Allerta per i fiumi, il Chiese esonda Il Secchia fa paura VIDEO
La piena del Secchia attesa oggi a Moglia: prova generale per la tenuta delle difese idrauliche lesionate dal sisma
Antonella Goldoni
MANTOVA. La piena di San Martino preme dagli appennini modenesi e reggiani dove ieri sono caduti fino a sessanta millimetri di pioggia ed oggi il culmine sarà nel Mantovano dove metterà alla prova le difese idrauliche danneggiate dal terremoto.
Gli uomini delle bonifiche stanno facendo gli straordinari e contano che questa ondata passi senza eccessivi problemi, «ma non saremo tranquilli finché la sicurezza idraulica non sarà completamente ripristinata», dice per tutti il direttore del consorzio Emilia Centrale, Domenico Turazza. L’auspicio è che il Commissario per l’emergenza Vasco Errani sblocchi i fondi per le pompe idrovore di emergenza con cui sostituire quelle dell’impianto di Mondine di Moglia che resta fermo. Un appello a far presto è rivolto anche al dipartimento nazionale di Protezione Civile, perché approvi il piano di esondazioni controllate che i tecnici hanno predisposto per esser pronti a fronteggiare una possibile emergenza.
Tra gli affluenti di sinistra del Po, solo il Chiese desta un minimo di preoccupazione, con le acque fangose alle porte delle abitazioni sulla strada bassa per Casalmoro, vicino ai mulini. Durante il mattino le acque del fiume hanno cominciato a salire, come la paura di tante famiglie alluvionate due anni or sono e alle 13.30 è iniziata la «maledetta esondazione», come la chiama Marzia Zanelli, che vive con i genitori nella bella casa fucsia colpita ogni volta che il Chiese esonda. Ai vicini di casa, i Verzini, già ieri pomeriggio la protezione civile haportato sacchetti di sabbia per tamponare l’innarrestabile avanzata della piena. Alle 18 l’acqua era già nell’orto, con i gatti in fuga. La casa dei Zanelli a quell’ora era già circondata dall’acqua, il livello idrometrico segnava 3.50 metri e continuava a salire.
Due anni non sono passati in vano. Amministrazione comunale ed enti di salvaguardia hanno realizzato muri di sostegno, argini, manufatti, turbine, chiaviche: opere idrauliche importanti, ma il muro sull’altra sponda, per le famiglie dei mulini, non è arrivato. A casa dei Verzini vivono due anziani di 91 anni che ebbero danni ingenti a fronte dei quali, per ora, hanno avuto un contributo di 176 euro. Ieri sera nel vedere avanzare il fiume, con la paura e la rabbia che montavano ancora più impetuose, hanno lanciato un nuovo appello: «Non chiediamo di essere risarciti, ma di utilizzare ciò che ci spetta per fare le opere promesse».
I volontari della protezione civile, fin da sabato, hanno tenuto monitorato i punti critici del territorio, mentre tanti asolani, in particolare quelli del Villaggio Chiese, hanno fatto la spola dal ponte a casa loro per controllare il livello. Anche l’auto di G.G. che si era azzardato a percorrere la strada adiacente al Chiese è stata fortunatamente recuperata da sotto il ponte completamente allagato.
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