Bonifiche, Wsr ora bussa alle porte di San Giovanni
Il Comune amplia l'area artigianale. Minoranza in allerta: potrebbe arriva l'impresa che altrove ha trovato ostacoli
2 minuti di lettura

SAN GIOVANNI. Occupavano il terzo e il quarto punto all'odg del consiglio comunale di martedì. Il Comune di San Giovanni del Dosso è chiamato a discutere di una variante al piano di lottizzazione d'ufficio nell'area produttiva di Pancaldo e dell'approvazione del piano di governo del territorio. «Va in porto il Pgt, avviato dalla vecchia amministrazione ma che noi avevamo revocato per qualche modifica», spiega il sindaco, Nandino Galeotti.
E quando gli si chiede quali sono le principali novità del nuovo provvedimento (che sostituisce il vecchio piano regolatore), il primo cittadino mette in cima alla lista proprio la variante a Pancaldo, che è un'area produttiva in cui hanno creduto le precedenti amministrazioni fin dagli anni Novanta ma che finora ha attirato soltanto tre aziende (una è la Popreca, azienda di laterizi di proprietà dallo stesso Galeotti). «Un'impresa bresciana ha costruito in passato un maxicapannone, ma finora è rimasto vuoto» aggiunge il sindaco.
Ma l'amministrazione ora è convinta di poter attirare nell'area produttiva altre imprese: si punta, spiega Galeotti, sulla competitività garantita anche dalla presenza di una strada che l'attraversa, via Pancaldo (il Comune la sta rimettendo a nuovo), già illuminata, «che abbatterà di certo gli oneri di urbanizzazione».
A dimostrazione di questo, Galeotti dice che «4-5 aziende del Mantovano hanno già presentato richiesta per trasferirsi. Di quali imprese si tratta? Preferisco non dirlo ora, mi è stata chiesto di non farlo almeno per il momento».
Ma su questa parte del nuovo Pgt ci sarà molto da discutere. Almeno a sentire l'opposizione. Se infatti Galeotti non cita alcuna azienda, la lista Solidali per il Futuro di minoranza è già pronta a fare qualche nome. E a chiedere spiegazioni a giunta e maggioranza consiliare: «Seguiremo da vicino questa vicenda - spiega il portavoce, Mario Loddi - intanto perché l'ampliamento riguarda un'area che adesso è agricola e diventa industriale. E poi perché abbiamo sentito che l'interessata a quell'area sia la Wsr di Levata».
Il tono si fa preoccupato. Breve salto indietro. La Wsr (Water&Soil Remediation) di Curtatone è un'azienda che si occupa della bonifica dei terreni inquinati da idrocarburi, solventi e prodotti petrolchimici (agisce, per esempio, nella pulitura dei terreni lasciati liberi dai distributori di benzina). Finora la bonifica è avvenuta soprattutto sul posto, ma l'impresa ha deciso di investire anche in un capannone in cui portare il terreno inquinato e compiere lì le operazioni di pulitura.
Da allora non ha avuto vita facile. L'iniziale progetto di insediarsi a Felonica si è scontrato prima con alcuni cittadini che hanno raccolto circa 600 firme e col Comune che (aprile 2010) ha detto di no. Pochi mesi più tardi ecco la notizia di un interessamento per un'area poco oltre i confini provinciali, a Bonferraro (vicino a Castel d'Ario). E la stessa trama. Anche qui raccolta di firme (1.200), il Comune che fa marcia indietro e l'azienda che annuncia il ritiro del progetto fra l'esultanza del paese (il prete, appresa la notizia, suonò a festa le campane della chiesa).
Ma la Wsr fa così paura? In un'intervista alla Gazzetta, il titolare Alberto Prandi, aveva anticipato della possibilità di almeno dieci assunzioni sul posto a fronte di emissioni «pari a quelle di cinque stufe a legna»: «Portiamo occupazione senza inquinare. Felonica dice no ad un'occasione che altri raccoglieranno». Sarà San Giovanni a farlo? «Non siamo contrari a priori - assicura Loddi - ma vogliamo che prima di dire sì il nostro Comune faccia le dovute valutazioni».
E quando gli si chiede quali sono le principali novità del nuovo provvedimento (che sostituisce il vecchio piano regolatore), il primo cittadino mette in cima alla lista proprio la variante a Pancaldo, che è un'area produttiva in cui hanno creduto le precedenti amministrazioni fin dagli anni Novanta ma che finora ha attirato soltanto tre aziende (una è la Popreca, azienda di laterizi di proprietà dallo stesso Galeotti). «Un'impresa bresciana ha costruito in passato un maxicapannone, ma finora è rimasto vuoto» aggiunge il sindaco.
Ma l'amministrazione ora è convinta di poter attirare nell'area produttiva altre imprese: si punta, spiega Galeotti, sulla competitività garantita anche dalla presenza di una strada che l'attraversa, via Pancaldo (il Comune la sta rimettendo a nuovo), già illuminata, «che abbatterà di certo gli oneri di urbanizzazione».
A dimostrazione di questo, Galeotti dice che «4-5 aziende del Mantovano hanno già presentato richiesta per trasferirsi. Di quali imprese si tratta? Preferisco non dirlo ora, mi è stata chiesto di non farlo almeno per il momento».
Ma su questa parte del nuovo Pgt ci sarà molto da discutere. Almeno a sentire l'opposizione. Se infatti Galeotti non cita alcuna azienda, la lista Solidali per il Futuro di minoranza è già pronta a fare qualche nome. E a chiedere spiegazioni a giunta e maggioranza consiliare: «Seguiremo da vicino questa vicenda - spiega il portavoce, Mario Loddi - intanto perché l'ampliamento riguarda un'area che adesso è agricola e diventa industriale. E poi perché abbiamo sentito che l'interessata a quell'area sia la Wsr di Levata».
Il tono si fa preoccupato. Breve salto indietro. La Wsr (Water&Soil Remediation) di Curtatone è un'azienda che si occupa della bonifica dei terreni inquinati da idrocarburi, solventi e prodotti petrolchimici (agisce, per esempio, nella pulitura dei terreni lasciati liberi dai distributori di benzina). Finora la bonifica è avvenuta soprattutto sul posto, ma l'impresa ha deciso di investire anche in un capannone in cui portare il terreno inquinato e compiere lì le operazioni di pulitura.
Da allora non ha avuto vita facile. L'iniziale progetto di insediarsi a Felonica si è scontrato prima con alcuni cittadini che hanno raccolto circa 600 firme e col Comune che (aprile 2010) ha detto di no. Pochi mesi più tardi ecco la notizia di un interessamento per un'area poco oltre i confini provinciali, a Bonferraro (vicino a Castel d'Ario). E la stessa trama. Anche qui raccolta di firme (1.200), il Comune che fa marcia indietro e l'azienda che annuncia il ritiro del progetto fra l'esultanza del paese (il prete, appresa la notizia, suonò a festa le campane della chiesa).
Ma la Wsr fa così paura? In un'intervista alla Gazzetta, il titolare Alberto Prandi, aveva anticipato della possibilità di almeno dieci assunzioni sul posto a fronte di emissioni «pari a quelle di cinque stufe a legna»: «Portiamo occupazione senza inquinare. Felonica dice no ad un'occasione che altri raccoglieranno». Sarà San Giovanni a farlo? «Non siamo contrari a priori - assicura Loddi - ma vogliamo che prima di dire sì il nostro Comune faccia le dovute valutazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti:
I commenti dei lettori