Il Tar riapre il ristorante di Belfiore
Il chiosco era bloccato da un contenzioso. In aprile il ritorno all'attività
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Da rifugio per disperati e zona di degrado a ristorantino e luogo di ritrovo e scampagnate nel cuore del più suggestivo polmone verde cittadino. Il chiosco realizzato nei primi anni 2000 tra gli alberi del parco di Belfiore, tornerà in attività la primavera prossima sotto la gestione della cooperativa sociale Alce Nero. Il locale riaprirà dopo quattro anni.
«Il contenzioso avviato da un'altra cooperativa si è concluso con la sentenza del Tar che ha respinto il loro ricorso contro l'affidamento ad Alce Nero - annuncia l'assessore al demanio, Roberto Irpo - a questo punto non ci sono ragioni per aspettare. La coop sociale può iniziare da subito a predisporre la sistemazione del locale per avviare l'attività con la stagione calda. Credo sia interesse di tutti che quel locale riapra al più presto».
La casetta verde, realizzata con uno stile che ricorda vagamente le baite in mezzo ai boschi, oggi è in completo stato di degrado. E' così da anni, da quando la vecchia gestione abbandonò la conduzione del locale (che si chiama Il Rifugio) e la manutenzione del piccolo attracco che si trova a poca distanza. Tutta proprietà del demanio dello Stato affidato al Comune che l'assegna a cooperative per mantenere vivo quel punto di ristoro. La stessa cosa, come si ricorderà, era stato fatta durante l'amministrazione Brioni con un altro chiosco- bar lungo la costa, la Zanzara (gestito anche quello da Alce Nero).
L'affidamento della gestione del Rifugio era stato fatto negli ultimi mesi di mandato della passata giunta. La gara era stata vinta da una coop reggiana, la Emme E. Durante le successive verifiche, tuttavia, gli uffici comunali avevano rilevato che alla cooperativa vincente mancava uno dei requisiti richiesti: non era qualificata come Onlus.
Il Comune (si era da poco insediata la nuova giunta) ha proceduto d'ufficio ad assegnare la gara alla seconda classificata, Alce Nero, ma la coop emiliana ha fatto ricorso al Tar chiedendo la sospensiva. «Già lo scorso autunno il Tar non aveva concesso la sospensiva - ricorda Irpo - anticipando addirittura qualche riferimento al merito. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza che respinge il ricorso».
La decisione del tribunale amministrativo è del 13 gennaio. «Stiamo facendo i progetti per le opere di sistemazione e messa in regola dell'impiantistica- riferisce il presidente di Alce Nero, Marco De Pietri - pensiamo di fare un locale aperto tutto l'anno con un ristorantino a prezzi accessibili e menù attenti ai prodotti locali, per giovani, famiglie e turisti. Stiamo anche pensando ad iniziative di carattere ricreativo ma con significati sociali e culturali legati all'ambiente». (nico)
«Il contenzioso avviato da un'altra cooperativa si è concluso con la sentenza del Tar che ha respinto il loro ricorso contro l'affidamento ad Alce Nero - annuncia l'assessore al demanio, Roberto Irpo - a questo punto non ci sono ragioni per aspettare. La coop sociale può iniziare da subito a predisporre la sistemazione del locale per avviare l'attività con la stagione calda. Credo sia interesse di tutti che quel locale riapra al più presto».
La casetta verde, realizzata con uno stile che ricorda vagamente le baite in mezzo ai boschi, oggi è in completo stato di degrado. E' così da anni, da quando la vecchia gestione abbandonò la conduzione del locale (che si chiama Il Rifugio) e la manutenzione del piccolo attracco che si trova a poca distanza. Tutta proprietà del demanio dello Stato affidato al Comune che l'assegna a cooperative per mantenere vivo quel punto di ristoro. La stessa cosa, come si ricorderà, era stato fatta durante l'amministrazione Brioni con un altro chiosco- bar lungo la costa, la Zanzara (gestito anche quello da Alce Nero).
L'affidamento della gestione del Rifugio era stato fatto negli ultimi mesi di mandato della passata giunta. La gara era stata vinta da una coop reggiana, la Emme E. Durante le successive verifiche, tuttavia, gli uffici comunali avevano rilevato che alla cooperativa vincente mancava uno dei requisiti richiesti: non era qualificata come Onlus.
Il Comune (si era da poco insediata la nuova giunta) ha proceduto d'ufficio ad assegnare la gara alla seconda classificata, Alce Nero, ma la coop emiliana ha fatto ricorso al Tar chiedendo la sospensiva. «Già lo scorso autunno il Tar non aveva concesso la sospensiva - ricorda Irpo - anticipando addirittura qualche riferimento al merito. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza che respinge il ricorso».
La decisione del tribunale amministrativo è del 13 gennaio. «Stiamo facendo i progetti per le opere di sistemazione e messa in regola dell'impiantistica- riferisce il presidente di Alce Nero, Marco De Pietri - pensiamo di fare un locale aperto tutto l'anno con un ristorantino a prezzi accessibili e menù attenti ai prodotti locali, per giovani, famiglie e turisti. Stiamo anche pensando ad iniziative di carattere ricreativo ma con significati sociali e culturali legati all'ambiente». (nico)
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