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Terrorismo: tre islamici assolti, ora rischio espulsione

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MILANO. Accusati di essere terroristi internazionali, assolti «per non aver commesso il fatto». A rischio, però, di tornare in Marocco su estradizione o con il decreto di espulsione sulla base del decreto Pisanu per motivi di ordine pubblico o sicurezza.
Abdel Majid Zergout, ex imam di Varese e prima ancora di Gallarate, e i suoi collaboratori Mohamed Raouiane e Abdelillah El Kaflaoui, erano accusati di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale (art. 270 bis C. P.) perchè sospettati di avere dato vita a una cellula italiana del Gruppo islamico marocchino combattente, l'organizzazione che nel 2003 firmò gli attentati di Casablanca, in cui morirono 45 persone. Nessun attentato nè armi trovate a loro carico, ma un elenco di indizi per cui, secondo il pm Elio Ramondini, avrebbero raccolto finanziamenti e prodotto o ricettato documenti falsi a favore del Gicm. Oggi i giudici della prima Corte d'assise di Milano li hanno assolti «per non aver commesso il fatto», sulla base del primo comma dell'articolo 530 C.c.p., quindi con la formula più ampia, dopo che lo stesso pm aveva ne aveva chiesto l'assoluzione per mancanza di prove.
Nei mesi scorsi i giudici avevano, infatti, annullato due rogatorie in Marocco e Francia decisive secondo l'accusa per la condanna. Troppo lunghi, per i giudici, nonostante le sollecitazioni, i tempi per portarle a termine, considerato che gli imputati erano in carcere dal maggio 2005. I giudici hanno anche stabilito l'immediata scarcerazione per chi non è detenuto per altri processi. Nelle prossime ore Zergout ed El Kaflaoui dovrebbero lasciare il carcere. Raouiane, invece, è detenuto anche ai fini dell'estradizione in Marocco, dove è stato condannato a 10 anni di carcere, in un processo in contumacia di cui ha saputo qualcosa solo dopo la sentenza. «Sono terrorizzato, ho paura, chiedo al ministro della Giustizia Mastella di fare qualche cosa, ho moglie e bambini, sono in Italia da 17 anni» ha affermato dopo la lettura del dispositivo. Gli altri due imputati potrebbero essere invece espulsi sulla base del decreto Pisanu, a causa di timori per l'ordine pubblico e la sicurezza.
A chiedere l'espulsione dei tre, «nel caso l'assoluzione fosse dovuta a motivi esclusivamente formali», è stato il senatore Alfredo Mantovano (An). Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha spiegato che dovrà studiare il caso. «Ora - ha osservato - è importante esaminare la situazione con attenzione e decidere con ponderazione. Non è la politica con i suoi pro e contro a decidere sull'espulsione, sono i fatti».
Contro un eventuale provvedimento di espulsione annuncia battaglia il difensore dei tre, Luca Bauccio. «Adesso - ha detto - inizierà la nostra battaglia preventiva contro la legge Pisanu, che è incostituzionale perchè permette di espellere dall'Italia persone dichiarate innocenti senza che abbiano la possibilità di opporsi». Per il presidente della Corte, Luigi Cerqua, gli imputati per terrorismo «hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini in un processo». «Il lavoro del giudice - ha detto - è quello di valutare le prove acquisite e, in questo caso, le prove non potevano portare a una dichiarazione di responsabilità». E riguardo un provvedimento di espulsione, nonostante l'assoluzione? «L'espulsione non mi riguarda. In questa veste e con questa toga nessuna riflessione», ha tagliato corto Cerqua.
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