Il Conservatorio festeggia Fermi e invita tutta la città
Sabato il saluto al direttore del Campiani che lascia dopo 40 anni di attività
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Fosse stato per lui, avrebbe continuato con la tenacia gentile di sempre. La dedizione di chi ha potuto coltivare la passione per mestiere. Ma dopo 40 anni di attività ha dovuto lasciare. Con tutti i dischi collezionati in attesa del momento buono, Giordano Fermi non corre però il rischio di annoiarsi. E per salutare l'ex direttore del Campiani, amici e colleghi hanno organizzato una festa con i fiocchi. Altro che orologio di circostanza o triste medaglia aziendale: domenica, all'auditorium Monteverdi, 70 musicisti gli regaleranno un concerto lungo sei ore.
Il regalo è per Fermi e la città tutta. Una festa larga, aperta, sorridente, da mattina fino a sera. A leggere il biglietto sarà Antonio Pulleghini, che ha confezionato la cosa insieme a Paolo Ghidoni. Pulleghini descrive l'ex direttore del Campiani come un eroe anticontemporaneo. Elegante, intelligente e garbato. Sarà l'occasione per dirgli «con te ci siamo sentiti come a casa», e dargli finalmente l'abbraccio che ruoli e pudore hanno sempre frenato. Insomma, un tributo d'affetto.
Un segno di stima per tutto ciò che Fermi ha fatto durante una vivace parentesi lunga 13 anni: «Ha dato al Conservatorio una sede per il futuro - osserva Ghidoni -, una cosa importante per la musica a Mantova».
Il suo stupore è anche quello del presidente del Campiani, Sergio Cordibella: all'invito hanno risposto in tantissimi. Tutti entusiasti e tempestivi, animati dal desiderio di esserci e unirsi nell'abbraccio. Pulleghini, invece, se lo aspettava, «anche se le attese possono essere sempre smentite». Ma in questo caso la prudenza era poco più che scaramantica: «Giordano è molto amato, gli esecutori sono tanti e qualificati, ognuno affronterà il suo spicchio di prestazione al massimo dell'impegno».
Si partirà con Chopin per chiudere con il canto popolare "Ninetta bella", armonizzato dallo stesso Fermi. Da programma, i concerti si rincorreranno alle 10, 11.30, 15.30, 17.30, 19, 20.45. Per un repertorio extralarge che gioca con Donizetti, Piazzolla, Gershwin, Paganini, Mozart, Gorni Kramer, Porter, Händel, Milani. E pensare che all'inizio la musica fu un'imposizione, la scelta del padre: Giordano deve nome e strumento (la tromba) a uno zio morto in guerra. Aveva 8 anni quando mise piede all'Istituto comunale Lucio Campiani, "inciampando" nel busto all'ingresso della scuola e nella figura del maestro Omar Caprioglio. Fermi ricorda ancora l'impressione fortissima, da far tremare il bambino che quarant'anni dopo sarebbe finito a dirigere il Conservatorio. Felice dell'intuizione paterna. (ig.cip)
Il regalo è per Fermi e la città tutta. Una festa larga, aperta, sorridente, da mattina fino a sera. A leggere il biglietto sarà Antonio Pulleghini, che ha confezionato la cosa insieme a Paolo Ghidoni. Pulleghini descrive l'ex direttore del Campiani come un eroe anticontemporaneo. Elegante, intelligente e garbato. Sarà l'occasione per dirgli «con te ci siamo sentiti come a casa», e dargli finalmente l'abbraccio che ruoli e pudore hanno sempre frenato. Insomma, un tributo d'affetto.
Un segno di stima per tutto ciò che Fermi ha fatto durante una vivace parentesi lunga 13 anni: «Ha dato al Conservatorio una sede per il futuro - osserva Ghidoni -, una cosa importante per la musica a Mantova».
Il suo stupore è anche quello del presidente del Campiani, Sergio Cordibella: all'invito hanno risposto in tantissimi. Tutti entusiasti e tempestivi, animati dal desiderio di esserci e unirsi nell'abbraccio. Pulleghini, invece, se lo aspettava, «anche se le attese possono essere sempre smentite». Ma in questo caso la prudenza era poco più che scaramantica: «Giordano è molto amato, gli esecutori sono tanti e qualificati, ognuno affronterà il suo spicchio di prestazione al massimo dell'impegno».
Si partirà con Chopin per chiudere con il canto popolare "Ninetta bella", armonizzato dallo stesso Fermi. Da programma, i concerti si rincorreranno alle 10, 11.30, 15.30, 17.30, 19, 20.45. Per un repertorio extralarge che gioca con Donizetti, Piazzolla, Gershwin, Paganini, Mozart, Gorni Kramer, Porter, Händel, Milani. E pensare che all'inizio la musica fu un'imposizione, la scelta del padre: Giordano deve nome e strumento (la tromba) a uno zio morto in guerra. Aveva 8 anni quando mise piede all'Istituto comunale Lucio Campiani, "inciampando" nel busto all'ingresso della scuola e nella figura del maestro Omar Caprioglio. Fermi ricorda ancora l'impressione fortissima, da far tremare il bambino che quarant'anni dopo sarebbe finito a dirigere il Conservatorio. Felice dell'intuizione paterna. (ig.cip)
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