L'obesità rimane prevalente anche in Italia, oltre che nel mondo e fra le tante soluzioni per risolverla, si è pensato ad un potenziale trattamento tramite la stimolazione del nervo vago (VNS). Esso gestisce la sazietà ed è un nervo che attiva anche gli altri nervi dello stomaco che trasmettono il volume dello stomaco e stabiliscono la sazietà. La sovra-distensione dello stomaco o il suo inflaccidimento, ci fanno sentire sazi o affamati.
Su questo tema, è stato condotto uno studio sui ratti Sprague Dawley, inclini all'obesità: questi, divisi in due gruppi, sono stati sottoposti a una dieta ricca di carboidrati (un gruppo) e di grassi (l'altro) per diversi mesi, sono stati portati così a un'obesità indotta dal cibo assunto. Sotto anestesia, l'attività neurale nel nervo vago è stata registrata con microelettrodi penetranti e lo stomaco è stato disteso con un palloncino impiantato. Il tono vagale durante la distensione è stato confrontato con il tono basale prima della distensione e le risposte sono state fortemente correlate con la distensione dello stomaco, ma la sensibilità alla distensione era significativamente inferiore soprattutto negli animali che erano stati alimentati con diete non standard, cioè diete ricche di grassi e poi anche solo di carboidrati. Si è così accertato che queste diete ad alto contenuto di grassi e quelle ad alto contenuto di carboidrati, compromettono la segnalazione del nervo vago di sazietà. I nervi vagali trasmettono il grado di pienezza dello stomaco al cervello, grazie all’azione immediata delle fibre viscerali afferenti e quando la parete dello stomaco si allunga come avviene, ad esempio, durante l'assunzione di cibo, la velocità di scarica dei recettori meccanici, sensibili allo stiramento gastrico, aumenta di circa il 20%. È stato inoltre dimostrato che la stimolazione del nervo vagale (VNS) - che nasce dal midollo allungato e poi va in basso su tutto l’apparato digerente - promuove la riduzione dell'assunzione di cibo e diventa quindi un agente favorevole all’ottenimento della perdita di peso e, contemporaneamente, riduce il desiderio e l'appetito sia negli animali che negli esseri umani.
Si ritiene, dunque, che l'aumento dell'attività del nervo vago induca la perdita di peso, segnalando la distensione dello stomaco e producendo sazietà. Se distendiamo lo stomaco esso, assieme ai recettori sensibili alla tensione nella parete dello stomaco, svolge un ruolo fondamentale nello stabilire la sazietà, mentre se c’è una riduzione della distensione, e quindi meno sensibilità dei recettori, si favorisce l’aumento della fame. Purtroppo, sono stati segnalati anche diversi effetti collaterali della VNS: mal di testa, crampi, gonfiore, dolore addominale, eruttazione, dispepsia (indigestione), reflusso gastroesofageo (bruciore di stomaco), nausea e vomito. Una soluzione degli ultimi tempi è la creazione di un chip che inganna in cervello inducendolo a credere che lo stomaco sia pieno. Il dispositivo, che è nato dall’idea di due ricercatori della University of Wisconsin-Madison, potrebbe fornire un’efficace alternativa alle normali strategie messe in atto per combattere l’obesità. Si tratta di un chip grande meno di un centimetro che funziona senza batterie e, per svolgere il suo compito, sfrutta la stimolazione del nervo vago, che collega il cervello allo stomaco. Nei test di laboratorio, il dispositivo ha causato nei topi la perdita del 40% del loro peso corporeo.