Al di là del risultato, al di là della seconda sconfitta consecutiva, il confronto più impietoso per l’Inter – e anche per l’italico pallone – arriva dalla visione in sequenza di due partite. Prima il Clasico Real Madrid-Barcellona e poi Sassuolo-Inter: impietosamente, due sport diversi. Al Bernabeu fantasia e tecnica sopraffina, imprevedibilità di ogni giocata. Poi è cominciata Sassuolo-Inter ed è stato come piombare fra i banchetti della Sagra della prevedibilità. Palla a Candreva? Solito cross lento nel solito punto dell’area. Palla ai centrocampisti nerazzurri? Solo malinconici passaggi alla moviola. Anche dal divano era facile capire in anticipo dove sarebbe andata a finire la palla.
Poi, certo, se apriamo ai se (il rigore sbagliato da Icardi, gli errori sottoporta) e ai ma (il Sassuolo ha tirato due volte) possiamo arrivare ovunque. La realtà è però quella di due sconfitte consecutive per la squadra che Luciano Spalletti aveva reso imbattibile portandola anche in testa alla classifica. E anche di una qualità complessiva del nostro calcio che trova l’eccezione spettacolare nel Napoli di Maurizio Sarri e nei risultati degli ultimi anni della Juventus di Max Allegri che a Madrid ha visto andare in scena il derby degli incubi fra le squadre che l’hanno asfaltata nelle due finali di Champions giocate negli ultimi tre anni.
A prima vista emergono tre quesiti. Spalletti riuscirà a rimettere in pista i nerazzurri? Sarri riuscirà a vincere qualcosa? Allegri potrà ripetersi? Ok, interroghiamoci pure su questi temi ma il vero domandone è un altro: prima ancora di capire come “vendere” il nostro calcio all’estero, come possiamo difenderlo dall’assalto di quello straniero? All’ora di pranzo, tifosi di Lazio e Crotone a parte, chi poteva resistere alla tentazione di cambiar canale e puntare su Madrid? Forse neanche quelli che sparano fantaquotazioni da 170 milioni per Milinkovic della Lazio o quelli della Congrega dei Pindari che insistono a paragonare Messi con Dybala. Perché non abbiamo da far di conto solo con la Sagra della prevedibilità di molte partite. Purtroppo c’è anche quella dell’esaltazione esasperata. Che illude e non aiuta.
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