Ecco il piano per spostare i binari
Benedini: troveremo i fondi per liberare Porta Cerese e viale Oslavia
Nicola Corradini
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MANTOVA. «Con la crescita di Valdaro eliminare la tratta a sud della ferrovia sarà indispensabile». Giampaolo Benedini parla mostrando gli schemi con le fasi, per ora teoriche, dello smantellamento dei binari che collegano la stazione di piazza don Leoni a quella di Frassine.
Nelle piantine realizzate dall'assessorato ai lavori pubblici si vede una linea nera partire dalla zona del porto intermodale di Valdaro e risalire a fianco del tracciato dell'autostrada del Brennero verso nord per poi deviare, poco sopra San Giorgio, verso Roverbella. E' il percorso che, sulla carta, dovranno seguire secondo i piani dell'assessore i convogli in movimento sulla direttrice Verona - Valdaro. Lontano dai centri abitati e lontano dalla periferia sud e dalle relative strade d'ingresso e di uscita dalla città (passaggi a livello di porta Cerese e viale Oslavia).
Argomenta Benedini: «Ci sono già due imprese a Valdaro che utilizzano la ferrovia e ora stiamo progettando lo scalo per il trasbordo della merce dai tir ai treni. Quando sarà realizzato, il traffico su binari aumenterà. Se non interveniamo lo sviluppo del trasporto su binario porterà paradossalmente dei problemi. Già oggi le vibrazioni creano disagi agli abitanti dei quartieri attraversati e danni agli affreschi di Palazzo Te».
Ma che tempi si prevedono? Quanto costerà? E chi pagherà? «Lo sapremo col progetto esecutivo - dice Benedini - decine di milioni, sicuramente, e occorreranno tra i sei e i sette anni. Ma le fonti delle risorse sono numerose. Dobbiamo utilizzare in questa operazione i milioni per il sottopasso e i dieci per la compensanzione per la terza corsia dell'A22. Poi ci sono le risorse delle ferrovie, del ministero delle infrastrutture, della Regione. Abbiamo già avuto i primi contatti».
Benedini non nasconde di avere in mente un passo successivo. Lo spostamento della stazione centrale vicino all'asse sud (verso Curtatone o Cerese). «Potremmo a quel punto fare il doppio binario per Verona e divenire punto di collegamento tra Brennero e Tirreno» dice. Un piano molto lontano nel tempo. «Bisogna guardare in prospettiva» risponde Benedini.
Nelle piantine realizzate dall'assessorato ai lavori pubblici si vede una linea nera partire dalla zona del porto intermodale di Valdaro e risalire a fianco del tracciato dell'autostrada del Brennero verso nord per poi deviare, poco sopra San Giorgio, verso Roverbella. E' il percorso che, sulla carta, dovranno seguire secondo i piani dell'assessore i convogli in movimento sulla direttrice Verona - Valdaro. Lontano dai centri abitati e lontano dalla periferia sud e dalle relative strade d'ingresso e di uscita dalla città (passaggi a livello di porta Cerese e viale Oslavia).
Argomenta Benedini: «Ci sono già due imprese a Valdaro che utilizzano la ferrovia e ora stiamo progettando lo scalo per il trasbordo della merce dai tir ai treni. Quando sarà realizzato, il traffico su binari aumenterà. Se non interveniamo lo sviluppo del trasporto su binario porterà paradossalmente dei problemi. Già oggi le vibrazioni creano disagi agli abitanti dei quartieri attraversati e danni agli affreschi di Palazzo Te».
Ma che tempi si prevedono? Quanto costerà? E chi pagherà? «Lo sapremo col progetto esecutivo - dice Benedini - decine di milioni, sicuramente, e occorreranno tra i sei e i sette anni. Ma le fonti delle risorse sono numerose. Dobbiamo utilizzare in questa operazione i milioni per il sottopasso e i dieci per la compensanzione per la terza corsia dell'A22. Poi ci sono le risorse delle ferrovie, del ministero delle infrastrutture, della Regione. Abbiamo già avuto i primi contatti».
Benedini non nasconde di avere in mente un passo successivo. Lo spostamento della stazione centrale vicino all'asse sud (verso Curtatone o Cerese). «Potremmo a quel punto fare il doppio binario per Verona e divenire punto di collegamento tra Brennero e Tirreno» dice. Un piano molto lontano nel tempo. «Bisogna guardare in prospettiva» risponde Benedini.
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