Bersani lancia Pastacci: rappresentatutta la comunità Videointervista
Bersani ha dato la carica al candidato del centrosinistra Pastacci impegnato nel ballottaggio per la presidenza della Provincia. "E' un candidato civico che rappresenta il gonfalone" ha detto nell'affollato comizio in piazza Mantegna
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MANTOVA. «Proponiamo un governo civico perché l'unico colore di province e comuni è quello del gonfalone. E Alessandro rappresenta perfettamente questo progetto». Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, davanti a una piazza Mantegna piena di gente e di bandiere del Pd a fianco dei tricolori, ha dato l'ultima carica al candidato civico alla presidenza della Provincia del centrosinistra, Alessandro Pastacci.
Bersani è arrivato in città un po' prima delle 21. Ha fatto in tempo a sedersi a un tavolo di un ristorante di piazza Erbe per mangiare un boccone con il segretario provinciale del Pd, Massimiliano Fontana, alcuni membri della segretaria e i due parlamentari, Marco Carra e Matteo Colaninno. Poco dopo è arrivato Alessandro Pastacci.
Intanto piazza Erbe si stava riempiendo facendo evaporare la sindrome della piazza semideserta che ha condizionato, in questa campagna elettorale, un po' tutte le forze politiche. Alla fine ad ascoltare Bersani ci saranno circa ottocento persone. Militanti del Pd, soprattutto.
Bersani vuole scaldare subito la platea. «Nel primo turno, sia dove abbiamo sfondato subito sia dove, come qui a Mantova, abbiamo fatti passi avanti - dice - abbiamo vinto noi e hanno perso loro. Visto che le televisioni dicono sempre chi ha perso senza spiegare che abbiamo vinto noi, il centrosinistra». E' il modo per introdurre il tema della protesta che il Pd metterà in scena oggi davanti alla sede dell'Autorità garante delle comunicazioni perché intervenga subito contro l'ipotesi di un Berlusconi a reti unificate. «Non siamo in Bielorussia - ha esclamato il segretario del Pd - l'Italia è una delle più grandi potenze mondiali».
Sferzante infine con Formigoni e con i leader della destra lombarda che in campagna elettorale hanno chiesto il voto "per far tornare Mantova in Lombardia".
«Abbiamo assistito a un incredibile diluvio mediatico del premier quasi a schermo unificato. Una vicenda insostenibile che umilia la coscienza democratica del Paese», afferma a Mantova Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd, «Non è accettabile - aggiunge - che i cittadini di Milano, Napoli, Trieste e tante altre città vedano la loro libera scelta sull'amministrazione della loro città inficiata dalla vergognosa propaganda di chi dovrebbe essere impegnato a dare risposte ai problemi dell'Italia. Non è possibile che l'Autorità garante delle comunicazioni attenda oltre per intervenire con fermezza e non con i pannicelli caldi di blande misure ex post».
«Rispettiamo la scelta del Terzo Polo di non schierarsi ma ricordo che in questi anni si è sempre trovato su posizioni accese contro il centrodestra» ha aggiunto Bersani che si è poi soffermato sugli apparentamenti: «Sono un dato tecnico - ha detto - noi, invece, ci rivolgiamo direttamente agli elettori». Parlando del centrodestra, l'ha accusato di essere «fazioso» e di organizzare «tifoserie». «Non è possibile - che accendendo la televisione si sentano telegiornali che sembrano tutti uniti a fare la stessa predica. Proprio per questo protesteremo, con le nostre bandiere, davanti alla sede del Garante. Questa situazione non è più sostenibile».
Bersani è arrivato in città un po' prima delle 21. Ha fatto in tempo a sedersi a un tavolo di un ristorante di piazza Erbe per mangiare un boccone con il segretario provinciale del Pd, Massimiliano Fontana, alcuni membri della segretaria e i due parlamentari, Marco Carra e Matteo Colaninno. Poco dopo è arrivato Alessandro Pastacci.
Intanto piazza Erbe si stava riempiendo facendo evaporare la sindrome della piazza semideserta che ha condizionato, in questa campagna elettorale, un po' tutte le forze politiche. Alla fine ad ascoltare Bersani ci saranno circa ottocento persone. Militanti del Pd, soprattutto.
Bersani vuole scaldare subito la platea. «Nel primo turno, sia dove abbiamo sfondato subito sia dove, come qui a Mantova, abbiamo fatti passi avanti - dice - abbiamo vinto noi e hanno perso loro. Visto che le televisioni dicono sempre chi ha perso senza spiegare che abbiamo vinto noi, il centrosinistra». E' il modo per introdurre il tema della protesta che il Pd metterà in scena oggi davanti alla sede dell'Autorità garante delle comunicazioni perché intervenga subito contro l'ipotesi di un Berlusconi a reti unificate. «Non siamo in Bielorussia - ha esclamato il segretario del Pd - l'Italia è una delle più grandi potenze mondiali».
Sferzante infine con Formigoni e con i leader della destra lombarda che in campagna elettorale hanno chiesto il voto "per far tornare Mantova in Lombardia".
«Abbiamo assistito a un incredibile diluvio mediatico del premier quasi a schermo unificato. Una vicenda insostenibile che umilia la coscienza democratica del Paese», afferma a Mantova Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd, «Non è accettabile - aggiunge - che i cittadini di Milano, Napoli, Trieste e tante altre città vedano la loro libera scelta sull'amministrazione della loro città inficiata dalla vergognosa propaganda di chi dovrebbe essere impegnato a dare risposte ai problemi dell'Italia. Non è possibile che l'Autorità garante delle comunicazioni attenda oltre per intervenire con fermezza e non con i pannicelli caldi di blande misure ex post».
«Rispettiamo la scelta del Terzo Polo di non schierarsi ma ricordo che in questi anni si è sempre trovato su posizioni accese contro il centrodestra» ha aggiunto Bersani che si è poi soffermato sugli apparentamenti: «Sono un dato tecnico - ha detto - noi, invece, ci rivolgiamo direttamente agli elettori». Parlando del centrodestra, l'ha accusato di essere «fazioso» e di organizzare «tifoserie». «Non è possibile - che accendendo la televisione si sentano telegiornali che sembrano tutti uniti a fare la stessa predica. Proprio per questo protesteremo, con le nostre bandiere, davanti alla sede del Garante. Questa situazione non è più sostenibile».
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