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Velo proibito, la Procura è già al lavoro

Accertamenti sull'imposizione subita dalla ragazza da parte del tecnico della Motorizzazione all'esame per la patente

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Quel velo fatto togliere alla giovane islamica dal funzionario della Motorizzazione civile all'esame per il conseguimento della patente, non poteva passare inosservato. Ha fatto troppo rumore. Non solo perché ha mandato nella disperazione la ragazza, chiamata a violare i precetti della sua religione, ma perché in quell'imposizione potrebbe affacciarsi l'ipotesi della violazione di un diritto. Proprio per questa ragione la Procura della Repubblica ha disposto una serie di accertamenti cosiddetti preliminari per chiarire i contorni della vicenda.

Sia ben chiaro, non è stato aperto nessun fascicolo, non c'è nessuno nel mirino dei magistrati. La Procura, al momento, vuole solo chiarire cosa è avvenuto, come si sono svolti i fatti. Il procuratore capo Antonino Condorelli ha tenuto a precisare che al momento non è ipotizzato nessun reato, non ci sono presunti responsabili. Per ora ha dato solo disposizione di fare accertamenti. Ha incaricato la polizia di stabilire cosa è successo.

Un intervento, insomma, di carattere ricognitivo. Quando gli agenti avranno raccolto elementi sufficienti per capire come si sono svolti i fatti, la Procura aprirà un fascicolo con tanto di relazione preliminare dalla quale partire per appronfondire le indagini e vedere se in determinati comportamenti da parte di qualcuno, in particolare dell'esaminatore, si possa configurare un qualche reato. In questo caso l'autore verrà iscritto nell'apposito registro.

Il fatto non poteva passare sotto silenzio, vista la singolarità del fatto e gli articoli della Gazzetta. E poi non bisogna scordarlo, c'è l'obbligatorietà dell'azione penale. «Siamo - ha tenuto a precisare il procuratore Condorelli - agli accertamenti preliminari, disposti per chiarire i contorni, per conoscere come si sono svolti i fatti».

Alla ricostruizione del fatti la Procura tiene in modo particolare perché potrebbe esserci stato qualche atteggiamento tale da ledere determinati diritti della persona e quindi sconfinare in qualche reato.

Ecco perché Condorelli vuole che siano chiariti per bene i fatti, sia ricostruita punto per punto la vicenda. Se quell'imposizione alla giovane islamica fosse necessaria oppure se anche con quel velo in testa poteva essere riconoscibile.

A tal proposito le posizioni divergono. C'è chi sostiene, come la Motorizzazione civile, che una candidata dov'essere riconoscibile e chi invece afferma che basta che la candidata abbia il volto scoperto.

La scuola guida di Poggio Rusco che ha presentato la donna per l'esame, interpellata proprio ieri dalla Gazzetta, sostiene che nulla di simile sia mai successo in precedenza. La tesi è che il velo andrebbe fatto togliere solo in occasione della fotografia per la patente, non dell'esame di teoria. Tra l'altro era semplice verificare, scostando il velo, che la donna non aveva alcun auricolare per ricevere aiuti esterni.
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