«Non abbattete i nostri pioppi»
Belfiore, appello degli abitanti a Comune e costruttori
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Temono che per offrire una vista panoramica sul lago Superiore ai futuri inquilini del palazzo in costruzione in via Monsignor Martini vengano abbattuti i vecchi pioppi sulla sponda. Un gruppo di abitanti di Belfiore lancia un appello preoccupato ai costruttori e, soprattutto, al Comune perchè questo loro timore venga fugato.
L'assessore all'urbanistica dà loro ragione. Il cantiere del complesso in costruzione - case da tre-quattro piani nell'area occupata un tempo da capannoni di magazzini e di una concessionaria d'auto - aveva aperto i battenti nel 2007. Fa parte di una serie di lottizzazioni partite in quegli anni nel quartiere immerso nel parco che si stende sulla riva del lago Superiore poco dopo il cavalcavia.
«Comprendo le preoccupazioni degli abitanti della zona - riferisce l'assessore all'urbanistica Anna Maria de Togni - emi confronterò con il vice sindaco e l'assessorato ai lavori publbici per verificare non solo se sono previsti abbattimenti, ma anche per capire se quei pioppi sono entro il perimetro del parco periurbano. In ogni caso il verde va tutelato».
I timori dei residenti derivano da esperienze del passato, con l'abbattimento di alberi d'alto fusto in coincidenza di cantieri. Parlando con gli abitanti di Belfiore, gli esempi citati come precedenti sono più o meno sempre gli stessi: piazzale Mondadori (con l'eliminazione di una parte degli alberi sul lato viale Piave-via Camerlenghi) e il giardino di via Nuvolari, dove le piante vennero segate nel corso dei lavori per la realizzazione del rondò di Pradella.
All'epoca, l'amministrazione rispose che le piante perse per fare spazio alla strada sarebbero state compensate con l'espansione del giardino verso piazzale Mondadori al posto dell'asfalto di via Camerlenghi. Progetto di cui si sono perse le tracce nella complicata vicenda del cantiere del piazzale.
Lo stesso quartiere di Belfiore è stato oggetto di significativi interventi edili negli ultimi tre anni, con la costruzione di nuovi palazzi nel cuore dell'abitato. Il complesso di viale monsignor Martini è in una posizione più defilata e non ha comportato una cementificazione della zona. «E' uno dei cantieri che ha rallentato il suo iter - riferisce l'assesosre all'urbanistica - quello dei lavori fermi o rallentati è un problema che riguarda diversi punti della periferia est della città».
L'assessore all'urbanistica dà loro ragione. Il cantiere del complesso in costruzione - case da tre-quattro piani nell'area occupata un tempo da capannoni di magazzini e di una concessionaria d'auto - aveva aperto i battenti nel 2007. Fa parte di una serie di lottizzazioni partite in quegli anni nel quartiere immerso nel parco che si stende sulla riva del lago Superiore poco dopo il cavalcavia.
«Comprendo le preoccupazioni degli abitanti della zona - riferisce l'assessore all'urbanistica Anna Maria de Togni - emi confronterò con il vice sindaco e l'assessorato ai lavori publbici per verificare non solo se sono previsti abbattimenti, ma anche per capire se quei pioppi sono entro il perimetro del parco periurbano. In ogni caso il verde va tutelato».
I timori dei residenti derivano da esperienze del passato, con l'abbattimento di alberi d'alto fusto in coincidenza di cantieri. Parlando con gli abitanti di Belfiore, gli esempi citati come precedenti sono più o meno sempre gli stessi: piazzale Mondadori (con l'eliminazione di una parte degli alberi sul lato viale Piave-via Camerlenghi) e il giardino di via Nuvolari, dove le piante vennero segate nel corso dei lavori per la realizzazione del rondò di Pradella.
All'epoca, l'amministrazione rispose che le piante perse per fare spazio alla strada sarebbero state compensate con l'espansione del giardino verso piazzale Mondadori al posto dell'asfalto di via Camerlenghi. Progetto di cui si sono perse le tracce nella complicata vicenda del cantiere del piazzale.
Lo stesso quartiere di Belfiore è stato oggetto di significativi interventi edili negli ultimi tre anni, con la costruzione di nuovi palazzi nel cuore dell'abitato. Il complesso di viale monsignor Martini è in una posizione più defilata e non ha comportato una cementificazione della zona. «E' uno dei cantieri che ha rallentato il suo iter - riferisce l'assesosre all'urbanistica - quello dei lavori fermi o rallentati è un problema che riguarda diversi punti della periferia est della città».
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