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Le scienze si insegnano in inglese: al Fermi tre ricercatori dagli Usa

I giovani dottorandi del Mit in classe per tre settimane All'istituto superiore costeranno in tutto tremila euro

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Ospiti. I giovani ricercatori Usa nel laboratorio dell’istituto Fermi e sopra con la preside Bonaglia 
L'istituto superiore Enrico Fermi è stato inserito nel progetto internazionale Highlights for high school. In cosa consiste? Tre giovani ricercatori del Massachussets Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca al mondo, per tre settimane terrano lezioni in inglese nelle classi del triennio. Un'opportunità per gli studenti che all'istituto costerà soltanto tremila euro.

Sono Grace Yao, ricercatrice di chimica e biologia, Alexandre Milouchev, ricercatore di fisica e robotica, James McKinney, specializzato in matematica e informatica. «Abbiamo notato come gli studenti italiani all'inizio siano spiazzati dal trovarsi di fronte a un insegnante che somiglia più a un loro compagno che a un professore» spiegano.

Sono alla prima esperienza di insegnamento all'estero, ma dicono di non incontrare difficoltà. «Cerchiamo di moderare il livello tecnico delle lezioni. Ci rendiamo conto di dover stimolare i ragazzi, non di rendergli incomprensibile la spiegazione».

Cristina Bonaglia, dirigente dell'istituto, fa notare come i tre giovani docenti fremano per entrare in classe. «Non sono abituati ad essere in ritardo, o a concepire tempi morti. Quando non sono in aula preparano la lezione per il giorno dopo».

E i nostri studenti cosa dicono? «Sembra un'esperienza interessante - è l'opinione dei ragazzi della quinta A, durante l'ora di laboratorio di chimica - questo è il secondo giorno di lezione, abbiamo già chiesto ai nostri compagni com'è andata ieri. C'è qualche problema nel fare domande, ma le spiegazioni riusciamo a seguirle. L'inglese scientifico secondo noi è più utile di quello letterario».

Chissà se i ragazzi si immaginano già a ruoli invertiti? Se si vedano, di lì a pochi anni, nelle vesti di insegnanti all'estero, magari negli Stati Uniti? «Ehh, magari...» sgranano gli occhi. Una risposta che tradisce la consapevolezza che, con il nostro sistema scolastico, questo è al momento pura utopia.

I ragazzi del Mit resteranno a Mantova fino a fine mese, ospiti di un'insegnante e di due famiglie di studenti. Altri studenti universitari americani in questi giorni fanno lezione in lingua in altri istituti della città.
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