Rivolta contro la perizia salva Bianchera
Strage di Volta, parenti inconsolabili. Gli avvocati delle famiglie affilano le armi
Rossella Canadè
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VOLTA. «Non mi interessa più quello. Non riesco neanche a dire il suo nome. La mia Daniela non c'è più, questo lo so. Del resto non m'importa niente». Gina Gardoni ascolta in silenzio il risultato della perizia psichiatrica dell'uomo che ha ucciso sua figlia, l'anziana vicina di casa e il vignaiolo Walter Platter la mattina del 25 aprile.
Ascolta e piange. Da mesi non fa altro. Ne ha sentite di ogni tipo, da quel giorno, sull'uomo che ha distrutto tre famiglie in un paio d'ore, forte della sua rabbia e di un arsenale di 241 proiettili. «Assassino, pazzo, maniaco, killer, bruto». Non ne ha sposato nessuna, la signora Gina. Per lei quello era l'uomo che aveva rovinato la vita a Daniela ben prima di togliergliela. «Seminfermo? Cosa vuol dire? Io non lo so. E non mi interessa. Come faccio a sapere se è matto? Ha fatto una cosa troppo terribile anche per un matto».
Ascolta attenta quando le si spiega che questa, del dottor Gianfranco Rivellini, è solo una delle perizie psichiatriche a cui sarà sottoposto l'assassino. Il giudice avrà in mano anche quella di un altro esperto, Michele Schiavon l'ex direttore dell'Opg di Castiglione consulente della famiglia Platter.
Che potrebbe dire esattamente il contrario, cioé che Omar Bianchera era ed è perfettamente sano di mente. Solo un pericoloso assassino. «È quello che dice la gente. Ma io sono stanca di ascoltare. Così tanto stanca che non vado neanche più in paese per non sentir parlare di questa storia».
«Noi ovviamente contestiamo la teoria della seminfermità - afferma l'avvocato Roberto Polacco, legale della famiglia Platter - Questo era un incidente probatorio. Verrà tutto trasmesso in Procura: il 23 settembre è il giorno fissato per l'udienza di deposito della perizia. Aspettiamo il processo». L'attesa è quella di una famiglia distrutta dal dolore, che sta cercando a fatica di rimettersi in piedi. «Non è facile, soprattutto per la moglie di Walter e i bambini che hanno assistito al momento dell'omicidio. Sono rimasti allucinati. La signora è stata, nella tragedia, fortunata, perché il proiettile le è entrato da un polso e ha percorso tutta la lunghezza del braccio, poi è rimasto lì. È stata operata, il braccio è ancora offeso ma si riprenderà». Su Bianchera l'avvocato non vuole esprimere giudizi.
«Ci sarà un processo. Non spetta a noi».
Ascolta e piange. Da mesi non fa altro. Ne ha sentite di ogni tipo, da quel giorno, sull'uomo che ha distrutto tre famiglie in un paio d'ore, forte della sua rabbia e di un arsenale di 241 proiettili. «Assassino, pazzo, maniaco, killer, bruto». Non ne ha sposato nessuna, la signora Gina. Per lei quello era l'uomo che aveva rovinato la vita a Daniela ben prima di togliergliela. «Seminfermo? Cosa vuol dire? Io non lo so. E non mi interessa. Come faccio a sapere se è matto? Ha fatto una cosa troppo terribile anche per un matto».
Ascolta attenta quando le si spiega che questa, del dottor Gianfranco Rivellini, è solo una delle perizie psichiatriche a cui sarà sottoposto l'assassino. Il giudice avrà in mano anche quella di un altro esperto, Michele Schiavon l'ex direttore dell'Opg di Castiglione consulente della famiglia Platter.
Che potrebbe dire esattamente il contrario, cioé che Omar Bianchera era ed è perfettamente sano di mente. Solo un pericoloso assassino. «È quello che dice la gente. Ma io sono stanca di ascoltare. Così tanto stanca che non vado neanche più in paese per non sentir parlare di questa storia».
«Noi ovviamente contestiamo la teoria della seminfermità - afferma l'avvocato Roberto Polacco, legale della famiglia Platter - Questo era un incidente probatorio. Verrà tutto trasmesso in Procura: il 23 settembre è il giorno fissato per l'udienza di deposito della perizia. Aspettiamo il processo». L'attesa è quella di una famiglia distrutta dal dolore, che sta cercando a fatica di rimettersi in piedi. «Non è facile, soprattutto per la moglie di Walter e i bambini che hanno assistito al momento dell'omicidio. Sono rimasti allucinati. La signora è stata, nella tragedia, fortunata, perché il proiettile le è entrato da un polso e ha percorso tutta la lunghezza del braccio, poi è rimasto lì. È stata operata, il braccio è ancora offeso ma si riprenderà». Su Bianchera l'avvocato non vuole esprimere giudizi.
«Ci sarà un processo. Non spetta a noi».
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