cantina e il loro rapporto con il territorio circostante". E siccome la sostenibilità non può essere semplicemente una narrazione di marketing, "perché i risultati avvengano davvero bisogna capire che non è una parola, è scienza. L'ecosostenibilità di un processo produttivo deve emergere da un metodo scientifico" che si basa su tre verbi fondamentali. Sperimentare, misurare e migliorarsi".