Agriturismi, stangata sugli scontrini
Blitz della Finanza nel ponte del Primo Maggio: 43 controlli, 23 sanzioni per mancato rilascio. Dieci lavoratori in nero

Dai centri estetici agli agriturismi fino ai bed & breakfast. Questi gli obiettivi dei controlli eseguiti dalla Guardia di finanza nel ponte del Primo maggio. Un’operazione pianificata in tutt’Italia per verificare il rilascio di scontrini e ricevute fiscali. I risultati? A livello nazionale la percentuale di irregolarità è stata del 28%: vale a dire che oltre un operatore su quattro - di quelli controllati, è ovvio - evade il fisco. E a Mantova? Molto peggio, stando ai dati del comando provinciale di corso Garibaldi. Ma solo per quanto riguarda le attività legate all’agriturismo dove la percentuale delle irregolarità si attesta sul 53%: a un cliente su due non sono stati rilasciati né fattura, né scontrino. Una strategia anti-crisi utilizzata a discapito di operatori onesti, turisti e consumatori.
Nelle giornate che vanno da sabato 28 aprile a martedì Primo maggio i finanzieri mantovani hanno concentrato l’attenzione su centri benessere, saloni estetici, solarium e agriturismi, in genere presi di assalto dai turisti mordi e fuggi. Sessantuno i militari impiegati nell’operazione che ha portato a termine quarantatré controlli. Ebbene oltre la metà delle verifiche, ben ventitré, ha dato risultato positivo, nel senso che le Fiamme gialle hanno rilevato irregolarità. E in tutti questi casi sono scattati i verbali per mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale.
Le violazioni in materia fiscale - fa sapere sempre il comando provinciale - sono state riscontrate tutte nel settore agriturismo. Quasi la metà in due sole aziende: sette le mancate ricevute in un agriturismo di Monzambano, altre quattro in uno di Volta. Come hanno fatto i militari a sorprendere i trasgressori? Semplice: le violazioni sono state riscontrate incrociando i pagamenti via bancomat o carta di credito con la documentazione fiscale.
Ma i controlli del ponte del Primo maggio non hanno riguardato solo la documentazione fiscale. I finanzieri hanno anche verificato la presenza di dipendenti e il loro contratto di lavoro. Ebbene, su 48 lavoratori, dieci erano in attività in nero. Ad esempio in un centro estetico della città una donna di cinquant’anni aiutava la titolare a gestire l’attività, mentre in un agriturismo di Ostiglia tre immigrati extracomunitari (un cameriere di ventiquattro anni e due donne straniere, entrambe lavapiatti, 47 e 56 anni); altri tre, sempre stranieri, in uno di Viadana e tre italiani in uno a San Giovanni del Dosso. Per altri cinque agriturismi è al vaglio la posizione contributiva. Sono infine stati avviati accertamenti di carattere fiscale nei confronti di due bed & breakfast: il sospetto è che usassero la denominazione b&b, fiscalmente vantaggiosa, pur facendo attività alberghiera.
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