Smog alle stelle, oggi la decisione sul traffico a targhe alterne
I livelli delle micropolveri aumentano e sforano i limiti. Da più parti a Mantova arriva l’allarme per l’alta concentrazione di Pm10. E’ il caso di bloccare il traffico? Per ora c'è l'ipotesi delle targhe alterne. Oggi la decisione del Comune NELLA MORSA DELLO SMOG Tabella

MANTOVA. Blocco totale del traffico nei giorni festivi, e targhe alterne in tutta la zona della Grande Mantova. Sono le proposte per combattere l’inquinamento che il Comune presenterà oggi al tavolo anti smog con la Provincia, gli enti locali e di controllo. La bozza del piano è stata preparata dall’assessore Anna Maria De Togni e dai tecnici dell’ufficio ambiente ragionando sull’ipotesi di blocchi programmati in funzione della gravità della situazione.
«La prima ipotesi che prevede il blocco della circolazione solo alla domenica - spiega l’assessore - scatterebbe dopo dodici giorni consecutivi di superamento dei limiti mentre la seconda, quella più drastica, prevederebbe in tutta l’area della Grande Mantova le targhe alterne. Una misura che potrebbe scattare dopo diciotto giorni di superamento dei limiti».
Se il piano di emergenza fosse realtà, per capirci, domenica la città sarebbe stata blindata alle auto. «Ci avevamo pensato - continua l’assessore - ma i tempi erano troppo stretti per prendere una decisione condivisa». Il Comune ci riproverà domani al tavolo «con la speranza che anche gli altri amministratori, a partire dalla Provincia, comprendano a fondo il significato della proposta. Sappiamo tutti che non basta fermare le auto per combattere lo smog.
La conferma? Arriva da Cremona, dove i valori sono rimasti alle stelle nonostante il blocco imposto dal Comune domenica. Dopo aver preso, però, misure strutturali applicando la legge regionale sulle auto più inquinanti, intervenendo sui riscaldamenti e sul blocco all’utilizzo nelle industrie dell’olio combustibile, non resta che il traffico. È una proposta che serve anche a sensibilizzare i cittadini a usare di più i mezzi pubblici e meno le auto. Come Comune siamo anche pronti a chiedere un coordinamento a livello regionale, perché le singole misure, da sole, servono a poco». Ieri, intanto, è arrivata la tregua grazie alla pioggia che, tra domenica e le prime ore di lunedì mattina, ha ripulito l’aria, portando dopo quattordici giorni di assedio il livello del Pm10 sotto i limiti. Ma il valore di 38 microgrammi per metro cubo fatto segnare lunedì dalle centraline Arpa di via Ariosto, a fronte di un picco di 136 del giorno prima, ha il chiaro significato di una tregua fragile e dicono gli esperti, poco duratura. Perchè già da oggi, complice il bel tempo, in tutta la Pianura Padana, Mantova compresa, dovrebbe scattare di nuovo l’allarme rosso da smog. I segnali ci sono tutti, a partire dal capoluogo lombardo passando per le altre città lombarde. Ieri Milano, nonostante la pioggia caduta abbondante tra domenica e lunedì, ha registrato il quindicesimo giorno consecutivo di polveri sottili oltre i livelli di guardia. Certo, i valori sono nettamente migliorati rispetto alla domenica nera (a Milano le centraline erano schizzate fino a toccare quota 228) ma restano pur sempre ben oltre la soglia limite di 50.
BLOCCARE IL TRAFFICO. Le micropolveri alle stelle preoccupano la gente. «Non capisco questa inerzia da parte del Comune - dice Isa Schiavetti delle Mantua Mothers -. Mi chiedo perché non si prendano dei provvedimenti; ad esempio, si potrebbe cominciare con il blocco del traffico, così si fa capire alla gente che siamo in emergenza. E poi si potrebbe anche ridurre la produzione nelle grandi aziende». Le mamme ambientaliste si dicono allibite dalla posizione presa dall’assessore De Togni qualche giorno fa: «Ha consigliato alla gente di uscire di casa con la mascherina. È assurdo: dovrebbe, invece, studiare delle misure per ridurre l’inquinamento».
Di situazione grave per la salute parla Alberto Zolezzi, pneumologo all’ospedale Carlo Poma: «Lo studio sull’inquinamento dell’aria in Lombardia tra il 2005 e il 2010 della Jrc è chiaro, purtroppo i nostri amministratori non lo conoscono. Lì si dice che a Mantova il Pm2,5 è sovrapponibile al Pm10 e questo è preoccupante perché non dovrebbe succedere: se, per esempio, il Pm10 è 40 il Pm2,5 dovrebbe essere 28, e non uguale. Ed è ormai assodato che con un elevato livello di micropolveri aumentano i decessi per cause cardio-respiratorie e che l’esposizione a lungo termine può dare problemi tumorali».
E allora, che fare? «Per tutelare la salute bisognerebbe chiudere il centro storico alle auto, visto che il traffico contribuisce per il 20-25% alla formazione delle micropolveri, e istituire una tassa per circolare, così per far capire alla gente che la situazione è grave - suggerisce Zolezzi che è anche membro del Movimento decrescita felice e del movimento Cinque stelle -. Poi si dovrebbero potenziare i mezzi ecologici del trasporto pubblico; e si dovrebbero evitare le lottizzazioni inutili come quella di lago Paiolo che non farà altro che aumentare il Pm10, così come bisognerebbe impedire la costruzione di impianti di biomasse, altri produttori di Pm10. E si potrebbe anche chiudere per una settimana il turbogas mettendo i lavoratori in cassa integrazione per crisi ambientale. Tutte misure - tiene a precisare Zolezzi - che già indicai alla De Togni nell’incontro pubblico di fine gennaio». E il blocco del traffico domenicale? «Non serve - risponde il pneumologo - visto che nei giorni festivi ci sono già meno auto in circolazione».
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