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Terre in golena, Provincia e Regione cercano l'intesa

Via al comitato, ma il ricorso al Tar va avanti

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Spauracchio Tar. A destra una golena del Po invasa dall’acqua. A sinistra il presidente della Provincia Fontanili e quello della Regione Formigoni 
La vicenda delle aree golenali del Po cedute dalla Regione ai privati invece che alla Provincia che le chiedeva per destinarle a bosco, si arricchisce di un nuovo capitolo. Provincia e Regione hanno deciso di costituire un comitato giuridico intersettoriale che dovrà occuparsi dell'assegnazione dei terreni in discussione (300 ettari nei Comuni di Dosolo, Marcaria, Motteggiana e Borgoforte).

E' il passo susseguente agli incontri che i due enti stanno avendo da quando la Provincia ha deciso di presentare ricorso al Tar contro l'assegnazione di quei terreni, accampando il diritto di prelazione che la legge Cutrera assegna agli enti locali. Le due istituzioni vorrebbero evitare un pericoloso braccio di ferro, per cui cercano di giungere ad un accordo che eviti le carte bollate.

Tuttavia, da quanto si è appreso, Palazzo di Bagno, forse come forma di pressione, ha deciso comunque di andare avanti con il ricorso ai giudici amministrativi, tanto che lo depositerà in cancelleria a Brescia giovedì.  La vicenda è ormai nota.

Nel settembre 2009 la Provincia ha chiesto alla Regione altri mille ettari di golena (area demaniale ricevuta dallo Stato) da aggiungere ai 250 su cui sta procedendo il suo progetto di riforestazione. Ne chiede 300, individuati da un preciso studio come area da destinare alla riforestazione. Il Pirellone, il 12 ottobre successivo, comunica alla Provincia di aver accolto la sua richiesta, ricordando, però, che le aree situate a Dosolo sono state richieste per gli stessi usi anche dal Comune e dal Consorzio forestale legno ambiente.

Nel luglio scorso Palazzo di Bagno invia a Milano il piano di gestione delle aree; il 10 agosto il Pirellone comunica che i 300 ettari sono stati assegnati ai privati, alcuni legati agli industriali del legno e al Consorzio Legno ambiente costituito nel 2008, tutti interessati ai 6 milioni di euro di contributi pubblici che quelle aree portano in dote.

La Provincia reagisce con un ricorso al Tar, invocando il diritto di prelazione di quei terreni. Nel contempo, però, avvia le trattative per evitare una soluzione traumatica tra istituzioni. Nella polemica si inserisce il Consorzio forestale padano (enti pubblici e imprese private) che gestisce il piano di forestazione della Provincia e che vede minacciati i propri interessi dall'altro Consorzio Lea. (s.m.)
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