Addio a Malanca, il pilota creativo
Si è spento domenica Luigi Malanca, negli anni '60 riferimento di tutti i giovani appassionati di motori soprattutto quelli che avevano voglia di correre in automobile. Una sorta di James Dean mantovano. Lo speciale Tazio Nuvolari

MANTOVA. Si è spento domenica Luigi Malanca, negli anni Sessanta riferimento di tutti i giovani appassionati di motori soprattutto quelli che avevano voglia di correre in automobile. Una sorta di James Dean mantovano a cui assomigliava fisicamente e per temperamento.
«Aveva cominciato ancor prima di quando avrebbe potuto - lo ricorda l’architetto Giampaolo Benedini - adolescente si inserisce sul percorso della Mille Miglia con una Topolino; ottimi tempi tra i controlli di percorso e poi un incidente lo porta all'ospedale dove viene ritratto con Fangio che lo va a trovare. Appena l'eta lo consente inizia a partecipare alle competizioni in circuito o in salita e presto si mette in luce nella formula Junior che era allora vivaio per il professionismo».
Dinamico e intraprendente fonda la scuderia Tazio Nuvolari e mette a disposizione alcune auto da competizione, tutte rigorosamente gialle in omaggio al grande pilota. «Grazie a lui molti giovani possono avere l'opportunità di misurare le proprie qualità. A cominciare da Luigi Foschi, Cesare De Agostini in arte Tobilliri, Giuseppe Fiaccadori, Franco Solci, e molti altri compreso me» continua Benedini. «Lascia in eredità un messaggio che spero qualcuno, con gli strumenti per farlo, vorrà approfondire: "niente e' impossibile..." Se dovessi fare una sintesi dovrei dire che Luigi Malanca era un creativo affrontando con questa qualità qualsiasi sfida nello sport e nella vita».
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