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Negati i terreni per la foresta La Provincia ricorre al Tar

Il contenzioso con la Regione per gli appezzamenti nella golena del Po

1 minuto di lettura
Alberi ed enti Un pioppeto in golena A sinistra Fontanili e l’assessore Rebuschi 
Un ricorso al Tar per cautelarsi ma anche un dialogo aperto per non rovinare i rapporti tra istituzioni. E' la linea che sta seguendo la Provincia nei confronti della Regione dopo che quest'ultima ha disatteso la richiesta di palazzo di Bagno di avere in concessione 300 ettari di terreno golenale del Po per il suo progetto di forestazione. Terreno che, a sorpresa, è stato assegnato ai privati. Una vicenda in cui la Provincia vuole vederci chiaro: «Abbiamo fatto ricorso al Tar perchè è stato violato il nostro diritto di prelazione» afferma il presidente Maurizio Fontanili.

Il quale, però, tiene aperta la porta per un accordo: «Con la Regione stiamo dialogando per riavere quei terreni che fanno parte del nostro progetto di riforestazione - spiega -. Se non ce li ridanno ne vogliamo altri». Tutto inizia nell'ottobre di un anno fa quando la Provincia chiede alla Regione altri 300 ettari nelle golene del Po a Borgoforte, Motteggiana, Dosolo e Marcaria per proseguire nel progetto di riforestazione che contempla ben mille ettari lungo tutta l'asta del Grande fiume.

In luglio al Pirellone arriva anche il piano di gestione di quelle aree. In agosto la doccia fredda. A palazzo di Bagno giunge, inaspettata, la comunicazione che la Regione ha assegnato quei terreni ai privati senza rispettare il diritto di prelazione concesso dalla legge Cutrera all'ente pubblico. Apriti cielo.

«Il nostro progetto - spiega l'assessore all'ambiente Rebuschi - è già a buon punto. Abbiamo già a disposizione 250 ettari, con 4 milioni di finanziamento regionale, su cui abbiamo già cominciato a piantare 250mila alberi. La nostra intenzione è di proseguire, per cui chiediamo che la Regione ci dia i terreni come è nel nostro diritto».

Entro la prossima primavera saranno messi a dimora 150mila alberi tra pioppi bianchi e neri, carpini, olmi, salici e frassini, la vegetazione tradizionale delle golene del Po che le trasformerà in vere e proprie foreste. Come quelle di una volta. Entro tre anni tutti gli alberi saranno al loro posto, seguiti nella loro crescita per i successivi 5 anni dal Consorzio forestale padano, che mette insieme enti pubblici e soggetti privati. «Un modo per dare lavoro anche agli agricoltori» sottolinea Rebuschi. Fermarsi qui sarebbe un peccato; ecco perchè la Provincia farà di tutto per far cambiare idea alla Regione, anche ricorrendo alle carte bollate. «Ci siamo già visti due volte - dice Fontanili -, speriamo nella buona volontà della Regione».
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