"L'argentino Malbec è il mio preferito, ma mi piacciono anche i rosati che trovo sottovalutati: non sono di serie B". Scopre la passione per il vino a 48 anni e decide di fare il corso per diventare sommelier stupendo moglie e figlie, dopo aver lasciato la politica ed essere tornato al suo vecchio lavoro.

"La passione c'era, covava sotto le ceneri, l'avevo tenuta nascosta da tempo. Sino a ieri ero uno da spumantino, un prosecchino come aperitivo con gli amici al bar magari, e nulla più, poi ho capito". Nessun particolare aggancio o vocazione in famiglia o sul lavoro per Andrea Melis, ex consigliere regionale M5S in Liguria e appassionato anche di corse in montagna. Nel giro di conoscenze e amicizie non vanta ristoratori, cuochi, enologi, proprietari di cantine che possono averlo influenzato nelle sue scelte avvicinandolo al mondo del vino. Neppure tra i colleghi con cui ha condiviso l'esperienza in Regione e gli elettori che ha incontrato. Alle spalle solo le bevute classiche tra amici e parenti, con bicchieri e bottiglie condivisi magari al sabato sera o nelle feste comandate.

"Io sommelier per caso" potrebbe essere il titolo simbolico della sua esperienza fai da te. "Non sono un autodidatta, mi ha spinto un mix di istinto, passione e curiosità e mi sono iscritto al corso. Volevo dimostrare che si può diventare sommelier pur essendo persone normali, senza particolari referenze e senza aver seguito specifici percorsi professionali nel settore". Così Melis descrive la sua esperienza dopo aver concluso brillantemente un corso professionale per una trentina di lezioni complessive che comprendevano anche degustazioni e schede da compilare su "limpidezza", "trasparenza", "colore" e "tonalità" del contenuto versato nei bicchieri utilizzati per i test. Alle varie prove e degustazioni "didattiche" si è districato tra "fluidità", "acidità", "sapidità" e "morbidezza" del vino, venendo chiamato a dire la sua. "Chiunque può avvicinarsi al vino per saperne di più, anche senza avere un particolare pedigree o curriculum nel settore. Mi sono presentato al corso e ho esordito facendo sapere a tutti i presenti una mia convinzione, ovvero che il vino rosato si ottiene mischiando bianco e rosso. Dalle loro risate ho capito che dovevo studiare". E così è stato come tornare sui banchi di scuola, a studiare le dispense con le schede di valutazione districandosi tra il "rosa cerasuolo" che richiama il colore della ciliegia in via di maturazione e la "buccia di cipolla" per definire il colore della buccia della cipolla ramata. Protagonista il vino di turno da assaggiare durante le degustazioni-test che può essere "allappante" e "schietto".

Il savonese Melis è stato eletto consigliere regionale in Liguria nel 2015 con il M5S, scaduto il mandato di cinque anni, si è candidato alle elezioni comunali di Savona, ma non è stato eletto. Dopo essere ritornato al suo vecchio lavoro di project manager a Genova con la multinazionale di ingegneria Abb, nelle settimane scorse ha ottenuto il titolo di sommelier ultimando dopo tre anni (tempi lunghi causa Covid) il corso organizzato dalla Fisar, la Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori, di Varazze di cui ora è consigliere nel direttivo, coordinatore di eventi e degustazioni e in cui ricopre anche l'incarico di addetto alle pubbliche relazioni.

È convinto che l'intendersi di vino possa essere anche una caratteristica di chi ha un'estrazione più popolare, semplice. "Non è solo roba per ricchi, eletti o iniziati, il vino unisce tutte le classi sociali, anche se il corso alla fine è venuto a costare circa 1.500 euro complessivamente". La vocazione popolare del vino per Melis è anche soprattutto una questione di lavoro. "Per me è un hobby come per gli altri partecipanti al corso che ho frequentato, tutta gente comune e normale, tra di loro non c'era nessun fissato o esaltato che parlava difficile. Per i giovani il mondo del vino può rappresentare uno sbocco lavorativo. Sul mercato c'è richiesta di sommelier".

Adesso il suo vino preferito è il Malbec, argentino. "Di cui in giro si possono trovare bottiglie ad un costo contenuto, tra i 18 e i 25 euro. È sbagliato pensare che per bere bene, con moderazione, si debba spendere tanto - spiega l'ex consigliere regionale pentastellato - mi piacciono anche i vini cileni come il Carmenere. Vitigni francesi piantati e cresciuti con successo in Sudamerica. In Italia mi attraggono quelli meridionali piuttosto che piemontesi, come il siciliano Syrah o un nero d'Avola".

Su un vino domestico, alla portata di tutti, da abbinare ad un piatto popolare senza andare a spendere ingenti risorse economiche in ristoranti stellati, Melis ha le idee chiare e trova una soluzione per tutte le tasche dei neofiti che si avvicinano al settore: "Per una serata a casa, in famiglia, magari un sabato sera, con una pizza di qualità buona, nonostante l'arrivo nei cartoni, potrebbe starci bene un ottimo rosato fresco e semplice. Penso ad esempio ad un accostamento con un Tintilia del Molise. Da abbinare ad una margherita o ad una quattro stagioni. Oppure per rimanere sul mio territorio potrei pensare a portare in tavola una Granaccia vinificata in rosato. Ed ecco come una serata semplice diventa interessante dal punto di vista delle combinazioni enogastronimiche".