GOITO Asilo comunale per cristiani, interviene il garante
L’autorità per la privacy: "Il regolamento approvato sembra presupporre una raccolta di dati delicati sul credo religioso". Il no indignato delle minoranze: discriminazione in una scuola pubblica
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GOITO. «Questa è una scuola pubblica a tutti gli effetti. Non siamo mica nel regime di Khomeini». Tuona, Franco Casali, esponente di Unione Civica per Goito, contro l’approvazione del regolamento dell’asilo comunale in cui si inneggia, nero su bianco, alle finalità educative e di sviluppo della personalità dei bambini in una visione cristiana della vita.
«Si chiede ai genitori di accettare questo. Non è ammissibile in una scuola pagata da tutti. C’è l’asilo statale, è vero, ma anche questo è pubblico. Non è gestito dalla Curia, ma viene pagato anche con le tasse dei non credenti». Un atto fortemente discriminatorio, secondo Casali, che ricorda anche la Carta europea dei diritti, «in cui si sottolinea che nemmeno le scuole private possono fare discriminazioni. Qui viene istituzionalizzata una discriminazione, e questo non lo possiamo accettare.
Alla faccia dei proclami sull’integrazione dei bambini stranieri». E sulla vicenda ieri pomeriggio è intervenuto anche il garante della privacy con una nota ufficiale. «L’autorità garante per la privacy ha deciso di chiedere al Comune di Goito informazioni sull’iniziativa. Il regolamento approvato sembra infatti presupporre una raccolta di dati particolarmente delicati, come appunto quelli sul credo religioso».
La nota ufficiale si ferma qui, lasciando pensare che l’autorità garante debba escludere la possibilità che la firma sul regolamento corrisponda a una schedatura delle persone in base all’orientamento religioso. Una forma di controllo che la legge proibisce in modo assoluto.
«Si chiede ai genitori di accettare questo. Non è ammissibile in una scuola pagata da tutti. C’è l’asilo statale, è vero, ma anche questo è pubblico. Non è gestito dalla Curia, ma viene pagato anche con le tasse dei non credenti». Un atto fortemente discriminatorio, secondo Casali, che ricorda anche la Carta europea dei diritti, «in cui si sottolinea che nemmeno le scuole private possono fare discriminazioni. Qui viene istituzionalizzata una discriminazione, e questo non lo possiamo accettare.
Alla faccia dei proclami sull’integrazione dei bambini stranieri». E sulla vicenda ieri pomeriggio è intervenuto anche il garante della privacy con una nota ufficiale. «L’autorità garante per la privacy ha deciso di chiedere al Comune di Goito informazioni sull’iniziativa. Il regolamento approvato sembra infatti presupporre una raccolta di dati particolarmente delicati, come appunto quelli sul credo religioso».
La nota ufficiale si ferma qui, lasciando pensare che l’autorità garante debba escludere la possibilità che la firma sul regolamento corrisponda a una schedatura delle persone in base all’orientamento religioso. Una forma di controllo che la legge proibisce in modo assoluto.
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