Opere d’arte rubate Controlli dei carabinieri
I militari che tutelano il patrimonio artistico visitano quattro antiquari. Indagini anche su reperti archeologici trafugati in tutta Italia

di Giancarlo Oliani
Visita dei carabinieri nei negozi d’antiquariato di città e provincia. L’operazione dello speciale nucleo dell’Arma che tutela il patrimonio artistico è scattata una settimana fa. I militari sono entrati in azione, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni relative a quadri e reperti archeologici che, dopo essere stati rubati, sarebbero finiti nelle mani di qualche compiacente commerciante di cose antiche. Almeno quattro i negozi visitati dal corpo speciale dei carabinieri che ha la sua sede operativa a Monza. La nostra provincia, ricca di opere d’arte sparse un po’ su tutto il territorio e di oggetti d’antiquariato di notevole valore, è sempre stata una meta ambita per i ladri antiquari. Ci sono stati anni dove il fenomeno ha toccato punte da record. Come il 2005, che ha visto quintuplicarsi il numero degli oggetti e dei mobili d’arte trafugati nelle abitazioni, ma soprattutto nelle chiese, per un valore complessivo che superava i 250mila euro. Ricordiamo anche il furto dei preziosi documenti della Biblioteca Teresiana.
I carabinieri per la tutela del patrimonio artistico si sono presentati agli antiquari mostrando loro le foto delle tele e dei reperti archeologici rubati. Nello stesso tempo però hanno controllato se nei magazzini o nelle scansie fossero esposti pezzi di indubbia provenienza.
I furti di opere d’arte o di oggetti d’antiquariato in generale, non avvengono mai per caso. Spesso sono eseguiti, infatti, su commissione. Ordinati da commercianti senza scrupoli. Oppure sono furti che vengono compiuti da qualche banda specializzata per alimentare il traffico internazionale degli oggetti sacri e deipezzi d'artigianato che finiscono per abbellire ville e lussuose dimore dei soliti insospettabili. L’illecito volume d’affari tocca somme da capogiro: si parla di decine di milioni di euro ogni anno. Fortunatamente il corpo speciale dell’Arma, stando alle statistiche rese note ogni anno, riesce a recuperarne una quantità consistente.
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