Condannati a pagare il fango sulle Dogane
I funzionari dell'Agenzia finiti in carcere dovranno risarcire i danni d'immagine
1 minuto di lettura

POGGIO RUSCO. Erano stati arrestati per aver preteso diecimila euro da un imprenditore di Roverbella. Un fatto clamoroso, che inevitabilmente aveva trascinato sotto i riflettori anche l'ente in cui lavoravano. E' il giudizio della Corte dei Conti che ha condannato i due doganieri a risarcire i danni di immagine e i disservizi che hanno provocato all'Agenzia.
Avevano preteso una mazzetta di 10mila euro, di cui cinque incassati davanti ad un maresciallo dei carabinieri, per chiudere un occhio su una sanzione di 80mila euro, motivata dall'uso illegittimo da parte dell'azienda di due gruppi elettrogeni. Ebbene, Gianni Guizzardi, 56 anni, originario di Marcaria e Loreno Penitenti, coetaneo, di Poggio Rusco, che davanti al giudice penale hanno patteggiato due anni e otto mesi, ora dovranno sborsare oltre 26mila.
La sentenza è stata emessa dalla Corte dei Conti, depositata in segretreria nel luglio di quest'anno. La Corte ha inoltre deciso che il sequestro conservativo dei beni per l'importo citato sia convertito in pignoramento.
Ma cosa avevano combinato i due funzionari delle Dogane di Mantova? Gianni Guizzardi e Loreno Penitenti, erano stati arrestati il 20 novembre del 2008. Vittima della concussione Gabriele Mirandola, 49enne nativo di Nogarole Rocca, titolare della Euromifer, un'azienda di carpenteria metallica e meccanica che conta una quarantina di dipendenti e una filiale a Roverbella. E' su quest'ultima azienda che si erano concentrate le attenzioni dei due funzionari. «Non li avevo mai visti - disse l'uomo che li aveva fatti arrestare -. Ma so che avevano già contattato due volte la nostra filiale di Roverbella». In precedenza avevano suggerito di chiedere gli sgravi fiscali sull'acquisto del carburante utilizzato per produrre energia, il 20 novembre di quell'anno erano tornati per una visita "di cortesia".
Secondo la ricostruzione dell'imprenditore, avevano minacciato un verbale da ottanta mila euro, per chiedere una mazzetta da diecimila. «Penitenti calcava la mano, Guizzardi smorzava i toni e lasciava intravedere una soluzione». L'imprenditore aveva capito subito dove stavano andando a parare. «Ma non volevo fargliela io la proposta, aspettavo che fossero loro a chiedermi i soldi».
Alla fine, secondo la testimonianza, sarebbe stato Guizzardi a fare il primo passo. «Ha chiesto diecimila euro. Io gli ho detto di no, che non li avevo. Poi mi è venuto in mente di rischiare e sono stato al gioco, avvertendo i carabinieri». La trappola era stata organizzata rapidamente. E quando i due doganieri sono arrivati nella sede centrale dell'azienda per intascare la bustarella, nell'ufficio del titolare c'era il maresciallo di Valeggio che si era sostituito ad un ragioniere.
Avevano preteso una mazzetta di 10mila euro, di cui cinque incassati davanti ad un maresciallo dei carabinieri, per chiudere un occhio su una sanzione di 80mila euro, motivata dall'uso illegittimo da parte dell'azienda di due gruppi elettrogeni. Ebbene, Gianni Guizzardi, 56 anni, originario di Marcaria e Loreno Penitenti, coetaneo, di Poggio Rusco, che davanti al giudice penale hanno patteggiato due anni e otto mesi, ora dovranno sborsare oltre 26mila.
La sentenza è stata emessa dalla Corte dei Conti, depositata in segretreria nel luglio di quest'anno. La Corte ha inoltre deciso che il sequestro conservativo dei beni per l'importo citato sia convertito in pignoramento.
Ma cosa avevano combinato i due funzionari delle Dogane di Mantova? Gianni Guizzardi e Loreno Penitenti, erano stati arrestati il 20 novembre del 2008. Vittima della concussione Gabriele Mirandola, 49enne nativo di Nogarole Rocca, titolare della Euromifer, un'azienda di carpenteria metallica e meccanica che conta una quarantina di dipendenti e una filiale a Roverbella. E' su quest'ultima azienda che si erano concentrate le attenzioni dei due funzionari. «Non li avevo mai visti - disse l'uomo che li aveva fatti arrestare -. Ma so che avevano già contattato due volte la nostra filiale di Roverbella». In precedenza avevano suggerito di chiedere gli sgravi fiscali sull'acquisto del carburante utilizzato per produrre energia, il 20 novembre di quell'anno erano tornati per una visita "di cortesia".
Secondo la ricostruzione dell'imprenditore, avevano minacciato un verbale da ottanta mila euro, per chiedere una mazzetta da diecimila. «Penitenti calcava la mano, Guizzardi smorzava i toni e lasciava intravedere una soluzione». L'imprenditore aveva capito subito dove stavano andando a parare. «Ma non volevo fargliela io la proposta, aspettavo che fossero loro a chiedermi i soldi».
Alla fine, secondo la testimonianza, sarebbe stato Guizzardi a fare il primo passo. «Ha chiesto diecimila euro. Io gli ho detto di no, che non li avevo. Poi mi è venuto in mente di rischiare e sono stato al gioco, avvertendo i carabinieri». La trappola era stata organizzata rapidamente. E quando i due doganieri sono arrivati nella sede centrale dell'azienda per intascare la bustarella, nell'ufficio del titolare c'era il maresciallo di Valeggio che si era sostituito ad un ragioniere.
Argomenti:
I commenti dei lettori