Scuole, a rischio le gite all'estero: stop alle indennità per i prof
La Gelmini ha deciso di tagliare anche i rimborsi sui viaggi di servizio: l'insegnante che usa la propria auto non avrà un soldo
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Niente più indennità agli insegnanti che accompagnano le classi in gita all'estero. Potrebbe avere conseguenze poco gradite soprattutto dagli studenti delle scuole superiori la direttiva ministeriale varata la scorsa estate per tagliare le spese degli uffici pubblici e, quindi, anche delle scuole. La novità rischia di ridurre considerevolmente la disponibilità dei prof ad accompagnare i ragazzi.
Secondo l'Associazione delle scuola mantovane Aisam, l'abrogazione di questa indennità potrebbe inevitabilmente avere delle ripercussioni sulle gite d'istruzione all'estero negli istituti superiori. Nelle scuole, d'altra parte, il malumore è palpabile.
«Un insegnante che va in gita all'estero con i ragazzi - spiega il presidente dell'associazione, Ernesto Flisi - viene pagato allo stesso modo del collega che sta facendo lezione in classe. Oltre al rimborso spese (l'albergo, i pasti), il docente riceveva fino allo scorso anno un'indennità aggiuntiva per coprire il servizio di sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro degli studenti, quasi sempre minorenni, e la responsabilità che ne consegue».
Un surplus che variava a seconda del paese stranieri dove si teneva la gita e la duranta della permanenza. In media poteva andare dai 100 ai 300 euro. Considerando che il docente non è tenuto ad accompagnare una classe in gita, va da sè che trovare un insegnante disposto a prendersi la responsabilità di starsene tre o quattro giorni in una città straniera per vegliare sull'incolumità di una classe di adolescenti senza un'incentivazione economica sarà molto più complicato.
«L'anno scorso era scattata l'eliminazione dell'indennità per le gite in Italia - dice Flisi - ma non ha suscitato le stesse reazioni». Ovvio. Le indennità erano molto inferiori e, spesso, le gite in Italia sono di una o due giornate. Ora, però, nel turbinio delle proteste per il taglio dei contributi extra per i soggiorni scolastici all'estero, anche le più vicine mete italiane potrebbero incontrare molte più difficoltà ad essere organizzate dai ragazzi.
Ma non sono solo i viaggi d'istruzione ad essere incappati nei tagli ministeriali sulle spese del settore pubblico. Anche i trasferimenti per motivi di servizio compiuti su mezzi propri (l'auto o la moto) non verranno rimborsati. «Il ministero rimborserà le spese soltanto se il dipendente utilizza mezzi di trasporto pubblico» informa l'Aisam. Il che potrebbe suonare come un contributo (per quanto minimo) alla riduzione di mezzi circolanti sulle strade. Ma dal punto di vista delle scuole, la novità porta a parecchi disagi. L'Itas Mantegna, ad esempio, potrebbe rinunciare ad inviare docenti ad un convegno organizzato dal ministero a Bussolengo. Utilizzando i mezzi pubblici si impiegherebbe tutta la giornata.
Secondo l'Associazione delle scuola mantovane Aisam, l'abrogazione di questa indennità potrebbe inevitabilmente avere delle ripercussioni sulle gite d'istruzione all'estero negli istituti superiori. Nelle scuole, d'altra parte, il malumore è palpabile.
«Un insegnante che va in gita all'estero con i ragazzi - spiega il presidente dell'associazione, Ernesto Flisi - viene pagato allo stesso modo del collega che sta facendo lezione in classe. Oltre al rimborso spese (l'albergo, i pasti), il docente riceveva fino allo scorso anno un'indennità aggiuntiva per coprire il servizio di sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro degli studenti, quasi sempre minorenni, e la responsabilità che ne consegue».
Un surplus che variava a seconda del paese stranieri dove si teneva la gita e la duranta della permanenza. In media poteva andare dai 100 ai 300 euro. Considerando che il docente non è tenuto ad accompagnare una classe in gita, va da sè che trovare un insegnante disposto a prendersi la responsabilità di starsene tre o quattro giorni in una città straniera per vegliare sull'incolumità di una classe di adolescenti senza un'incentivazione economica sarà molto più complicato.
«L'anno scorso era scattata l'eliminazione dell'indennità per le gite in Italia - dice Flisi - ma non ha suscitato le stesse reazioni». Ovvio. Le indennità erano molto inferiori e, spesso, le gite in Italia sono di una o due giornate. Ora, però, nel turbinio delle proteste per il taglio dei contributi extra per i soggiorni scolastici all'estero, anche le più vicine mete italiane potrebbero incontrare molte più difficoltà ad essere organizzate dai ragazzi.
Ma non sono solo i viaggi d'istruzione ad essere incappati nei tagli ministeriali sulle spese del settore pubblico. Anche i trasferimenti per motivi di servizio compiuti su mezzi propri (l'auto o la moto) non verranno rimborsati. «Il ministero rimborserà le spese soltanto se il dipendente utilizza mezzi di trasporto pubblico» informa l'Aisam. Il che potrebbe suonare come un contributo (per quanto minimo) alla riduzione di mezzi circolanti sulle strade. Ma dal punto di vista delle scuole, la novità porta a parecchi disagi. L'Itas Mantegna, ad esempio, potrebbe rinunciare ad inviare docenti ad un convegno organizzato dal ministero a Bussolengo. Utilizzando i mezzi pubblici si impiegherebbe tutta la giornata.
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