In bici un incidente su quattro
Solo nel 2011 sono stati 70, in 29 casi la responsabilità è stata dei ciclisti
MANTOVA. Qualche anno fa il sindaco Fiorenza Brioni dovette arrendersi alle proteste che minacciavano di gonfiarsi in ribellione. La lobby dei ciclisti è troppo larga e trasversale, difficile tenerla a freno con le multe. Inutile ingaggiare un braccio di ferro, meglio appellarsi al buonsenso. Non andate contromano. Non pedalate sui marciapiedi. Rispettate la precedenza. Segnalate le svolte. Osservate il codice della strada. «E voi dateci più piste ciclabili» ribatte il popolo delle due ruote, denunciando trappole e pericoli di una città ostile. A (dis)misura di automobilisti. Il confronto è acceso, le ragioni stanno nel mezzo. Mantova non è un paradiso per ciclisti, ma nemmeno un inferno di lamiere.
A offrire un’unità di misura è la polizia locale: dei 266 incidenti rilevati l’anno scorso, 70 hanno coinvolto dei velocipedi (68 biciclette classiche, 2 a pedalata assistita). La proporzione è di 1 su 4 (circa). E fin qui il dato è neutro, non dice nulla rispetto alle responsabilità. Colpa del velocipede o dell’automobile? Ventinove volte su settanta l’imprudenza è stata del ciclista (con conseguente multa). L’articolo più ignorato del codice della strada è il numero 143, che disciplina la “posizione dei veicoli in carreggiata”: circolare contromano può costare dai 150 ai 599 euro (al netto di lividi e ammaccature). Segue l’articolo 145, “precedenza” (stessa sanzione amministrativa). E così via.
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