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Per la biblioteca Teresiana riapertura ai primi del 2012

Il sindaco: lavori ultimati entro la fine dell’anno. Serve una figura professionale che la diriga

2 minuti di lettura

di Luca Ghirardini

Una buona idea condita da un’ottima notizia. L’idea è quella che ha portato oltre duecento persone a seguire il giornalista e scrittore Stefano Scansani per quasi quattro ore attraverso le vie di Mantova, alla scoperta della città in dieci tappe, lungo il filo conduttore delle osterie degli scrittori. La notizia è che una di queste tappe, la Biblioteca Teresiana, molto presto non sarà più un luogo visibile solo grazie a un evento del Festivaletteratura, ma verrà restituita ai cittadini con la sua funzione originaria.

La conferma è arrivata dal sindaco Nicola Sodano, che dall’inizio alla fine ha accompagnato la performance di Scansani: «Entro l’anno - ha spiegato il primo cittadino - si concluderanno i lavori residui: mancano interventi per 200mila euro relativi alla certificazione per la prevenzione degli incendi, ma i fondi sono già accantonati, anche se fermi per i vincoli del patto di stabilità. Va poi scelta la persona con la professionalità adatta a dirigere la struttura, che il Comune dovrebbe già avere nel suo organico. Mi aspetto, quindi, che la Biblioteca Teresiana possa essere riaperta nei primi mesi del 2012».

Il tour eno-letterario ideato da Scansani con Roberto Soggia (venerdì e replicato sabato sera) aveva preso il via poco prima delle 22 proprio di fronte all’ingresso della Teresiana, in piazza Dante, con la Scraps Orchestra a fare da “pifferaio magico” per indicare il percorso. Lungo l’intero tragitto, concluso ben dopo l’una in piazza Castello, si sono virtualmente rimaterializzate le anime degli scrittori che hanno vissuto o soggiornato in città, traendone in qualche modo ispirazione per le proprie opere. Un cammino, quello sugli acciottolati del centro, che a volte ha incrociato personaggi magici come i fauni interpretati da Giorgio Gabrielli e Zerobeat, che ha incontrato i “burattini viventi” interpretati in piazza Canossa dagli attori dell’Accademia teatrale Campogalliani, che, sempre grazie alla Campogalliani, si è imbattuto in diretta in una delle barüfe ’d Cadena, inscenata davanti al museo storico dei Vigili del Fuoco. I solisti dell’Orchestra da Camera di Mantova hanno invece creato la giusta atmosfera durante la visita alle sale Teresiane della Biblioteca, dove per motivi di sicurezza l’ingresso ha richiesto un doppio turno. La fondamentale componente enogastronomica del tour (non per nulla si parlava anche di osterie) è stata assicurata dall’Operaghiotta.

Ma veniamo ai viaggiatori letterati che, recita il titolo dell’evento «nei secoli sono naufragati a Mantova». Non si poteva che partire da chi a Mantova è nato, diventandone una specie di patrono laico: Virgilio. E’ così che Scansani si è materializzato affacciandosi alla finestra del palazzo del Podestà proprio di fianco all’edicola con la statua del poeta latino, quella che per tradizione i molti mantovani chiamavano la Vècia.

Da piazza Broletto a piazza Alberti, sulla quale si affacciavano alcune locande-osterie, come il Leon d’Oro, che poco prima della metà del XIX secolo ospitò Charles Dickens, allo Scudo di Francia, scelto pochi anni prima da Hans Christian Andersen. Shakespeare, ammesso che sia esistito, Mantova non la vide. Ma Scansani ne ha evocato lo spirito parlando dall’alto delle Volte del Podestà, invitando a un recupero del palazzo che prescinda dall’utilizzo come uffici comunali, magari cercando di valorizzarlo in chiave turistica.

E poi Goldoni, che frequentò la locanda della Fragoletta e a Mantova scrisse molte commedie; Torquato Tasso, che da Mantova venne in qualche modo salvato; Gabriele d’Annunzio, ispirato da palazzo Ducale al punto da ambientarvi il Forse che sì forse che no (e scendendo verso piazza Santa Barbara si sono scenograficamente spalancate le finestre del palazzo, a mostrare il soffitto a labirinto).

Fino ad arrivare a José Saramago, il portoghese cui venne attribuito il Nobel per la letteratura due mesi dopo essere passato dal Festival e che a Mantova e al Mantegna dedicò pagine ispirate. Alla fine, applausi per tutto grazie a una formula che il pubblico ha molto gradito. E che potrebbe anche, perché no, venire replicata un po’ più spesso, come un modo diverso ma stimolante per conoscere la città.

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