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Dopo una lite con il marito ingerisce del cianuro: giovane madre muore

Per una stampante rotta aveva litgato con il marito. Una lite banale che non lasciava presagire nulla di tragico. Invece la giovane mamma indiana è scesa in cucina e ha ingerito del cianuro contenuto in un topicida. Inutile corsa dei carabinieri per l’antidoto, trovato all'ospedale di Mantova. Troppo tardi. Il veleno è stato implacabile

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MANTOVA. Aveva litigato col marito, per una stampante fatta cadere e rotta accidentalmente, durante le pulizie di casa. Una sciocchezza, niente di importante. Invece lei, ragazza indiana di 26 anni, moglie e madre di due bimbi di tre e quattro anni, è scesa in dispensa, ha preso una manciata di veleno per topi (un prodotto che arriva dall’India) e l’ha ingerito.

Poi è tornata dal marito per comunicargli cosa aveva appena fatto. Non sono bastate la rapidità con cui lui ha chiamato i soccorsi e la corsa dell’ambulanza fino a Pieve, non è bastata la solerzia di una staffetta dei carabinieri che in pochi minuti ha fatto arrivare l’antidoto dall’ospedale di Mantova. Per la ragazza, che chiameremo Mary, la vita dopo quel disperato gesto è durata nove ore. Il cianuro ha agito sulle cellule, portando la donna alla morte.

Non è servito nemmeno l’antidoto: la dose ingerita infatti era elevata e in pochi istanti è entrata in circolo. I cianuri, derivati dell’acido cianidrico, infatti, agiscono bloccando l’azione dell'emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue, ed hanno effetti molto rapidi: in dosi adeguate (ma ne bastano 2,6 milligrammi per litro di sangue) possono uccidere quasi all’istante. Mary si è spenta a mezzanotte nell’ospedale di Pieve.

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