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Atti dimenticati, va in prescrizione la maxitruffa sull'alluvione

Il fascicolo è rimasto sepolto in un cassetto, sfuma il processo. L'accusa era di truffa ai danni dello Stato per avere indebitamente intascato nel 2000 fondi per circa 500 milioni di lire

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Alcuni volontari della Procivil al lavoro e una casa inondata dalla piena 
SAN BENEDETTO. Sei anni fa era finito a processo per truffa ai danni dello Stato. Secondo l'accusa avrebbe intascato 500 milioni delle vecchie lire raggirando, in occasione della piena nel 2000, sia la Prefettura che il Dipartimento della Protezione civile. Ebbene Umberto Corvino, presidente della Procivil di Brescia è salvo.

Il fascicolo che lo riguardava infatti è rimasto sepolto in un cassetto del tribunale per quattro anni. E' rispuntato in questi giorni, ma nell'udienza tenutasi ieri mattina e rinviata per assenza delle parti, i giudici si sono accorti che il reato già dal 9 febbraio prossimo andrà in prescrizione e che quindi non è più perseguibile per decorrenza dei termini. Ciò significa che non si potrà più sapere dov'è finita quella somma destinata agli alluvionati del 2000.

Ma partiamo dall'inizio. Subito dopo la storica esondazione del fiume Po in ottobre, che aveva provocato quattrocento sfollati e consistenti danni in conseguenza della rottura dell'argine di Po Morto, la Procivil aveva ricevuto l'incarico dal Comune di San Benedetto di prestare i soccorsi agli alluvionati.

Secondo quanto accertato dall'allora sostituto procuratore Enzo Rosina, Corvino come presidente della Procivil, avrebbe ottenuto indebitamente oltre mezzo miliardo delle vecchie lire.
La truffa ai danni dello Stato sarebbe consistita nell'aver intascato circa 187 milioni di merce mai portata sugli argini e altri 362 milioni, frutto di contributi - sempre secondo l'accusa - indebitamente chiesti e ottenuti dalla Presidenza del Consiglio, Dipartimento di protezione civile.
Il 5 maggio del 2005 si aprì dunque il processo, un processo che non riuscì mai a decollare.
A bloccarlo, infatti, fu un'eccezione sollevata dal difensore di Corvino, Luigistello Becheri di Brescia, che ritenne il collegio giudicante incompente a portarlo avanti. Il Collegio - presieduto da Vincenzo Latagliata - dopo due ore di camera di consiglio decise di sottoporre il quesito alla Corte Costituzionale: un Collegio di giudici o un unico giudice?

La Consulta rispose nel 2006 accogliendo la prima ipotesi, ma da quel momento il fascicolo sparì. Per ragioni sconosciute fu dimenticato e rimase in un cassetto del Tribunale per oltre quattro anni.

Così ieri mattina in udienza i giudici non hanno potuto far altro che prendere atto che la prescrizione era ormai prossima. Scatterà infatti il 9 febbraio e sarà sancita nell'udienza già fissata per il 7 marzo prossimo.

C'è da dire che la Prefettura di Mantova e il Dipartimento di Protezione Civile non si sono mai costituiti parte civile.
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