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Regole più severe per l'agriturismo

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 Una legge per regolamentare, promuovere e rilanciare gli agriturismi lombardi. E' quella approvata ieri in consiglio regionale a larga maggioranza e con la sola astensione di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. La legge si pone l'obiettivo di introdurre la multifunzionalità nell'azienda agricola, permettendo il permanere degli agricoltori sul territorio, la valorizzazione del patrimonio rurale ora in disuso e dei prodotti agricoli tipici e di qualità. Viene favorito l'esercizio dell'attività agrituristica in forma familiare per un numero limitato di ospiti. «L'agriturismo in Lombardia - ha spiegato il relatore Mario Sala - sarà sempre più decisivo per la permanenza dei produttori agricoli nelle zone rurali, perché favorisce la multifunzionalità dell'azienda: per questo guardiamo al bel tentativo imprenditoriale di oltre 900 aziende agricole lombarde che potranno contare su una legge innovativa». «Auspico _ ha aggiunto Sala _ una pronta approvazione in sede comunitaria del piano regionale di sviluppo agricolo che prevede 53 milioni di euro nei prossimi 7 anni a favore della multifunzionalità dell'azienda agricola rendendo così disponibile per l'agriturismo fondi consistenti». La legge prevede l'istituzione di un albo degli agriturismi, a cui possano accedere solo coloro che hanno un'impresa agricola, perché il legame con l'azienda, e quindi con la produzione in loco, deve essere il discriminante per poter operare in questo settore e per poter accedere ai finanziamenti e agli sconti fiscali conseguenti. L'esclusività comporta anche criteri rigorosi, introdotti dalla nuova legge, come la possibilità di utilizzare solo edifici già in essere nell'azienda, soggetti a regole urbanistiche relative al settore agricolo più che a quello della ristorazione. Sussiste inoltre il vincolo di utilizzare per almeno il 70% i prodotti della zona, di cui almeno la metà derivanti da materie prime o da lavorazioni provenienti dalla stessa azienda. In Lombardia sono attualmente operativi 856 agriturismi, 185 dei quali in provincia di Brescia, 135 nella provincia mantovana, 112 a Pavia e 94 a Bergamo e provincia. Il resto è suddiviso tra le altre province. «Una legge positiva, nata con la partecipazione degli operatori e da un buon lavoro di maggioranza e opposizione in commissione attività produttive».

Questo il commento di Antonio Viotto, consigliere regionale Ds e componente della commissione attività produttive. «Molto positivo è stato il lavoro che si è svolto sia all'interno che all'esterno dell'aula - spiega il consigliere -, perché il dialogo è stato portato sul territorio, alle associazioni di categoria e anche direttamente ai singoli operatori, i cui apporti sono diventati parte integrante del testo di legge. Sono stati definiti vincoli e regole condivisi, a sostegno della qualità». Commenti positivi anche da parte del direttore del consorzio agrituristico mantovano Marco Boschetti: «Il sede di dibattito consiliare il Consorzio ha dato un contributo importante con la presentazione di documenti tematici. Con questa legge si salvaguardano le prospettive di lavoro di 60 aziende mantovane ed è stata accolta la nostra proposta di elevare la capacità ricettiva a 60 posti letto».

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