C'è l'Europa nel mirino del ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenuto a Genova all'inaugurazione di Slow Fish, l'evento dedicato al mondo del mare (ma non solo). "L'Unione Europea per anni ha pagato gli agricoltori per non coltivare e i pescatori per non pescare - accusa il ministro - noi vogliamo ribaltare questa visione e far tornare agricoltori e pescatori al centro, sono loro i primi ambientalisti". La critica all'Europa è in sostanza di aver ridotto le flotte, finanziando anche i fermi pesca, creando un danno ai piccoli pescatori, e un fenomeno analogo è successo anche con l'agricoltura, dove l'obiettivo era soprattutto non rischiare incendi, però con il risultato che alla fine, paradossalmente, al proprietario di un terreno conveniva non coltivare nulla e incassare i soldi europei.
Parlare di mare, terra e ambiente è l'obiettivo di questa edizione di Slow Fish (dall'1 al 4 giugno al Porto Antico di Genova) e di questo si è discusso nella tavola rotonda che ha aperto i lavori. Coordinata dal direttore del Secolo XIX, Luca Ubaldeschi, sono intervenuti Carlo Petrini e Barbara Nappini per Slow Food, Marco Bucci e Giovanni Toti, rispettivamente sindaco di Genova e presidente della Regione Liguria, e due rappresentanti dei mitilicoltori della Spezia, Paolo Varrella e Nadia Maggioncalda.

Tutti concordi nella necessità di salvare il mare dalla violenza che l'uomo ha consumato nei suoi confronti, tornando a valorizzarne il senso profondo che trasmette: "In mare c'è alimentazione, cultura, sale", ha sintetizzato Bucci. Poi, sulla tutela di chi in mare lavora, ha parlato il ministro Lollobrigida, sottolineando di "voler restituire alla pesca l'attenzione che merita", ma anche che "ogni intervento deve essere concordato con un'Europa che sembra interessata ad altro, alle filiere lunghe a basso costo".
E qui parte la stilettata all'olandese Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea e commissario per il clima. "Chiaro che spinga per fare di Rotterdam il porto di arrivo della pesca fatta in India o in Cina". Questo in un quadro che vede oggi i paesi del mediterraneo alla ricerca di un punto di incontro per tutelarsi. "Su questo siamo d'accordo con Macron", dice ancora il ministro. Che conclude con una battuta su una delle sue battaglie, quella contro le carni alimentari nate in laboratorio. "Chiamiamole cibo finto, come è giusto definirlo. Io voglio salvare il pesce autentico, i pescatori e chi lo mangia, non voglio acquistarlo in una cartolibreria perché stampato in 3d".
"La situazione è drammatica. La politica a livello planetario non ha il senso di quello che sta avvenendo. Parliamo di cambio climatico: io sono convinto che stiamo entrando in una situazione di irreversibilità - è il commento di Petrini - Non raggiungeremo il contenimento della temperatura come previsto. I disastri che stanno avvenendo saranno implementati. È arrivato il momento che la società dia una risposta collettiva e la politica prenda decisioni. Ad oggi questa decisione politica, meno che meno a livello planetario, è inesistente, il nulla. Sono trent'anni che chiediamo una legge sulla tutela dei suoli, da tutti i governi che si sono affacciati non si e' ottenuto niente. Speriamo che dalla società civile parta un movimento forte".