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Coopsette vende il vecchio palasport

Tra vincoli urbanistici e polemiche la società reggiana rinuncia all’area. Saltano il supermercato e tutta la riqualificazione di Porta Cerese

1 minuto di lettura

di Sandro Mortari

Coopsette alza bandiera bianca. Dopo quasi un decennio di ostacoli burocratici e politici che le hanno impedito di realizzare un supermercato, uffici e qualche palazzo nell’area dell’ex palasport di Porta Cerese, ha deciso di rinunciare. E di vendere la vecchia struttura e i 4mila metri di piazzale Montelungo annessi (11mila metri complessivi, compreso anche l’antistante piazzale Ragazzi del 99, l’area interessata). La società reggiana sarebbe già in trattative con una grossa immobiliare. Top secret sul nome dell’acquirente e sul prezzo ma l’affare è ad un passo dall’essere concluso.

Resta lontana, invece, da una conclusione l’ipotesi di mettere mano all’ex palasport e di riqualificarlo. Ad impedire, per ora, qualsiasi intervento c’è il famoso vincolo monumentale che dal 1955 grava sullo stadio Martelli e sulla zona circostante, ex palazzetto dello sport compreso, che ha già mandato all’aria il project financing messo in piedi dalla giunta Burchiellaro nel 2004 e affossato definitivamente nel 2008 da quella Brioni. Era quello legato alla costruzione del nuovo stadio da 20mila posti dietro all’Itis. La Coopsette che, con la Maire Engineering, si era aggiudicata la gara, aveva presentato un progetto complessivo per riqualificare l’area da Porta Cerese a Palazzo Te e realizzare il nuovo Martelli lontano dalla città. Il necessario ok della sovrintendenza al progetto, anche solo a quello relativo alla trasformazione dell’ex palasport in un supermercato, non è mai arrivato. E’ arrivato, invece, l’annullamento del project e, da ultimo, anche la cancellazione di tutti i piani urbanistici non ancora approvati dal consiglio comunale, in attesa del nuovo Pgt che sarà pronto forse a febbraio 2013. Troppo per Coopsette. Anche perché non è ancora chiaro cosa prevederà il nuovo strumento urbanistico per quell’area su cui il vincolo monumentale continua a gravare. Meglio, dunque, sbarazzarsene. E alla svelta.

Coopsette era diventata proprietaria dell’ex palasport e dell’area attigua a destinazione commerciale nel 2001, quando il Comune di Mantova varò il project financing per la costruzione del nuovo palasport (poi Palabam) a Boccabusa. Coopsette vinse la gara per costruire il nuovo impianto sportivo in cambio del vecchio. Lì la società reggiana avrebbe voluto realizzare un supermercato, uffici e qualche residenza. Nel 2004, quando vinse con la Maire la gara per costruire il nuovo stadio, presentò uno studio di fattibilità per la nuova Porta Cerese senza più il Martelli, firmato dall’archistar Rogers. Che aveva immaginato una Porta Cerese verde estendersi sino al Te, circondata da palazzi (con un sottopasso per bypassare la ferrovia). La Brioni, poi, con il vincolo monumentale, spazzò via tutto.

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