Unione civili, due consiglieri Pdl ritirano la firma dalla mozione
La maggioranza di centrodestra regge al coinvolgente dibattito sul documento del centrosinistra e non si divide
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Il regolamento per il riconoscimento delle unioni civili non riesce a dividere la maggioranza di centrodestra. A sorpresa, ieri sera in aula, due dei tre firmatari della mozione del centrosinistra, i pidiellini Enzo Mazzoni e Caterina Badalucco, hanno ritirato la loro adesione. «Credevamo - ha detto Mazzoni a nome di entrambi dopo il rientro in aula al termine del cinque minuti di sospensione chiesti dal sindaco per chiare le idee nella maggioranza - di firmare per il registro che già nella precedente mandato, quando ero nel centrosinistra, si voleva portare avanti».
«Se avessimo immaginato che si trattava del regolamento non avremmo firmato. Il nostro, dunque, è stato un errore». Linardi, il terzo firmatario del Pdl, ha invece, preannunciato la sua astensione: «Questo è un argomento di coscienza come ci ha ricordato il sindaco poco fa nella riunione - ha detto -. E la mia coscienza mi dice che le coppie di fatto non sono più una patologia ma una fisiologia della società. Tuttavia, per disciplina di schieramento, mi asterrò».
La prova del nove per la tenuta della maggioranza non c'è stata perchè alle 21,30 spaccate il presidente del consiglio Longfils ha interrotto la seduta. Se ne riparlerà nella prossima, forse l'8 novembre, quando si procederà al voto. Il centrosinistra ha protestato, ma invano. Bondiolo Bettinelli (Lista per Brioni), primo firmatario, ha illustrato la mozione che chiedeva l'approvazione di un regolamento per il riconoscimento delle coppie di fatto, «così come già prevede la legge», per «evitare discriminazioni tra i cittadini». La reazione del Pdl è stata affidata a Baschieri: «La proposta è provocatoria e capziosa; punta solo a dividere la maggioranza perchè la materia è di competenza esclusiva del parlamento e non dei consigli comunali».
Sulla questione competenza ha insistito anche Zaniboni del Patto per motivare il suo no ad un documento «fuori dalla cultura della responsabilità», «è come parlare di federalismo in uno Stato non federale». La vede diversamente il capogruppo del Patto, Murari: «C'è un sentire popolare che impone di affrontare la materia; non c'è uno scavalcamento del parlamento: noi vogliamo riconoscere le coppie di fatto solo in ambito comunale, è l'estensione di un diritto avanzato della società».
Banzi di Sinistra unita ha insistito sul fatto che lo stesso regolamento è stato approvato dal Comune di Torino, mentre Giazzi (Pdl), prendendosi i rimproveri di Piva del Pd, ha detto che «il nostro non è un giudizio morale ma solo tecnico su un regolamento che non ha senso».
Battibecco tra Pasolini (Benedini) e Nicolini (gruppo Pd): «I firmatari di adesso - ha osservato il primo - sono gli stessi che in cinque anni non sono riusciti a portare avanti il riconoscimento delle coppie di fatto»; «Di quei consiglieri - ha replicato il secondo - ne sono rimasti solo due; ciò significa che per i nuovi quello è un argomento sentito». Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri del gruppo misto, la Graziano («Ci si allontana, sbagliando, dall'ambito dei diritti civili per scivolare nella morale») e Gianolio («il regolamento consentirebbe al Comune di attribuire alle coppie di fatto i diritti che sono riconosciuti alle famiglie»); e poi Ferrazzi, Pdl («Alcuni della sinistra vogliono solo dividere i buoni dai cattivi, gli intolleranti dai tolleranti»), Ciliegi, Forum («Sono a favore della mozione ma mi dissocio da Bondiloi quando attacca il sindaco e dice che è subalterno alla Lega») e Buvoli, Pd: («Io sono laico e rispettoso di ogni credo religioso e dei diritti»). Piva, in apertura di seduta, aveva chiesto le dimissioni di Soragna da presidente di Aspef perchè «conivolto nella vicenda delle firme false»; il sindaco si è opposto: «Difendo la sua onorabilità».
«Se avessimo immaginato che si trattava del regolamento non avremmo firmato. Il nostro, dunque, è stato un errore». Linardi, il terzo firmatario del Pdl, ha invece, preannunciato la sua astensione: «Questo è un argomento di coscienza come ci ha ricordato il sindaco poco fa nella riunione - ha detto -. E la mia coscienza mi dice che le coppie di fatto non sono più una patologia ma una fisiologia della società. Tuttavia, per disciplina di schieramento, mi asterrò».
La prova del nove per la tenuta della maggioranza non c'è stata perchè alle 21,30 spaccate il presidente del consiglio Longfils ha interrotto la seduta. Se ne riparlerà nella prossima, forse l'8 novembre, quando si procederà al voto. Il centrosinistra ha protestato, ma invano. Bondiolo Bettinelli (Lista per Brioni), primo firmatario, ha illustrato la mozione che chiedeva l'approvazione di un regolamento per il riconoscimento delle coppie di fatto, «così come già prevede la legge», per «evitare discriminazioni tra i cittadini». La reazione del Pdl è stata affidata a Baschieri: «La proposta è provocatoria e capziosa; punta solo a dividere la maggioranza perchè la materia è di competenza esclusiva del parlamento e non dei consigli comunali».
Sulla questione competenza ha insistito anche Zaniboni del Patto per motivare il suo no ad un documento «fuori dalla cultura della responsabilità», «è come parlare di federalismo in uno Stato non federale». La vede diversamente il capogruppo del Patto, Murari: «C'è un sentire popolare che impone di affrontare la materia; non c'è uno scavalcamento del parlamento: noi vogliamo riconoscere le coppie di fatto solo in ambito comunale, è l'estensione di un diritto avanzato della società».
Banzi di Sinistra unita ha insistito sul fatto che lo stesso regolamento è stato approvato dal Comune di Torino, mentre Giazzi (Pdl), prendendosi i rimproveri di Piva del Pd, ha detto che «il nostro non è un giudizio morale ma solo tecnico su un regolamento che non ha senso».
Battibecco tra Pasolini (Benedini) e Nicolini (gruppo Pd): «I firmatari di adesso - ha osservato il primo - sono gli stessi che in cinque anni non sono riusciti a portare avanti il riconoscimento delle coppie di fatto»; «Di quei consiglieri - ha replicato il secondo - ne sono rimasti solo due; ciò significa che per i nuovi quello è un argomento sentito». Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri del gruppo misto, la Graziano («Ci si allontana, sbagliando, dall'ambito dei diritti civili per scivolare nella morale») e Gianolio («il regolamento consentirebbe al Comune di attribuire alle coppie di fatto i diritti che sono riconosciuti alle famiglie»); e poi Ferrazzi, Pdl («Alcuni della sinistra vogliono solo dividere i buoni dai cattivi, gli intolleranti dai tolleranti»), Ciliegi, Forum («Sono a favore della mozione ma mi dissocio da Bondiloi quando attacca il sindaco e dice che è subalterno alla Lega») e Buvoli, Pd: («Io sono laico e rispettoso di ogni credo religioso e dei diritti»). Piva, in apertura di seduta, aveva chiesto le dimissioni di Soragna da presidente di Aspef perchè «conivolto nella vicenda delle firme false»; il sindaco si è opposto: «Difendo la sua onorabilità».
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