Gli abitanti dell'ex ceramica: troppo degrado
La protesta è legato al degrado edilizio, ma anche alla presenza di extracomunitari e balordi. La questione approda al consiglio comunale di Mantova. Una situazione che si trascina da anni
Nicola Corradini
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Sono stanchi del degrado che si vede dalle finestre dei loro appartamenti di fresca costruzione. Capannoni sventrati, erbaccia alta, rifiuti. La protesta parte dagli abitanti della palazzina costruita in via Gradaro, ai margini dell'area della Ceramica, e approda in consiglio comunale attraverso un'interrogazione del Pd.
«In via Cecil Grayson - si legge nel documento firmato dal consigliere Dino Stermieri - si trova uno stabile fatiscente. Oltre al degrado edilizio lo stesso è abitato abusivamente da extracomunitari e da balordi».
Stermieri riferisce della presenza di topi. Un problema vecchio visto con gli occhi di chi, da poco tempo, è andato ad abitare in questa zona al confine tra Fiera Catena e Valletta Valsecchi. Perché quei capannoni mezzo demoliti, testimonianza in degrado di attività artigianali e commerciali ormai abbandonate, sono il frutto di uno dei problemi urbanistici irrisolti del quartiere di Fiera Catena: la costruzione (o meno) del nuovo palagiustizia.
La zona è coinvolta nel piano urbanistico di Fiera Catena. La stessa palazzina da cui arrivano le lamentele è stata eretta nell'ambito del piano sopra i reperti archeologici ritrovati alle spalle di Santa Paola. L'area di degrado a cui si riferisce l'interrogazione è una proprietà privata. Si estende da vecchi capannoni che si vedono alle spalle del parcheggio realizzato di fronte alla palazzina (a servizio del supermercato allestito al piano terra) per arrivare fino al corpo dell'ex Ceramica e all'argine del lago Inferiore.
Zona ricca di storia, frequentata già al periodo Romano e con testimonianze di attività produttiva e spirituale nel Medio Evo. Una decina di giorni fa, la Gazzetta aveva pubblicato le foto della 'selva' di sterpi ed erbacce cresciute a dismisura nella sacca formata dal complesso, tra l'argine e il muro che la separa dalla chiesa del Gradaro. Una zona utilizzata come discarica abusiva e lasciata a se stessa.
Congelata dalla vicenda del nuovo Tribunale ma non solo. Lungo la nuova strada, prima di arrivare in piazza Polveriera, si trova un altro cantiere fermo. E' quello di una palazzina per uffici rimasta alle fondamenta. Un paio di anni fa le ruspe fecero tornare alla luce dimenticati rifugi antiaerei. La sovrintendenza li ha studiati e fatti rimuovere. Ma i lavori non sono più iniziati.
«In via Cecil Grayson - si legge nel documento firmato dal consigliere Dino Stermieri - si trova uno stabile fatiscente. Oltre al degrado edilizio lo stesso è abitato abusivamente da extracomunitari e da balordi».
Stermieri riferisce della presenza di topi. Un problema vecchio visto con gli occhi di chi, da poco tempo, è andato ad abitare in questa zona al confine tra Fiera Catena e Valletta Valsecchi. Perché quei capannoni mezzo demoliti, testimonianza in degrado di attività artigianali e commerciali ormai abbandonate, sono il frutto di uno dei problemi urbanistici irrisolti del quartiere di Fiera Catena: la costruzione (o meno) del nuovo palagiustizia.
La zona è coinvolta nel piano urbanistico di Fiera Catena. La stessa palazzina da cui arrivano le lamentele è stata eretta nell'ambito del piano sopra i reperti archeologici ritrovati alle spalle di Santa Paola. L'area di degrado a cui si riferisce l'interrogazione è una proprietà privata. Si estende da vecchi capannoni che si vedono alle spalle del parcheggio realizzato di fronte alla palazzina (a servizio del supermercato allestito al piano terra) per arrivare fino al corpo dell'ex Ceramica e all'argine del lago Inferiore.
Zona ricca di storia, frequentata già al periodo Romano e con testimonianze di attività produttiva e spirituale nel Medio Evo. Una decina di giorni fa, la Gazzetta aveva pubblicato le foto della 'selva' di sterpi ed erbacce cresciute a dismisura nella sacca formata dal complesso, tra l'argine e il muro che la separa dalla chiesa del Gradaro. Una zona utilizzata come discarica abusiva e lasciata a se stessa.
Congelata dalla vicenda del nuovo Tribunale ma non solo. Lungo la nuova strada, prima di arrivare in piazza Polveriera, si trova un altro cantiere fermo. E' quello di una palazzina per uffici rimasta alle fondamenta. Un paio di anni fa le ruspe fecero tornare alla luce dimenticati rifugi antiaerei. La sovrintendenza li ha studiati e fatti rimuovere. Ma i lavori non sono più iniziati.
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