Un passo avanti ed uno indietro. Una svolta a destra e un’altra a sinistra. Spostamenti verso l’alto e poi verso il basso. E il risultato, a fine giornata, è sempre lo stesso: si è dove si era prima. Sì, l’autocandidatura a Presidente di Silvio Berlusconi sembra incamminarsi verso un imbarazzante tramonto: ma terrà comunque in ostaggio la cittadella politica per ancora qualche giorno. E soprattutto, tolto dal campo questo impiccio, sullo sfondo non si intravede uno straccio di soluzione.
La situazione è così confusa che più ancora che ad un labirinto fa pensare - ormai - al vecchio gioco dello Shanghai, dove se tocchi il bastoncino sbagliato perdi, e magari fai crollare tutto. Sono necessarie prudenza e pazienza. E allora: nel vecchio gioco del Quirinale - cioè nella partita in corso - da dove partire e qual è il bastoncino da non toccare?
Dopo troppe settimane passate a giocare con i nomi dei possibili presidenti, si è finalmente inteso che quella strada - con ognuno a insistere sul “suo” presidente: patriota, europeista, senza tessera del Pd... - non avrebbe portato da nessuna parte. Stavolta, infatti, il nome del Capo dello Stato va necessariamente calato in un contesto ampio, e non semplice da costruire. La novità è che le forze politiche sembrerebbero aver finalmente individuato il punto di partenza, la premessa, il bastoncino - insomma - da non toccare: che è la tenuta della legislatura e quindi del governo. Di questo o - più improbabilmente - di un altro governo.
La proposta di un patto di legislatura (Letta) e di un «governo dei leader» (Salvini), sembrano rivelare proprio questo: e se Cinquestelle, Pd e Lega cominciassero col concordare sulla necessità di mettere in sicurezza governo e legislatura, un passo avanti sarebbe certo compiuto. Perfino l’uscita di scena di Berlusconi potrebbe essere meno traumatica. Soprattutto se - per rilanciarsi e salvare l’onore - decidesse di vestire gli insoliti panni del kingmaker: proponendo per il Colle il nome di Mario Draghi (come sostengono alcuni) o addirittura di Sergio Mattarella (come cominciano ipotizzare altri). Non ci vorrà molto e lo sapremo.Articoli rimanenti
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