Comune di Mantova, la dirigente: allarme per i debiti fuori controllo
Appello alla giunta da Marzia Malacarne: "Alle imprese dobbiamo 15 milioni, non spendete". Ottimista l'assessore Napoli: "Entro l'anno pagheremo i debiti pregressi senza sforare il patto di stabilità"
Sandro Mortari
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MANTOVA. Una situazione debitoria «fuori controllo», con il rischio di sforare il patto di stabilità a causa dei decreti ingiuntivi in agguato e di incorrere in pesanti sanzioni. E' la situazione in cui si trova il Comune di Mantova, messa nero su bianco dal dirigente del servizio finanziario.
E' la lettera che lo scorso 27 aprile Marzia Malacarne ha inviato al sindaco Sodano e agli assessori per fare il punto sulla situazione finanziaria dell'ente. E nella quale suggerisce di mantenere il blocco dei pagamenti e di non utilizzare, almeno per ora, l'avanzo 2010 di 3,5 milioni di euro. L'assessore al bilancio Marcello Napoli, però, si dimostra ottimista: «Grazie alle entrate straordinarie che contiamo di avere, entro l'anno riusciremo a pagare tutti i debiti pregressi e a non sforare il patto di stabilità. Quanto al blocco dell'utilizzo dell'avanzo stiamo ancora valutando il da farsi».
La dirigente, nella sua lettera, ricorda che il saldo finanziario da conseguire nel 2011, tra entrate e spese, ammonta a 3.795.000 euro. Al 27 di aprile, tenuto conto degli incassi e dei pagamenti già effettuati, «la differenza tra il saldo da realizzare e quello risultante ad oggi è di 1.965.000 euro». Ciò significa che per rispettare l'obiettivo del patto il Comune deve ancora conseguire «una differenza tra riscossioni in conto capitale e pagamenti di spese di investimento per la stessa somma».
Il dirigente indica le previsioni di incasso da qui a fine anno in 3.430.000 euro. Sul versante delle uscite, vengono segnalati 1.652.000 euro pagati in base a decreti ingiuntivi, senza contare gli altri, «ad oggi non quantificabili» ma che potrebbero arrivare. Il dirigente, in base a queste previsione, ipotizza «di rispettare, seppure in modo molto risicato, il patto di stabilità, a condizione di mantenere il blocco dei pagamenti».
L'obiettivo, però, è difficile, tanto che la stessa Malacarne segnala la «situazione debitoria divenuta ormai fuori controllo. I debiti insoluti ammontano, infatti, a 14.800.000 euro, di cui 3.429.000 con il gruppo Tea».
L'accordo siglato dal Comune con la Camera di Commercio per la cessione dei crediti delle imprese non risolve la situazione perché possono usufruirne solo quelle mantovane (ma non i professionisti). Il risultato è che le ditte non mantovane hanno già cominciato a ricorrere a decreti ingiuntivi e a diffide. E il sentore è che da qui alla fine dell'anno le richieste dei creditori si faranno sempre più pressanti: «In presenza di ingiunzioni di pagamento - rileva il dirigente - al Comune non rimane altro che provvedere, mettendo, quindi, in discussione la possibilità di rispettare il patto».
Anche l'utilizzo dell'avanzo per spese correnti «porrebbe una serie ipoteca sul raggiungimento dell'obiettivo del patto - sottolinea -; sarebbe quanto mai prudenziale attendere per una decisione in tal senso almeno settembre per verificare se, nel frattempo, si sono realizzate entrate straordinarie che consentano il conseguimento del saldo». La Malacarne, inoltre, suggerisce anche di non utilizzare l'avanzo «neppure per spese di investimento, come hanno fatto altri Comuni, per non aggiungere ulteriore debito a quello giacente». La conclusione è tranciante: «Si sconsiglia vivamente, sotto il profilo tecnico-contabile, di utilizzare almeno per il momento l'avanzo».
E' la lettera che lo scorso 27 aprile Marzia Malacarne ha inviato al sindaco Sodano e agli assessori per fare il punto sulla situazione finanziaria dell'ente. E nella quale suggerisce di mantenere il blocco dei pagamenti e di non utilizzare, almeno per ora, l'avanzo 2010 di 3,5 milioni di euro. L'assessore al bilancio Marcello Napoli, però, si dimostra ottimista: «Grazie alle entrate straordinarie che contiamo di avere, entro l'anno riusciremo a pagare tutti i debiti pregressi e a non sforare il patto di stabilità. Quanto al blocco dell'utilizzo dell'avanzo stiamo ancora valutando il da farsi».
La dirigente, nella sua lettera, ricorda che il saldo finanziario da conseguire nel 2011, tra entrate e spese, ammonta a 3.795.000 euro. Al 27 di aprile, tenuto conto degli incassi e dei pagamenti già effettuati, «la differenza tra il saldo da realizzare e quello risultante ad oggi è di 1.965.000 euro». Ciò significa che per rispettare l'obiettivo del patto il Comune deve ancora conseguire «una differenza tra riscossioni in conto capitale e pagamenti di spese di investimento per la stessa somma».
Il dirigente indica le previsioni di incasso da qui a fine anno in 3.430.000 euro. Sul versante delle uscite, vengono segnalati 1.652.000 euro pagati in base a decreti ingiuntivi, senza contare gli altri, «ad oggi non quantificabili» ma che potrebbero arrivare. Il dirigente, in base a queste previsione, ipotizza «di rispettare, seppure in modo molto risicato, il patto di stabilità, a condizione di mantenere il blocco dei pagamenti».
L'obiettivo, però, è difficile, tanto che la stessa Malacarne segnala la «situazione debitoria divenuta ormai fuori controllo. I debiti insoluti ammontano, infatti, a 14.800.000 euro, di cui 3.429.000 con il gruppo Tea».
L'accordo siglato dal Comune con la Camera di Commercio per la cessione dei crediti delle imprese non risolve la situazione perché possono usufruirne solo quelle mantovane (ma non i professionisti). Il risultato è che le ditte non mantovane hanno già cominciato a ricorrere a decreti ingiuntivi e a diffide. E il sentore è che da qui alla fine dell'anno le richieste dei creditori si faranno sempre più pressanti: «In presenza di ingiunzioni di pagamento - rileva il dirigente - al Comune non rimane altro che provvedere, mettendo, quindi, in discussione la possibilità di rispettare il patto».
Anche l'utilizzo dell'avanzo per spese correnti «porrebbe una serie ipoteca sul raggiungimento dell'obiettivo del patto - sottolinea -; sarebbe quanto mai prudenziale attendere per una decisione in tal senso almeno settembre per verificare se, nel frattempo, si sono realizzate entrate straordinarie che consentano il conseguimento del saldo». La Malacarne, inoltre, suggerisce anche di non utilizzare l'avanzo «neppure per spese di investimento, come hanno fatto altri Comuni, per non aggiungere ulteriore debito a quello giacente». La conclusione è tranciante: «Si sconsiglia vivamente, sotto il profilo tecnico-contabile, di utilizzare almeno per il momento l'avanzo».
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