Einstein Telescope. Cos’è il progetto che l’Italia vuole portare in Sardegna
Si tratta di un rilevatore di onde gravitazionali di terza generazione. Meloni ha presentato la candidatura: «Ce la metteremo tutta»
Antonio Lo CampoCreato da

Che l’Italia possa essere la nazione ideale per ospitare l’”Einstein Telescope” lo dice la storia, ma anche le competenze scientifiche che da sempre il nostro paese dimostra a livello internazionale, oltre alle risorse umane in campo scientifico. Non era un caso quindi, che fosse presente anche il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi alla cerimonia che si è tenuta oggi, per la candidatura dell’Italia ad ospitare Einstein Telescope, un grande osservatorio e laboratorio di ricerca per le onde gravitazionali, che una volta costruito sarà uno dei due maggiori al mondo. Le onde gravitazionali, una delle scoperte più importanti e rivoluzionarie nel campo della fisica degli ultimi cento anni, rappresentano una delle maggiori sfide per la scienza, in particolare fisica e cosmologia, per il futuro. Parisi è il presidente del Comitato tecnico scientifico che sostiene la candidatura italiana, che è stata ribadita con forza, oggi, dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ne ha ribadito l’importanza sia in termini scientifici che di indotto; “E’ un programma che permette al nostro paese di confermarsi tra i più importanti al mondo in campo scientifico, come merita” – ha sottolineato.
Dal Sardinia Telescope a Virgo
D’altra parte, la Sardegna già ospita uno dei radiotelescopi più avanzati al mondo, il “Sardinia Radio Telescope”, inaugurato pochi anni fa e realizzato da Inaf con l’Asi e Infn. E’ un territorio in effetti ideale, in molte sue aree, dove l’ambiente è “pulito” da altre interferenze, che possono disturbare questo tipo di strumenti. E l’Italia, è già una nazione che ospita le strutture che hanno consentito la scoperta delle stesse onde gravitazionali, a cui si rivolge invece l’Einstein Telescope. Lo fa con l'antenna rivelatrice Virgo , che si trova a Càscina, in provincia di Pisa: "Nel 2015 qui è avvenuta la prima osservazione, insieme a un altro strumento americano, di un'onda gravitazionale. E il lavoro e le scoperte sono poi proseguite con successo" ricorda Antonio Zoccoli, presidente dell' Infn, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. L'assegnazione della sede è prevista entro la metà del 2025. I rivali più agguerriti sono gli olandesi, che hanno però già promesso 870 milioni, parte di quei finanziamenti - tra 1 e 2 miliardi. E l'Italia su questo punto, non ha ancora molti numeri concreti da offrire, oltre agli 80 milioni per lo studio di fattibilità del progetto e ai fondi promessi dalla Regione Sardegna (350 milioni). Il progetto ha il sostegno politico di Italia, Olanda, Belgio, Polonia e Spagna e il “Consorzio Et”, riunisce circa quaranta istituti di ricerca e università in diversi Paesi europei, tra cui anche Francia, Germania, Ungheria, Norvegia, Svizzera e Regno Unito. Gli istituti di ricerca italiani coinvolti nell’Einstein Telescope sono l’Istituto nazionale di fisica nucleare (o Infn), coordinatore del progetto, l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, (Ingv).
"L'investimento ci sarà" - dice il Ministro dell'università e della ricerca, Anna Maria Bernini, nella sede dell'Istituto nazionale di astrofisica - "Noi crediamo in questa impresa importante per il presente, ma soprattutto per il futuro". Il nostro paese prevede per la realizzazione del telescopio Einstein 1,7 miliardi, da distribuire nei 9 anni necessari a realizzare lo strumento a Sos Enattos, nel paese di Lula, a sud di Olbia.
Cosa è, e quali obiettivi avrà Einstein Telescope?
Sarà un grande laboratorio che ci permetterà di studiare l'universo con le onde gravitazionali portandoci indietro nel tempo, fino a 13 miliardi di anni fa. Quindi, più o meno dal Big Bang, e dall’inizio della formazione dell’Universo, la cui età è calcolata proprio in 13,4 miliardi di anni. Anzi l'Einstein Telescope - dedicato al genio di Albert Eistein che per primo ipotizzò l'esistenza delle onde gravitazionali scoperte nel 2015 - 'ascolterà' l'universo attraverso le onde gravitazionali che è come se fossero la voce, l’eco dei più estremi eventi astrofisici nel cosmo. Ma non solo . Gli scienziati ci ricordano che del nostro universo ad oggi conosciamo poco meno del 5%, ossia la materia ordinaria di cui siamo fatti noi e tutto ciò che possiamo osservare nel cosmo. Del restante 95% circa "non sappiamo praticamente nulla", possiamo solo concludere, sulla base delle osservazioni da parte degli astrofisici, che esiste un altro tipo di materia, chiamata materia oscura, e un’energia, chiamata energia oscura, entrambe di natura sconosciuta. Einstein Telescope potrà contribuire a comprendere l’universo oscuro, verificando alcune ipotesi, ad esempio i buchi neri primordiali o gli assioni come ipotetici componenti candidati a costituire la materia oscura, che rappresenta circa il 25% del nostro universo "ma la cui natura oggi è, appunto, una delle maggiori questioni ancora irrisolte.
L’indotto che può generare
Imponente l'effetto totale potenziale in termini di occupazione generato da Einstein Telescope che, considerando effetti diretti e indotti, è stimato in 36.085 unità di forza lavoro e che corrispondono a circa 4.000 persone che lavorano, full time ogni anno, per i 9 anni di costruzione ipotizzati. Poiché la costruzione richiede l’avvicendarsi di diverse professionalità nelle varie fasi di costruzione, ci saranno degli specialisti che potranno lavorare per frazioni di anno e quindi il numero di persone che saranno coinvolte sarà maggiore di 4.000 l’anno. Questa forza lavoro sarà distribuita in tutta Europa, con una previsione indicativa di un 70% circa nella nazione ospitante. L’obiettivo prioritario di Einstein Telescope, è studiare l’universo con le onde gravitazionali, attraverso la sua storia, ripercorrendola indietro nel tempo fino all’epoca in cui è comparsa la luce, per capirne l’origine, come si è formato ed evoluto e quale sarà il suo futuro. Einstein Telescope, spiegano gli scienziati dell'Infn (Istituto di Fisica Nucleare) presenta un potenziale scientifico eccezionale e le sfide scientifiche da affrontare porteranno a sviluppi tecnologici in vari settori, tra cui la meccanica di precisione, la metallurgia, la sensoristica sismica, l’ottica, le tecnologie quantistiche e la gestione di imponenti moli di dati con l’intelligenza artificiale, nonché un enorme impatto sul territorio in cui sarà costruito. L’Italia ha un ruolo preminente a livello mondiale del settore, essendo uno dei soli due paesi al mondo dotati di uno strumento idoneo a questa scienza.
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