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Mobilitati per la chiesetta San Giacomo in trincea

Cavriana, il vescovo conferma il no al ripristino della messa domenicale. I parrocchiani: non date l’8 per mille alla Chiesa

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di Rossella Canadè

CAVRIANA

La Curia dice no alla messa nella chiesetta di San Giacomo, e loro, per tutta risposta, invitano gli abitanti a non devolvere l’otto per mille alla Chiesa Cattolica. Sono arrabbiati con il parroco, la Curia e ora anche con il vescovo.

Devoti, credenti, praticanti, ma di abbassare il capo non ne vogliono sapere. Sono arrabbiatissimi, gli anziani guerriglieri della frazione di Cavriana armati di penna e rosario, che non si rassegnano al no della Curia a rimettere la messa domenicale nella loro adorata chiesa, «restaurata e decorata con i nostri soldi». Dopo il no del parroco di Cavriana, don Dino Mezzani, e l’allontamento dei Padri Canonici regolari di Montichiari, che per diversi mesi hanno fatto i pendolari per garantire la celebrazione domenicale, il gruppo dei parrocchiani si è rivolto al vescovo in persona.

«Speravamo di avere finalmente una risposta, dopo un anno in cui tutti si rimpallavano le responsabilità. Avevamo portato una serie di proposte per ovviare alla loro proclamata mancanza di sacerdoti, invece picche». Lo definiscono «un incontro singolare» quello con monsignor Roberto Busti. Cominciato con un gesto del vescovo che li ha lasciati di sasso: «ha messo sul tavolo un registratore, nel timore che gli si attribuissero affermazioni non vere. Coerentemente alla fiducia che il pastore dovrebbe nutrire verso le sue pecorelle».

Dopo il dispiacere per aver dovuto sospendere la messa, « dura lex sed lex», monsignor Busti non ha fatto marcia indietro. «Non capiamo perché non conceda la delega a un altro sacerdote». Dispiaciuti, arrabbiati e ora anche offesi. «Ci ha detto di andare a cercare la messa dov’è, e che abbiamo in mente soltanto quello che vogliamo noi, punto e finito. Di tutte le nostre comunicazioni scritte, sorrette da spirito religioso, monsignor Busti ha fatto riferimento soltanto al documento in cui abbiamo invitato i cittadini a non dare alla Chiesa l’otto per mille. Evidentemente la preoccupazione è palesemente “la cassa”».

E’ lapidario il commento di monsignor Busti, il quale afferma che «per queste persone la vita nella Chiesa è soltanto la messa, ma non è così. Il cammino pastorale è fatto di ben altro. E’ l’unica situazione del genere in tutta la diocesi e mi dispiace». Sul no all’otto per mille ribatte che «sono liberi di chiedere quello che vogliono, la gente di San Giacomo deciderà come meglio crede».

Infine «è vero che avevo il registratore, ma non ho saputo farlo funzionare».

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