Aggredito a pugni il direttore dell'Aler
«L'affitto è troppo caro». L'inquilino di uno degli alloggi popolari gestiti dall'azienda di viale Risorgimento mette ko il dirigente diretto in ufficio. Medicato al pronto soccorso
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MANTOVA. Aumentano gli affitti degli alloggi popolari e cresce l'insofferenza degli inquilini in un momento di crisi come l'attuale. Detta così, le proteste ci stanno tutte. Ma un canone più caro di quello pagato sino a qualche mese prima non può assolutamente giustificare la brutale aggressione, al limite dell'agguato, di cui è stato vittima ieri il direttore generale dell'Aler, Giuliano Vecchi.
L'inquilino di un alloggio dell'azienda regionale per l'edilizia residenziale pubblica di via Torelli ha affrontato, e poi picchiato, in strada il dirigente che si stava recando a piedi nel suo ufficio di viale Risorgimento. L'uomo, operaio edile di 40 anni, noto per i suoi trascorsi rissosi da ultrà e per alcuni guai con la giustizia, si è avvicinato a Vecchi mentre stava camminando in via Grossi; l'ha affrontato chiedendogli di ridurgli l'affitto, secondo lui troppo caro dopo i recenti aumenti decretati dalla Regione. Di fronte al rifiuto del dirigente, gli ha sferrato un paio di pugni in faccia che l'hanno fatto cadere a terra.
«Io sono andato solo per parlare. E' stato lui ad aggredirmi, a mettermi una mano in faccia per spingermi via. Ho solo reagito» si giustifica l'aggressore. «Per fortuna c'era una persona che ha assistito alla scena ed è intervenuta facendolo scappare» racconta ancora spaventato Vecchi, 58 anni, che abita in via Diga Masetti, a meno di 500 metri dal luogo dell'aggressione, mentre al pronto soccorso dell'ospedale Poma (dove è stato accompagnato dall'autista dell'Aler) attende di essere visitato.
Sul volto i segni delle percosse: un labbro gonfio e tumefatto. Si arrotola la manica della camicia e mostra un'escoriazione al gomito e si tocca la gamba destra: «Mi sono fatto male cadendo». Non sono ferite gravi. Quel che resterà a lungo in lui sarà quel senso di paura mista a rabbia che prende dopo essere rimasti vittime di un'assurda e gratuita violenza.
Vecchi racconta quei momenti allucinanti. «Erano le 14.10 e stavo camminando all'inizio di via Grossi, all'incrocio con via Torelli. All'improvviso mi sono trovato davanti un tipo robusto che ha cominciato ad inveire. Lo conoscevo, ma con lui non avevo mai avuto problemi prima. Mi aspettava? Non so. Si lamentava del canone d'affitto troppo alto e mi chiedeva di abbassarlo. Ho tentato di spiegargli che non potevo fare nulla essendo solo un funzionario che applica una legge; l'ho, comunque, invitato a venire in ufficio per parlare con un funzionario. "C'è troppa gente, non vengo" mi ha risposto e subito dopo mi ha sferrato dei pugni in faccia e sono caduto».
«Me la sono vista brutta - confessa il direttore -. Aveva gli occhi allucinati e pensavo si accanisse contro di me anche a calci. Lo denuncerò». E spiega l'aumento che il suo aggressore ha subìto sull'affitto in base alle nuove norme regionali: «Prima pagava 20 euro al mese, adesso 100; va considerato che l'anno scorso non lavorava e quindi non aveva reddito; quest'anno, invece, lavora».
L'inquilino di un alloggio dell'azienda regionale per l'edilizia residenziale pubblica di via Torelli ha affrontato, e poi picchiato, in strada il dirigente che si stava recando a piedi nel suo ufficio di viale Risorgimento. L'uomo, operaio edile di 40 anni, noto per i suoi trascorsi rissosi da ultrà e per alcuni guai con la giustizia, si è avvicinato a Vecchi mentre stava camminando in via Grossi; l'ha affrontato chiedendogli di ridurgli l'affitto, secondo lui troppo caro dopo i recenti aumenti decretati dalla Regione. Di fronte al rifiuto del dirigente, gli ha sferrato un paio di pugni in faccia che l'hanno fatto cadere a terra.
«Io sono andato solo per parlare. E' stato lui ad aggredirmi, a mettermi una mano in faccia per spingermi via. Ho solo reagito» si giustifica l'aggressore. «Per fortuna c'era una persona che ha assistito alla scena ed è intervenuta facendolo scappare» racconta ancora spaventato Vecchi, 58 anni, che abita in via Diga Masetti, a meno di 500 metri dal luogo dell'aggressione, mentre al pronto soccorso dell'ospedale Poma (dove è stato accompagnato dall'autista dell'Aler) attende di essere visitato.
Sul volto i segni delle percosse: un labbro gonfio e tumefatto. Si arrotola la manica della camicia e mostra un'escoriazione al gomito e si tocca la gamba destra: «Mi sono fatto male cadendo». Non sono ferite gravi. Quel che resterà a lungo in lui sarà quel senso di paura mista a rabbia che prende dopo essere rimasti vittime di un'assurda e gratuita violenza.
Vecchi racconta quei momenti allucinanti. «Erano le 14.10 e stavo camminando all'inizio di via Grossi, all'incrocio con via Torelli. All'improvviso mi sono trovato davanti un tipo robusto che ha cominciato ad inveire. Lo conoscevo, ma con lui non avevo mai avuto problemi prima. Mi aspettava? Non so. Si lamentava del canone d'affitto troppo alto e mi chiedeva di abbassarlo. Ho tentato di spiegargli che non potevo fare nulla essendo solo un funzionario che applica una legge; l'ho, comunque, invitato a venire in ufficio per parlare con un funzionario. "C'è troppa gente, non vengo" mi ha risposto e subito dopo mi ha sferrato dei pugni in faccia e sono caduto».
«Me la sono vista brutta - confessa il direttore -. Aveva gli occhi allucinati e pensavo si accanisse contro di me anche a calci. Lo denuncerò». E spiega l'aumento che il suo aggressore ha subìto sull'affitto in base alle nuove norme regionali: «Prima pagava 20 euro al mese, adesso 100; va considerato che l'anno scorso non lavorava e quindi non aveva reddito; quest'anno, invece, lavora».
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